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Equalizer e quella passione matta per i vendicatori

Pubblicato il 31 agosto 2023 di Giulio Zoppello

Equalizer 3 arriva nelle sale italiane, lo fa con la forza del suo protagonista, un ex agente dei Servizi Segreti in pensione a cui Denzel Washington ha donato una ferocia adamantina, un codice di comportamento a metà tra il biblico e il matematico. L’Italia è il nuovo suolo di un’avventura in cui l’attore americano è chiamato ad imbracciare di nuovo le armi, a ripercorrere le orme del giustiziere solitario, figura che il cinema americano ama in modo smodato e a cui ha legato alcuni degli attori più iconici di sempre.

Dal West alla giungla urbana moderna

In principio fu Alan Ladd, con quel capolavoro western che risponde al titolo di Il Cavaliere Della Valle Solitaria, tra i più importanti influenti western di tutti i tempi. In quel 1953 pose le premesse per la creazione dello Straniero Senza Nome, che avrebbe avuto soprattutto in Clint Eastwood il più grande rappresentante. Questa figura è stata progenitrice proprio del giustiziere urbano.
Cinematograficamente parlando infatti, anche Equalizer abbraccia un’identità ibrida, in cui la redenzione e la volontà di essere strumento di giustizia da antico testamento vanno di pari passo. Ci sono state una marea di declinazioni diverse dal punto di vista cinematografico di tale personaggio attraverso diversi generi, sovente toccando la dark comedy, altrove invece sposando una drammaticità è una violenza totali. Denzel Washington, per esempio, aveva portato sul grande schermo nel 2004 un personaggio simile, Man on Fire, revenge movie ambientato nel Messico accanto proprio a Dakota Fanning. Da Denzel Washington a Keanu Reeves il passo è brave. John Wick rappresenta la summa di una commistione di generi in cui l’ex sicario della mala russa, proprio per vendetta ritorna sul piede di guerra, facendosi strada tra legioni di nemici. Tale azione, lo rende un giustiziere a tutti gli effetti, benché egli sia parte di quel mondo e fino ad un certo punto ne segua rituali, regole e codice di comportamento. Ma bene o male tutti e tre questi universi narrativi sono uniti dal riscatto di un antieroe, di un uomo inseguito da un passato peccaminoso, da dolore e da una morte di cui aspetta la venuta con serenità, quasi come una fedele compagna che cancellerà ogni cosa. Eppure, il capostipite, il vertice di questo genere cinematografico, è anche un film che ancora oggi divide, fa discutere, nel suo rappresentare l’America Post-Vietnam.

Una figura nata dalle ceneri del Vietnam

Anno 1974. Charles Bronson è in cerca di una seconda giovinezza artistica dopo essere stato lanciato dai western e da alcune pellicole belliche ed action nei vent’anni precedenti. Il Giustiziere Della Notte di Michael Winner lo vede nei panni di un architetto pacifista e innocuo, sconvolto dalla morte della moglie e dalla violenza subita dalla figlia per mano di alcuni delinquenti. Quel film però mostrava una metamorfosi kafkiana, che lo vedeva infine diventare un giustiziere appunto, creando un prototipo cinematografico che sarebbe stato imitato tantissime volte. In quella saga vi era la personificazione della paura del cittadino comune di allora, quello che aveva visto l’America ottimista degli anni ‘60 diventare patria di violenze, sconvolta dalla neonata realtà della droga, dalla disoccupazione, dalle violenze razziali e da una crisi economica che spinse un’intera fetta di popolazione nelle braccia del crimine. Non fu un caso che nell’America dell’epoca tornasse di moda la pena di morte, ma anche la visione di una forza di polizia che doveva essere nell’immaginario di molti quasi paramilitare. Il Giustiziere Della Notte avrebbe continuato fino a diventare qualcosa di inverosimile, assurdo, per non dire poi fascista reazionario. Ma ha posto le basi anche per un’altra saga simile, quella di Taken, anch’essa affidata ad un attore non da poco: Liam Neeson. Come in Equalizer, anche qui abbiamo un ex agente dei servizi segreti, a cui viene rapita la figlia da una banda di mafiosi albanesi a Parigi e che dà fondo a tutte le sue notevoli capacità per ritrovarla e contemporaneamente fare piazza pulita. Manco il tempo di finire di applaudire il primo, solidissimo film, che Neeson si trova invischiato in una serie di sequel che alla fine hanno quasi toccato il comico involontario.

Tra ripetitività e lirismo cinematografico

Il concetto di giustiziere però cinematograficamente non ho avuto nessun rappresentante migliore di lui: Steven Seagal. Attore “cane” come pochi, ha però fatto la gioia di molti interpretando sempre lo stesso personaggio. Da Trappola sulle Montagne Rocciose a Trappola in Alto Mare passando per Nico, Giustizia a Tutti i Costi e Programmato per Uccidere, Seagal (almeno fino a quando il fisico gliel’ha permesso) ci ha regalato botte da orbi, morti in quantità, traiettorie impossibili di proiettili, mosse da videogiochi e reso la figura del giustiziere popolarissima per più di vent’anni. In lui rivive la parte più fantasiosa, esagerata e intimamente giocosa di tale figura. Ma non si deve pensare solo alla deriva commerciale, perché il giustiziere come personaggio cinematografico ha conosciuto delle vette liriche non indifferenti. Oltre al già citato Clint Eastwood, con film come Il Cavaliere Pallido, Gli Spietati, Gran Torino, nonché la saga dell’ispettore Callahan, creatura a metà tra la legge e il suo superamento, non si può non citare anche Drive. Nicolas Winding Refn con un Ryan Gosling freddo ma determinatissimo, hanno nobilitato il bellissimo romanzo di James Sallis. Forse nessun personaggio tra quelli citati, rappresenta meglio la mediazione tra lo Straniero Senza Nome è il giustiziere urbano, che poi in realtà sono due lati della stessa medaglia, di quella visione assolutamente individuale, personalistica e lontana dallo Stato che l’America continua ad avere della giustizia. Il problema principale è che spesso dai film, tutto questo nel loro paese passa drammaticamente ad essere applicato anche nella realtà quotidiana, dove il secondo emendamento è la porta per una violenza raccapricciante, che non viene mai fermata da nessun divo hollywoodiano.