Still: La storia di Michael J. Fox non è il racconto di una caduta, ma di una risalita

Still: La storia di Michael J. Fox non è il racconto di una caduta, ma di una risalita

Di Marco Triolo

“Com’era essere fermo?”. “Non lo so, non sono mai stato fermo”. Questo breve scambio di battute raggiunge il cuore stesso di Michael J. Fox e di questo progetto, il documentario Still: La storia di Michael J. Fox da poco arrivato su Apple TV+. Diretto da Davis Guggenheim (Waiting for Superman, Malala), il film esamina la carriera del protagonista di Ritorno al futuro, raccontandone parallelamente la convivenza con il morbo di Parkinson, diagnosticatogli quando aveva appena 29 anni.

Guggenheim monta sapientemente spezzoni tratti dai film della sua epoca d’oro, quella seguita all’exploit di Ritorno al futuro: un attore sempre in corsa, atletico, inarrestabile. Fox racconta che era così anche da bambino, e una serie di ricostruzioni fiction della sua infanzia e adolescenza ce lo mostrano proprio così. Un eterno slancio verso un sogno, raggiunto con determinazione e talento. Fino alla scoperta che, per molti, avrebbe segnato la fine della vita. E che per lui è invece un nuovo inizio.

Still: La storia di Michael J. Fox è costruito come un racconto a tre atti, come tutti i documentari mainstream: ci sono l’ascesa, la caduta e la risalita tipiche di ogni storia, specialmente delle storie americane (lui è canadese, ma ci capiamo). Eppure è evidente come in questo caso lo schemino sia qualcosa di più di questo, come calzi davvero la vita di Michael J. Fox come un guanto. Perché le cose sono andate davvero così: il momento in cui tutto è perduto, quello della scoperta della malattia, lo ha portato ad affrontare una crisi personale che lo ha trasformato, come confessa nel film, in un alcolista. Da lì, Fox non poteva che risalire, combattere con tutte le forze per ritardare gli effetti più devastanti di un male incurabile e lottare anche per gli altri, per finanziare la ricerca contro il Parkinson.

In tutto questo, Michael J. Fox si piazza di fronte all’obbiettivo, in primo piano, non nasconde i suoi spasmi e il suo dolore, perché questo è il punto: c’è stato un momento nella sua vita in cui prendeva farmaci per nascondere al mondo (e ai suoi datori di lavoro) la sua condizione. Oggi, invece, Fox è un uomo libero, perché, finché la sua mente potrà volare, non ci sarà gabbia fisica che tenga. L’attore chiede spesso di non essere trattato come qualcosa di pietoso: lui non vuole pietà, vuole rispetto e consapevolezza. È questa forza d’animo che rende tollerabile, persino edificante, la visione di questo film. Non è lo straziante racconto di una caduta, ma l’esaltante storia di una risalita, una presa di coscienza, la dimostrazione che nella vita serve coraggio e che ogni muro può contenere una porta verso qualcosa di nuovo.

Se ne esce con una lezione: non state fermi, mai. Prendete quello che la vita ha da darvi, nel bene ma anche nel male, e coltivatelo. E soprattutto circondatevi di persone con cui condividere tutto: saranno la vostra forza.

QUI potete vedere il trailer di Still: La storia di Michael J. Fox, attualmente disponibile su Apple TV+.

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