Quarto potere: qualcuno ha messo all’asta l’Oscar di Orson Welles senza averne il diritto

Quarto potere: qualcuno ha messo all’asta l’Oscar di Orson Welles senza averne il diritto

Di Marco Triolo

La casa d’aste Heritage Auctions ha messo all’asta l’unico Oscar vinto da Orson Welles per Quarto potere, film considerato da molti il migliore mai fatto, anche se ampiamente snobbato dall’Academy all’epoca della sua uscita (su nove nomination, vinse solo per la migliore sceneggiatura originale, un premio condiviso da Welles e Herman Mankiewicz). La statuetta è stata messa all’asta con una base di 250 mila dollari, e venduta a un compratore anonimo per 645 mila dollari. Il problema è che, forse, l’intera operazione non era esattamente lecita.

La statuetta venduta, infatti, non era l’originale vinta da Orson Welles (che non si presentò alla cerimonia), ma un rimpiazzo richiesto dalla figlia Beatrice Welles all’Academy nel 1988, dopo la morte del padre, in quanto non riusciva a trovare l’originale da nessuna parte. L’Academy gliela concesse, con la condizione standard che, qualora avesse voluto venderla, avrebbe prima dovuto offrirla all’Academy per un dollaro. Questa condizione è entrata in vigore nel 1950 e non è retroattiva, nel senso che qualunque Oscar precedente a questa data può essere venduto liberamente.

Nel 1994, la statuetta originale è riemersa in un’asta a Londra, organizzata da Sotheby’s. Saltò fuori che era stata in possesso di Gary Graver, direttore della fotografia che aveva lavorato al film incompiuto (fino a quattro decenni dopo, ora è su Netflix) di Welles, L’altra faccia del vento. Graver sosteneva che Welles gliel’avesse data come pagamento, in mancanza di fondi. Graver l’aveva venduta per 50 mila dollari a una compagnia che poi la mise all’asta presso Sotheby’s. La casa d’aste notificò Beatrice Welles, per assicurarsi che tutto fosse in regola, e quest’ultima fece causa, ottenendo la statuetta per sé. Nel 2003, Beatrice Welles tentò di venderla, ma l’Academy le fece causa per fermare la transazione, sulla base del fatto che l’accordo relativo alla statuetta del 1988 le avrebbe dovuto impedire di vendere entrambe. Vinse lei, e riuscì infine a vendere la statuetta, che nel 2011 fu rivenduta ancora una volta per la somma di 871.542 dollari. L’anno dopo, anche la statuetta di Herman Mankiewicz fu venduta per 588.455 dollari.

Ora però resta il mistero su chi abbia messo all’asta la statuetta del 1988. La politica di Heritage prevede che chiunque metta all’asta un oggetto debba essere legalmente in diritto di farlo. La statuetta aveva il certificato di autenticità, ma non era specificato da chi provenisse, e certamente non proveniva dagli eredi di Welles, altrimenti sarebbe stato specificato. L’ipotesi è che sia stata venduta privatamente anni fa da Beatrice Welles, per aggirare l’obbligo con l’Academy, e che poi l’acquirente l’abbia messa all’asta senza sapere dell’obbligo o ignorandolo.

Inoltre, sempre muovendosi all’interno delle politiche Heritage, l’acquirente ha immediatamente rimesso in vendita l’Oscar per 967 mila dollari o “più”, prima ancora di averlo pagato o ricevuto. Ora non resta che attendere la risposta dell’Academy.

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