In questi giorni, Hollywood sta venendo duramente colpita dallo sciopero degli sceneggiatori, ma un’altra minaccia è all’orizzonte. Il 30 giugno scadrà infatti il contratto collettivo con SAG-AFRTRA, il sindacato degli attori americani, e questo potrebbe significare un bel grattacapo per gli studios che, nelle prossime settimane, dovranno pubblicizzare l’uscita dei blockbuster estivi.
Nelle settimane precedenti l’uscita di un film, infatti, si intensificano le campagne marketing, con i tour promozionali e gli eventi stampa, denominati junket, durante i quali i giornalisti vengono convocati per le interviste ai cast dei film. Alcuni di questi junket, come ad esempio quello di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, che è già svolto, e quello di Tartarughe Ninja: Caos Mutante, anticipato a giugno, non correranno rischi. Altri invece sono fissati per dopo la scadenza del contratto: parliamo di quello di Barbie, che si dovrebbe svolgere il 7 e 8 luglio, così come quello di Oppenheimer. A rischio anche quello de La casa dei fantasmi Disney, che si svolgerà a New Orleans, dove il film è ambientato ed è stato girato, a ridosso della deadline, il 29 e 30 giugno.
E poi c’è la questione San Diego Comic-Con, evento che si svolgerà dal 20 al 23 luglio e che conta sulla presenza dei cast dei principali blockbuster in arrivo, e sugli inevitabili annunci a sorpresa che, semplicemente, non potrebbero funzionare senza gli attori.
Uno sciopero degli attori potrebbe inoltre mettere a rischio anche il lancio delle campagne per gli Emmy.
“L’ultimo mese è dedicato a spostare l’ago della bilancia”, afferma un veterano del marketing cinematografico contattato da Variety. Parliamo di servizi fotografici, première internazionali e apparizioni ai talk show, che non sono attualmente in onda per via dello sciopero degli sceneggiatori. Ma “non avere un grosso red carpet la settimana di uscita del film? Questo farà assolutamente male”.
Un dirigente di Hollywood, come molti colleghi che stanno dalla parte degli studios e dei produttori, è invece perplesso:
Il sindacato sta lottando per i salari. Uno sciopero danneggerebbe gli incassi al box office, il che intaccherebbe le paghe degli attori. Se fossi qualcuno come Margot Robbie, da produttrice e star di Barbie, non sarei felice.