SerieTV Recensioni The Doc(Manhattan) is in
Ci sono due tipi di spettatori possibili di Ahsoka, la nuova miniserie TV di Star Wars di cui sono arrivati ieri su Disney+ i primi due episodi (di otto). C’è chi è un fan di Star Wars che di questo universo di fantasia ha visto e letto, se non tutto, almeno buona parte, o che comunque conosce bene la serie animata Star Wars Rebels (2014-2018). E poi ci sono tutti gli altri. Ai primi non sembrerà vero di ritrovarsi così, beh, a casa, tra personaggi e storie che conoscono bene e riprendendo esattamente da dove il cartoon si era fermato, al termine della sua quarta stagione, cinque anni fa. I secondi, come studenti trasferitisi in un istituto nuovo ad anno scolastico iniziato, per godersi il viaggio ci metteranno un po’, visto che toccherà loro recuperare le informazioni necessarie pregresse. Ma oh, viviamo tempi in cui le serie di Star Wars si giocano dei capitoli fondamentali dentro altre serie. Vale tutto, immagino.
Superato lo shock iniziale di vedere un opening crawl di Star Wars con il testo allineato a sinistra anziché giustificato, ci si potrebbe in effetti accontentare, almeno in teoria, anche delle poche informazioni incluse in quelle parole rosse come la spada laser di un sith. Anche chi è a digiuno dei cartoon di Star Wars, l’Ahsoka Tano di Rosario Dawson la conosce già grazie ai suoi trascorsi in The Mandalorian. Ahsoka ha questa prigioniera che abbiamo conosciuto proprio nella serie di Mando, Morgan Elsbeth, e ci sono in ballo questo grand’ammiraglio Thrawn di cui tutti continuano a parlare e i fan dicono sempre un gran bene (soprattutto se hanno letto i libri di Timothy Zahn. Trivia: il suo vero nome è Mitth’raw’nuruodo) e… un’apprendista artista, con una corazza da Mandaloriana? Un tipo importante per quest’ultima, tale Ezra? E perché in due episodi su due si torna su quell’affresco di una variopinta banda di avventurieri?
Perché quelli sono, appunto, i protagonisti di Star Wars Rebels, e davanti a quell’affresco, sulla promessa di Ahsoka e Sabine di cercare Ezra, si era chiusa Rebels. Dave Filoni ha dimostrato di tenerci tantissimo a quella fetta del nuovo universo condiviso di Star Wars e, da vero impallinato, sta di fatto Filonizzando tutto il franchise. Il che è comunque potenzialmente positivo, perché introduce personaggi ancora non sfruttati nelle produzioni live action, e aiuta ad allargare un minimo il campo, senza tornare come ogni volta, si spera, a girare attorno alla famiglia Skywalker.
Tenendo anche e soprattutto da conto che personaggi come Thrawn e la stessa Sabine Wren sono interessanti. A questo punto si può proseguire con la visione di Ahsoka, lasciando che i buchi siano colmati dagli inevitabili spiegoni, oppure fare un ripassino veloce quanto meno della quarta e ultima stagione di Rebels, sempre su Disney+ (in particolare gli ultimi cinque-sei episodi) e rimettersi subito in pari con il resto della classe.
I fan di Rebels, per contro, avranno già iniziato a saltare sui divani alla prima apparizione della nave Fantasma, di Syndulla (sapevamo già che era diventata Generale), Huyang e Chopper.
Il primo episodio non parte benissimo quando ti dicono cos’è quel boccino d’oro, e che quindi tutta la trama ruota per l’ennesima volta in una storia di Star Wars attorno a una mappa. Decisamente meglio la seconda parte, con il duello tra Ahsoka, quel droide e Snake Eyes dei G.I. Joe il mercenario mascherato Marrok, con la doppia spada laser a richiamo. Quanto ai compagni di quest’ultimo, bello il personaggio di Baylan Skoll, del povero Ray Stevenson (scomparso lo scorso maggio), ancora da inquadrare l’apprendista emo con la spada laser color spremuta di sanguinelle, Shin Hati.
La Ahsoka Tano di Rosario Dawson è una figura assolutamente carismatica, che buca lo schermo anche senza usare le sue spade bianche gemelle: le basta lo sguardo. Ma questo lo sapevamo già. Altri protagonisti, come la verde Twi’lek Hera Syndulla, avranno bisogno di maggior spazio per brillare, ma nel complesso la struttura sembra interessante, il potenziale c’è, e il secondo episodio infila a rotta di collo, una dietro l’altra, una serie di situazioni tipiche dei film di Star Wars, tra battaglie e inseguimenti. Quasi a rassicurare chi temeva una serie dai ritmi lenti, o quelli che (brutte persone) si sono lamentati dell’affascinante gita lontana dal solito rappresentata da Andor.
Volevate dell’altro Star Wars classico? – chiede al pubblico un certo tizio quasi cinquantenne della Pennsylvania con il cappello da cowboy, che di cognome fa Filoni in una serie su una guerriera con dei tortani in testa – Beh, eccovelo.
Solo che ora, evidentemente, il compito di far legare nei sei episodi restanti quel pubblico a questi personaggi, che conoscano o meno i cartoon in cui molti di essi hanno visto la luce e sono cresciuti, è tutto sulle sue spalle.