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Succession 4: la tragica epopea della famiglia Roy si conclude definitivamente – LA RECENSIONE DELLA STAGIONE FINALE

Pubblicato il 30 maggio 2023 di Gian Marco Novelli

Come già ripetutamente affermato, Succession in questi ultimi anni ha rappresentato la punta di diamante dell’attuale HBO; quella serie dall’immensa qualità priva di ogni minimo difetto, capace di incantare chiunque decida di iniziarla. L’annuncio della quarta stagione come ultima, a pochi giorni dal debutto, ha destato in molti fan alcune preoccupazioni; c’era chi (come il sottoscritto) aveva paura di un finale troppo affrettato, non all’altezza della storia narrata nelle precedenti tre annate. Dopo aver visto il terzo episodio (universalmente acclamato), sono state però chiare le motivazioni che hanno spinto Jesse Armstrong ad annunciare la fine proprio a pochi giorni dal debutto. Se l’avesse fatto prima il set sarebbe stato letteralmente invaso dai fan alla ricerca di ogni minimo spoiler e la struggente morte di Logan (di cui vi avevamo parlato QUI) sarebbe stata molto probabilmente spoilerata.

Infatti, è proprio questo avvenimento a dare una spinta decisiva agli eventi narrati nell’ultimo ciclo di episodi, fungendo da turning point dell’intera trama e dando finalmente avvio alla “Successione” tra i quattro fratelli Roy. Una battaglia all’ultimo sangue degna del miglior Game of Thrones, del resto io lo dico dalla prima stagione che Succession è un Game of thrones senza spade e draghi. A differenza di quest’ultimo, però, la conclusione di Succession è quanto di più giusto e soddisfacente sia mai stato scritto per uno show televisivo, un atto finale di cui sentiremo parlare a lungo e che verrà indubbiamente ricordato per sempre. Se non avete ancora concluso la stagione, vi consigliamo di non continuare la lettura perché DI SEGUITO SARANNO PRESENTI SPOILER (anche sul finale di serie).

Elezioni, funerale e vendita: i momenti clou della stagione

Dalla tragica morte di Logan (Brian Cox) nel terzo episodio, la stagione finale di Succession ha preso definitivamente il volo portando lo spettatore a sentirsi appagato alla fine di ogni atto. Infatti, ogni singolo episodio può essere considerato come parte di una pièce teatrale, tragica visto il mondo in cui si conclude. Gli atti principali che hanno composto questa quarta stagione sono quattro: la morte di Logan, il suo funerale, le elezioni statunitensi e la vendita/non vendita della compagnia; tali avvenimenti però non sono stati trattati nell’ordine qui presentato, bensì in modo sparso. Se inizialmente può risultare straniante vedere tre figli parlare di compravendita, affari ed elezioni subito dopo aver perso una figura così importante come il loro padre, il finale di serie ci fa capire quanto gli affari per tutti loro vengano prima di qualsiasi tipologia di affetto ed umanità.

Quest’ultima in Succession non esiste, o meglio è celata; fin dal primo ciclo di episodi ci troviamo di fronte a personaggi spietati e facili da odiare, ma al tempo stesso non riusciamo a detestarli completamente. In ognuno di loro, infatti, è possibile scorgere anche una minima emozione, la quale li ha portati ad essere (chi più e chi meno) amati dal pubblico della serie. Per un totale di 4 stagioni e 39 episodi, Succession ha narrato la storia di un gruppo di tre ricchi e spietati fratelli, capaci di distruggersi l’un l’altro per ottenere l’obiettivo comune: succedere al loro padre come CEO della più grande industria mediatica degli Stati Uniti, ovvero la Waystar Royco.

Il fantastico trio dei fratelli incasinati

È vero, ci sarebbe anche Connor (Alan Ruck) ma lui non è mai stato veramente della partita, non gli è mai interessato diventare il nuovo Logan; quindi, è giusto pensare a Succession come la storia di Kendall (Jeremy Strong), Shiv (Sarah Snook) e Roman (Kieran Culkin)? Probabilmente sì e questa stagione ne è stata la prova, la dipartita del loro spietato padre ha avuto infatti come obiettivo la messa in risalto di ognuno dei tre figli. Nonostante abbiano lo stesso sangue, Kendall, Shiv e Roman sono persone molto diverse tra loro, accomunate però da una smania di potere enorme. Questa stagione ha dimostrato a tutti gli spettatori quanto nessuno di loro meritasse veramente di maneggiarlo quel potere.

Shiv nella sua freddezza è una persona capace di cambiare idea a seconda di come le conviene (per quanto sia rimasta forse la più coerente in tutti questi ultimi episodi), Roman è semplicemente troppo emotivo per ricoprire una carica così importante e che richiede la giusta dose di crudeltà, Kendall sarebbe molto probabilmente la figura più adatta (per competenze ed esperienza) ma avrebbe avuto davvero senso? Nel finale lo vediamo quasi uccidere il fratello e mettere le mani addosso alla sorella incinta per ottenere il ruolo di CEO. Per tale motivo la scelta di non far ricoprire questa carica a nessuno dei tre, ma anzi vendere l’azienda a Lukas Matsson (interpretato da un grandissimo Alexander Skarsgård), è stata quanto di più giusto potesse avvenire per concludere la storia. Se Shiv e Roman non possono essere a capo della compagnia, questo finale ha evidenziato quanto sia giusto che neppure Kendall ottenga tale ruolo perché ha dimostrato per l’ennesima volta quanto quel potere l’avrebbe condotto a divenire un Logan 2.0 e siamo certi che lui meriti molto più di questo.

Un finale dai due volti: tragico ma allo stesso tempo giusto

La serie si conclude con un tragico finale, o meglio con un finale dove nessuna delle tre fazioni principali vince (almeno apparentemente). Ma siamo sicuri che questo rappresenti davvero un male per i personaggi? Roman è finalmente libero e può davvero cercare di lavorare su sé stesso e sulle proprie fragilità, affrontando inoltre la perdita del padre. Shiv, scegliendo di votare per la vendita dell’azienda e con la conseguente nomina di Tom (Matthew Macfadyen) come CEO, è destinata a divenire proprio la persona da cui ha cercato di scappare e discostarsi per tutta la vita: sua madre. La donna vivrà infatti costantemente all’ombra di un uomo e il loro figlio è destinato non solo a continuare in qualche modo la linea di Successione della famiglia all’interno dell’azienda (come sapientemente osservato da Roman), ma anche a vivere lo stesso trauma vissuto da lei e dai fratelli fino a quella fatidica giornata. Kendall, dopo il “tradimento” di Shiv in sede di voto, sembra tornare al punto da dove è partito a inizio serie: sconfitto e solo. Le scene finali di Kendall rappresentano forse l’apice del suo personale percorso, culminato per l’appunto con un crollo totale di tutte quelle certezze su cui aveva basato la propria vita dall’età di 7 anni, come ricordato in questo finale.

La volontà di Logan è stata rispettata: vendere l’azienda perché nessuno dei suoi figli sarebbe mai stato in grado di governarla come lui voleva e desiderava, ci ha provato a scegliere uno di loro ma semplicemente l’avidità di tutti e tre li ha condotti a questa fine. Probabilmente in molti storceranno il naso per la mossa di Shiv, ma non chi sta scrivendo. La donna non è mai stata presa seriamente in considerazione da nessun uomo presente nello show: dal padre ai fratelli, fino ad arrivare al marito e per ultimo lo stesso Matsson. Tutti hanno finito col tradirla, per tale motivo risulta estremamente poetico che le sorti dell’azienda siano state decise proprio da lei.

Cosa faranno i personaggi ora che la Successione è realtà?

Succession si conclude con il voto e il passaggio di testimone tra i Roy e Matsson, non mostrandoci però molto altro del futuro di questi personaggi perché le loro vite continueranno a procedere e, se per qualcuno si apriranno le porte della libertà, per altri sarà un inferno. Jesse Armstrong con questo finale ha voluto ribadire ancora una volta quanto lo show abbia sempre voluto portare in scena la lotta per la successione, una volta conclusasi quella cosa altro poteva mostrarci? Proprio in relazione al finale dei personaggi Armstrong ha dichiarato:

Ho pensato a tutte le loro storie. Sapete, non finiscono. Continueranno. Ma è come se lo show perdesse interesse per loro, perché i personaggi hanno perso ciò che volevano, cioè il successo, che era il premio che il padre aveva in serbo per loro.

La quarta stagione di Succession è stata capace di scrivere la storia delle serie tv, tra qualche anno quando ci guarderemo indietro saremo ancora qui a lodare episodi come Connor’s Wedding, America Decides, Church and State e With Open Eyes. La serie si è conclusa con una bomba atomica capace di fare terra bruciata su quanto di bello (ed eccellente) visto negli ultimi anni sul piccolo schermo, da questo momento in poi ci sarà un prima ed un dopo Succession; possiamo definitivamente affermare di aver assistito alla nascita di un nuovo livello qualitativo con cui tutti i prodotti d’ora in poi saranno, inevitabilmente, costretti a confrontarsi. Nel pieno stile dello show ci viene spontaneo chiederci: quale sarà l’erede di Succession? Ai posteri l’ardua sentenza. Ci aspettiamo una vera e propria  spazzata per questo tragico capitolo finale alla prossima edizione degli Emmy Awards, le cui nomination saranno rese note il 12 luglio 2023 (con cerimonia fissata per il 18 settembre 2023). Tutti i membri del cast meriterebbero di essere premiati, così come la sceneggiatura e la regia, e siamo certi che ciò avverrà. Per chi già avesse voglia di un rewatch, tutte e quattro le stagioni della serie sono disponibili su Sky Italia e NOW.