Cinema roberto recchioni

Un dialogo immaginario per raccontare Insidious a chi di Insidious non sa niente

Pubblicato il 05 luglio 2023 di Roberto Recchioni

Ciao, ti piacciono gli horror?

Molto.

Ho visto che sta uscendo un nuovo Insidious, intitolato La porta rossa. È il terzo, giusto?

Il quinto, la serie nasce con Insidious, del 2010, diretto da un James Wan ancora non famoso, poi prosegue con un sequel, Insidious: Chapter 2 (Oltre i confini del male – Insidious 2, qui da noi) del 2013, sempre diretto da Wan. A seguire, Insidious: Chapter 3 (Insidious 3 – L’inizio, in Italia), diretto da Leigh Whannell nel 2015, che però è un prequel, e poi Insidious: The Last Key (Insidious – L’ultima chiave, del 2018, diretto da Adam Robitel) , che è un prequel pure quello. Ora arriva Insidious: La porta rossa, diretto da Patrick Wilson, che è un sequel, il terzo…

Non ci ho capito niente…

Guarda, è facile: rispetto al primo film ci sono due prequel e due sequel. Quindi, La porta rossa è effettivamente il terzo film della serie guardando dalla prima pellicola in avanti e il quinto per il franchise nel suo complesso.

Quindi, se volessi seguire tutta la storia dall’inizio alla fine…?

In maniera cronologica, dovresti vedere Insidious 3 – L’inizio, Insidious – L’ultima chiave, Insidious, Insidious 2, Insidious: La porta rossa… io però ti sconsiglio questo metodo.

Perché?

Perché ti bruceresti molti colpi di scena e rivelazioni. Molto meglio seguire l’ordine di produzione, se vuoi il mio parere.

Scusa ma The Conjuring, invece, non c’entra niente?

Capisco che tu possa essere confuso perché sia la serie di Insidious sia quella di The Conjuring hanno alcuni elementi in comune, come la presenza di James Wan alla regia e di Patrick Wilson tra gli attori protagonisti ma, no, sono due serie distinte con tematiche e approcci differenti. Anche perché, il Counjuringverse è di proprietà della New Line, mentre l’Insidiousverse della Blumhouse (sintetizzando, ci sono molte altre compagnie coinvolte nella realizzazione dei due franchise).

Ok, spiegami perché la serie di Insidious è speciale e merita il mio tempo…

Prima di tutto perché, specie i due primi film (quelli diretti da Wan) sono davvero molto buoni per regia, scrittura, messa in scena e montaggio, secondo poi perché, guardando a tutti i capitoli fino a quest’ultimo, il suo universo narrativo è molto ben caratterizzato, molto coeso e piuttosto coerente. Sostanzialmente, si tratta della storia di una famiglia che scopre che il loro figlio maggiore è capace di andare in stato di trance e così accedere a un oscuro piano astrale (chiamato l’Altrove, nella traduzione italiana) popolato da tutta una galleria di demoni dalle caratteristiche e l’aspetto molto precisi. Film dopo film, scopriremo che le straordinarie capacità del piccolo Dalton sono in realtà un retaggio familiare che coinvolge anche suo padre e suo nonno. In mezzo, ci sono alcuni personaggi ricorrenti sempre appartenenti al nucleo familiare (nello specifico, la misteriosa nonna), una nota sensitiva che diventerà una specie di mentore spirituale per la famiglia e una buffa squadra di “acchiappafantasmi”. Per quanto la storia si dipani, nel suo complesso, in un lungo arco di anni, il tema centrale rimane sempre a fuoco e, film dopo film, si vengono a sapere sempre più dettagli sull’origine del male. Sopratutto, però, si conoscono meglio i demoni che popolano l’Altrove, che sono poi la cosa migliore del franchise, grazie a delle belle caratterizzazioni visive e al fatto che ognuno è diverso e agisce in maniere distintamente diversa.

Come i cenobiti di Clive Barker?

Sì, ma senza tutto quel sottotesto sessuale.

Sai che non mi sembra molto originale come storia?

Perché non lo è. Ma la qualità del franchise non è nella sua originalità, ma nel fatto che è piuttosto divertente…

Ma non è un horror?

Sì ma ci sono horror e horror. Insidious è un horror che non ha praticamente nessun effetto splatter o sanguinario o disgustoso, che affascina per la sua mitologia demoniaca, che gioca con la tensione che, soprattutto (e specie nei due primi film) sa piazzare i jumpscare come nessun altro.

I “jumpscare” sarebbero?

Hai presente quando un film piazza un elemento inaspettato a schermo, la musica fa un balzo di volume e tutti saltano sulla sedia?

Sì…

Quello. La tecnica base di ogni film horror per fare paura. Spesso usata in maniera pigra e svogliata. Ma non in Insidious, che ne ha fatto letteralmente un’arte.

Quindi, mi consigli anche questo ultimo film?

Dunque, per gli appassionati della serie, è una visione obbligata, perché pare chiudere le vicende della famiglia Lambert (ma attenzione perché un nuovo capitolo è già stato annunciato e non possiamo sapere se sarà un sequel, un prequel o qualcosa di del tutto scollegato da quanto raccontato fino a questo punto).

Se invece la serie non la si è mai vista?

Non è un buon punto da cui cominciare. La narrazione presuppone che tu sappia già molto di tutti i personaggi e dei vari demoni…

Ma come film in quanto tale, com’è?

Insomma. Ha i suoi momenti buoni e tiene fede allo stile della serie, ma appare con un capitolo molto piccolo e un poco stanco. Non è un pessimo film, ma non è neanche un capitolo particolarmente brillante di un franchise che, pur nella sua semplicità, ha avuto ottimi episodi.

Ce li spendo i soldi o no?

Per me, sì. Ma solo dopo aver visto tutti i precedenti…

Va bene. Ma se poi non mi piace, me la vengo a prendere con te!

Non mi spaventi, sei sempre e solo un personaggio della mia fantasia, mio amico immaginario con cui faccio dialoghi immaginari.