Cinema FantaDoc

Godzilla: Il re dei mostri (1955) – Godzillopedia Capitolo 2

Pubblicato il 25 luglio 2023 di DocManhattan

Benvenuti al secondo appuntamento con Godzillopedia, la rassegna, a cadenza più o meno settimanale, di tutti i film giapponesi di Godzilla. Soltanto una manciata di mesi dopo l’esordio col botto, più o meno in tutti i sensi, di Godzilla nel 1954, arriva nelle sale nipponiche il primo sequel. Un seguito messo in piedi evidentemente in fretta e furia, per cavalcare la grande onda (di Kanagawa) del successo del primo Gojira di Ishirō Honda. E infatti Il re dei mostri (Gojira no gyakushū, ovvero “Il contrattacco di Godzilla”. Titolo internazionale: Godzilla Raids Again) è un film semplice, breve, senza ambizioni. Non fosse che ci sono almeno TRE cose a renderlo godibile, oltre che una pellicola fondamentale nella storia del nostro amato rettilone atomico…

SULL’ONDA, MA SENZA HONDA

Il successo del primo Godzilla coglie nel ’54 alla sprovvista praticamente tutti, compresi il suo regista e la sua casa di produzione. Tanto è vero che quando la Toho si accorge che il film sta facendo il tutto esaurito in giro per l’arcipelago e decide di realizzarne SUBITO un altro, Honda non può occuparsene, perché è già impegnato sul set di Koi-gesho, pellicola romantica su due innamorati che si ricongiungono dopo la guerra.

La Toho affida allora la regia di questo nuovo Gojira a Motoyoshi Oda, versatile regista che aveva in comune con Honda (e con Akira Kurosawa) lo stesso maestro, Kajirō Yamamoto. Oda aveva già esperienza con i film a base di effetti speciali, e aveva già lavorato con quelli creati dal padre di Godzilla, Eiji Tsuburaya, in un suo film sull’uomo invisibile uscito l’anno prima (Tomei Ningen).

CINQUE MESI DI DEVASTAZIONE E UN’EVASIONE

Solo cinque mesi separano l’uscita de Il re dei mostri da quella del primo Godzilla, il che immagino sia più che sufficiente per rendere l’idea di quanto in fretta sia stato girato e confezionato il tutto. La storia è a dir poco esile: il primo Godzilla è morto e la sua carcassa si trova – spiega il Dr. Yamane di Takashi Shimura, in trasferta da Tokyo per mollare pure qui uno spiegone e via – sul fondo della baia di Tokyo, dove l’abbiamo lasciato alla fine del primo film.

Ma già lì si ipotizzava che potessero essercene degli altri di mostri simili, e quando questo secondo Godzilla salta fuori, per giunta in compagnia di un altro kaiju, non c’è sostanzialmente niente che si possa fare per fermarlo, visto che Serizawa si è portato nella tomba il segreto del suo Oxygen Destroyer.

Le vicende di due piloti che con i loro idrovolanti avvistano i banchi di pesce per i pescherecci, della fidanzata di uno dei due e i tentativi di proteggere Osaka dall’arrivo di Godzilla con delle bombe luminose (tentativi resi inutili dalla fantozziana fuga di alcuni evasi, conclusasi in un’esplosione mostruosa), cercano di tenere in piedi una trama all’acqua di rose. Se escludiamo il sinistro richiamo ai rifugi e all’oscuramento notturno della città, come sotto i bombardamenti della guerra, l’unico scopo del tutto è chiaramente far menare Godzilla e il suo nuovo nemico in giro per Osaka e davanti al suo castello.

Il tono, nonostante una dipartita nel finale, è molto meno drammatico rispetto al primo capitolo. Si ride, si flirta e si ricostruisce in fretta dopo la devastazione, giusto per avere la scusa per spostare la sfida al kaiju nel freddo nord e regalare a Godzilla un cappottino nuovo di ghiaccio.

IL PURORESU DEI KAIJU

I motivi a cui accennevamo all’inizio, che rendono Il re dei mostri una pellicola importante nella storia di Godzilla, non si limitano al fatto che questo secondo Godzilla è poi rimasto sulla scena per molti anni, per tutti i film dell’epoca Showa. Alla grande maestria di Tsuburaya, che riesce anche questa volta a far miracoli con i suoi modellini e i suoi diorama, si aggiunge il fatto che ne Il re dei mostri debutta un’idea che poi sarà il fulcro di tutti i film di Godzilla successivi: la presenza di un altro kaiju.

Come spiega il Dr. Yamane, i trascorsi tra Godzilla e Angilas (traslitterato anche come Anguirus) vanno molto indietro nel tempo: è una sorta di anchilosauro che si scontrava con il primo Godzilla già milioni di anni fa. Qui i due sono nemici, ma in diversi capitoli seguenti i due appariranno come alleati, e arriveranno a farsi negli anni Settanta pure una celebre, famigerata chiacchierata…

L’aspetto di Godzilla è diverso rispetto al primo film soprattutto perché Tsuburaya si impegna per alleggerire le tute, impiegando nuovi materiali, affinché gli attori – Haruo Nakajima e Katsumi Tezuka – possano muoversi e lottare meglio. In seguito il design del mostro cambierà anche e soprattutto per ragioni pratiche: i costumi arriveranno spesso semidistrutti a fine riprese, e per la pellicola successiva verranno perciò ricreati da capo.

Sorte diversa tocca però alle tute di questo Godzilla e di questo Angilas, che la Toho spedisce in America… perché venga creata un’altra versione del film.

DA GODZILLA A GIGANTIS

Gli stessi produttori che hanno importato negli USA il primo Godzilla decidono infatti di rilanciare con questo seguito, chiedendo alla Toho di poter girare del nuovo materiale con i costumi originali e di rimontare il tutto a gusto proprio, modificando nomi, storie, poteri, musiche (con tanto di riciclo di colonne sonore di altri film), effetti sonori. Praticamente tutto. Quello che ne viene fuori è un film ovviamente molto diverso intitolato Gigantis, the Fire Monster, che la Warner Bros. distribuisce negli States nella primavera di quattro anni dopo (1959) abbinandolo in un doppio spettacolo a Teenagers from Outer Space di Tom Graeff. In alcuni drive-in l’abbinamento è però più a tema: con un altro kaiju movie, Rodan, il mostro alato, che Ishirō Honda ha diretto nel ’56 ed è stato il primo film di kaiju a colori della Toho.

Tornando al 1955, nel natio Giappone Il re dei mostri ha fatto il suo, cioè dei buoni incassi, anche se non al livello del primo film. C’è tempo e modo, allora, per pensare con più calma alle prossime mosse, che comporteranno a inizio anni 60 il ritorno alla saga di Honda, e soprattutto il primo match tra Godzilla e King Kong. Ne parliamo la prossima settimana…