Nata nel 2011 dalla brillante mente di Charlie Brooker, Black Mirror ha fin da subito attratto le lodi di tutto il mondo e ciò soprattutto a causa del modo in cui decise di narrare il sempre più progressivo sviluppo delle nuove tecnologie. Nella serie, infatti, viene ritratto un mondo distopico dove queste ultime sono totalmente immerse nella quotidianità di ogni persona (un po’ come oggi); a colpire il pubblico di tutto il mondo è stata però la capacità di mostrare gli effetti negativi delle nuove tecnologie, nel campo dei media e non solo. Ogni episodio racconta una storia diversa, la quale nasce e si conclude nei 50/60 minuti a disposizione. Le prime due stagioni sono andate in onda sulla rete britannica Channel 4, mentre dalla terza stagione i diritti dello show sono stati acquistati dalla piattaforma streaming Netflix.
Sono in molti a sostenere che da questo evento la serie non sia stata più la stessa ed abbia iniziato a scricchiolare, alternando ottimi momenti ad altri meno potenti, imputando quindi la colpa alla stessa Netflix. Nonostante ciò, tra la terza e la quarta stagione di Black Mirror hanno comunque dato vita a grandissimi episodi, considerati tra i più belli di sempre dai fan, come Nosedive, Shut Up and Dance, San Junipero (accusato però da parecchi di essere stato l’apripista per lo sviluppo di finali più gioiosi e meno tragici, come erano invece quelli della serie fino a quel momento), Hang the DJ e Black Museum.
Nel 2017 è stato annunciato lo sviluppo di un film interattivo della serie, dal nome Black Mirror: Bandersnatch. In questa pellicola sarebbe stato lo spettatore, direttamente dal proprio divano e con il suo telecomando, a decidere le azioni del protagonista; una svolta epocale per lo show ed in generale per la serialità. Il film ha richiesto un enorme sforzo produttivo agli autori della serie e alla stessa Netflix, ma è comunque riuscito ad approdare sulla piattaforma il 28 dicembre 2018. Tale episodio speciale porta lo spettatore ad immergersi – totalmente – nella vita di Stefan Butler (Fionn Whitehead), un giovanissimo programmatore che sta ideando un videogioco interattivo. Il pubblico deve quindi prendere molte decisioni pensando come il protagonista ed ognuna di esse avrà delle ripercussioni – positive o negative – sulla trama.
Con molteplici finali diversi, a seconda delle scelte prese dal singolo spettatore, Bandersnatch ha ottenuto critiche miste. C’è chi l’ha trovato geniale e chi invece avrebbe preferito una storia più originale, lo stesso Black Mirror a livello di scrittura ha infatti offerto al suo pubblico narrazioni più avvincenti. La quinta stagione dello show ha debuttato a giugno 2019, una distanza così ridotta ha reso ancor più evidente come qualcosa si stesse profondamente rompendo dal punto di vista creativo. Molto probabilmente Bandersnatch ha risucchiato tutte le forze inventive degli sceneggiatori, i quali hanno dato vita ad un quinto ciclo di episodi al di sotto delle aspettative; la quinta è considerata universalmente la peggior stagione dello show, almeno fino a questo momento. Complice anche la pandemia il marchio Black Mirror si è preso una lunga pausa, ben 4 anni, prima di tornare sui nostri schermi con la sesta stagione.
La sesta stagione di Black Mirror è stata distribuita da Netflix il 15 giugno 2023 e, nonostante non sia trascorsa neanche una settimana, sta già facendo parecchio discutere il pubblico e la critica. Chi sperava in un miglioramento, dopo i quattro anni di assenza dagli schermi, potrebbe rimanere deluso. La scorsa annata presentava degli episodi deboli ma comunque ambientati in scenari distopici ed incentrati sulle nuove tecnologie (marchi di fabbrica dello show), invece, in questa sesta stagione Black Mirror sembra snaturare la sua vera natura per trasformarsi in qualcosa di diverso. Se è vero che negli ultimi anni, complice la spinta propulsiva derivata dalla pandemia, la realtà pare aver superato la fantasia (ed il recente Apple Vision Pro lo dimostra), non appare opportuno per lo serie rinnegare sé stessa nel tentativo di sorprendere il pubblico.
In questa sesta stagione il marchio Black Mirror è stato infatti utilizzato dagli autori e da Netflix per fare degli episodi poco attinenti allo spirito distintivo della serie. Gli unici due in cui si tenta di rimanere nell’ambito della tecnologia sono il primo ed il terzo, seppur entrambi presentino numerosi difetti e buchi di trama.
Nei restanti episodi, invece, vengono analizzati i comportamenti umani su molteplici tematiche come, ad esempio: il fenomeno dei paparazzi, l’autocritica alla morbosità dei true crime da parte degli stessi spettatori di Netflix (come dimostrato dal caso Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer), omaggi a prodotti cult come Death Note, V per vendetta e persino l’inserimento di elementi soprannaturali ed horror. Questi ultimi, in particolare, erano davvero necessari in una serie dove il futuro distopico è sempre stato il punto focale? Non sorprende quindi leggere le più pesanti critiche proprio agli episodi 4 e 5, dove tali tematiche prendono il sopravvento sul resto. Sarebbe stato magari più giusto fare uno spin-off incentrato per l’appunto sull’analisi dei comportamenti umani, avvalendosi dei più disparati generi cinematografici. Non bastano grandissime interpretazioni, come quella di Annie Murphy in Joan is Awful (episodio 1) o di Aaron Paul in Beyond the Sea (episodio 3), a salvare una stagione in cui la serie appare solo una copia sbiadita di quella capace di tenere incollati agli schermi gli spettatori di tutto il mondo. Ci viene, quindi, spontaneo chiederci: Black Mirror ha ancora senso nell’odierna serialità? Ha ancora qualcosa da dire? Non sarebbe più opportuno lasciare un bel ricordo di una serie amatissima, la quale però sembra essere entrata in un tunnel senza fine?
Come detto, la sesta stagione di Black Mirror ha fatto il suo debutto sulla piattaforma streaming Netflix proprio in questi giorni, considerando l’enorme successo di visualizzazioni ci aspettiamo l’ordine di un settimo ciclo di episodi.