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SAG-AFTRA, il sindacato degli attori e degli artisti radio-televisivi americani, è ufficialmente entrato in sciopero dopo che le trattative con gli studios (rappresentati da AMPTP, Alliance of Motion Picture and Television Producers) circa il rinnovo dei contratti collettivi non sono andate a buon fine. Il sindacato si unisce dunque alla Writers Guild of America in uno storico doppio sciopero che non avveniva dal 1960, e che di fatto bloccherà quasi del tutto Hollywood nelle settimane, e forse nei mesi, a venire.
Ma perché i membri di SAG-AFTRA, che includono anche ballerini, modelli, influencer, giornalisti, cantanti, doppiatori e stuntmen, hanno deciso di scioperare?
Le ragioni sono molteplici, ma la questione principale è che gli studios avrebbero voluto semplicemente aggiornare il contratto precedente, limitandosi ad aumentare le cifre, senza prendere in considerazione il fatto che, con l’avvento dello streaming, la sua ascesa forzata durante il Covid e l’attuale inflazione, il mercato è fortemente cambiato negli ultimi tre anni (cioè dal precedente accordo). Come spiega la presidente di SAG-AFTRA, Fran Drescher (sì, la star de La tata), il sindacato non avrebbe accettato “cambiamenti incrementali che non onorano i cambiamenti che stanno avvenendo con questo modello di business che ci è stato imposto”. “Cosa stiamo facendo… spostando mobili sul Titanic?”, conclude Drescher.
Il “modello di business” a cui la presidente si riferisce è la rivoluzione dello streaming, che ha cambiato molte cose. In primo luogo, c’è la questione dei residuals, ovvero le royalty che vengono pagate agli attori principali di un film o una serie quando quel film o serie vengono trasmessi in replica. I residuals pagati per i passaggi in streaming sono più bassi rispetto a quelli dei canali tradizionali (TV lineari e via cavo), e SAG-AFTRA pretende che siano portati allo stesso livello.
L’altro problema con lo streaming è che ha portato a stagioni televisive più brevi, in genere non più di dieci episodi, e più distanziate nel tempo, e questo significa meno lavoro sicuro per gli attori.
Inoltre, SAG-AFTRA sta chiedendo un aumento delle paghe minime, in modo che vengano adattate all’inflazione, maggiori contributi ai fondi pensionistici e sanitari del sindacato e una migliore regolamentazione del processo delle audizioni. Oggi, infatti, sempre più spesso agli attori viene chiesto di registrarsi da casa e mandare il filmato al direttore casting, anziché recarsi fisicamente in un teatro di posa per il provino. Questo implica che gli attori debbano sostenere i costi dell’attrezzatura per le riprese e che debbano trovare un partner per le scene di dialogo.
Infine, c’è la questione cruciale, che accomuna SAG-AFTRA e WGA: l’intelligenza artificiale. Mentre gli sceneggiatori temono che gli studios li sostituiscano con l’IA nella stesura dei copioni, gli attori intendono proteggere l’uso della loro immagine, e della loro voce, in modo da poter essere equamente compensati nel caso in cui esse vengano riprodotte con l’uso delle nuove tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. E sono inoltre preoccupati dal fatto che le loro performance possano essere utilizzate per addestrare un’intelligenza artificiale senza il loro consenso o un equo compenso. Infine, l’emergere delle voci generate con l’intelligenza artificiale mette a rischio il lavoro dei doppiatori.
In una lettera ad AMPTP firmata da oltre trecento attori, tra cui Meryl Streep e Jennifer Lawrence, si legge:
Speriamo che abbiate ascoltato il nostro messaggio: questo è un momento chiave per la nostra industria, e quello che potrebbe essere considerato un buon accordo in qualunque altro anno semplicemente non è sufficiente. Crediamo che i nostri salari, la nostra professionalità, la nostra libertà creativa e il potere della nostra unione siano stati indeboliti nell’ultimo decennio. Dobbiamo ribaltare queste traiettorie.
Non la pensa così AMPTP, ovviamente, secondo cui SAG-AFTRA ha “rifiutato la nostra offerta storica di aumenti di paghe e residuali, aumenti sostanziali delle pensioni e dei contributi sanitari, copertura delle audizioni, periodi di opzioni per le serie accorciati, un’innovativa proposta sulla IA che proteggerebbe l’immagine digitale degli attori, e altro”.
Fran Drescher conclude:
Questo è un momento storico e un momento di verità. Se non alzeremo la testa ora, finiremo tutti nei guai. Saremo tutti a rischio di essere rimpiazzati da macchine e un’industria più interessata a Wall Street che a voi e alle vostre famiglie.