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May December e cioè la donna e le sue obbligate ipocrisie secondo Todd Haynes (e presentato a Cannes)

Pubblicato il 22 maggio 2023 di Andrea D'Addio

Con May December Natalie Portman e Julianne Moore si mettono al servizio di una storia di specchi emotivi sullo sfondo di un mondo di apparenze e false felicità

Gracie (Julianne Moore) è una donna che vent’anni prima ha intrapreso una controversa relazione amorosa con un adolescente, ora suo marito, e di Elizabeth, impersonata da Natalie Portman, un’attrice che si prepara a ricoprire il suo ruolo sul grande schermo. “May December”, ultimo lavoro di Todd Haynes, parte da qui per una storia che si snoda nell’intimità di una famiglia segnata da scandali passati e tensioni attuali ora messa alla prova dall’ingresso, non discreto, di un nuovo elemento, l’attrice interpretata da Portman.

Con la sua regia, Haynes crea un’atmosfera carica di teatralità e tensione, esplorando la crudeltà dei rapporti umani all’interno di una famiglia eclettica, in un contesto che oscilla tra melodramma e thriller psicologico. Il film intreccia momenti di umorismo con una profonda riflessione sulla natura umana, l’invecchiamento e la celebrità, ponendo in risalto le analogie e le differenze tra le due protagoniste. Queste, pur trovandosi in fasi diverse della vita e della carriera, mostrano sorprendenti somiglianze e contrasti.

Todd Haynes si è sempre distinto per la sua abilità nel delineare personaggi femminili complessi e sfaccettati. In “Carol”, aHaynes esplorava con delicatezza la relazione tra Carol Aird (Cate Blanchett) e Therese Belivet (Rooney Mara), mostrando la loro lotta interiore e il desiderio di autenticità in un’epoca di rigide convenzioni sociali. In “Far from Heaven”, la sua attrice feticcio – Julianne Moore –  interpretava Cathy Whitaker, una casalinga degli anni ’50 che affrontava pregiudizi razziali scoprendo, tra le varie cose, anche la propria identità sessuale nonostante pressioni sociali dell’epoca. In “Mildred Pierce”, con Kate Winslet nei panni della protagonista, Haynes ritraeva  una madre single durante la Grande Depressione, toccando temi di sacrificio, ambizione e resilienza. Questi personaggi, intensamente umani e complessi, hanno sempre evidenziato la maestria di Haynes nel rappresentare le sfide, le lotte e le vittorie delle donne, offrendo uno sguardo profondo e sfumato sulla femminilità. In May December alcuni di questi temi vengono trattati, ma da un’altra prospettiva, o meglio, da due prospettive.

Moore e Portman offrono interpretazioni ricche di sfumature, giocando con cliché e contrasti psicologici, evitando però di cadere nel banale. Nonostante ciò, i personaggi femminili non sembrano lasciare un’impressione duratura nello spettatore. Il film mantiene una certa distanza, rendendo difficile l’empatia con le due donne, in particolare con il personaggio di Portman. Questo distacco, forse intenzionale, trasforma i personaggi in elementi di una tesi più ampia, ma a livello emotivo, questa distanza impedisce allo spettatore di coinvolgersi pienamente, rendendo arduo comprendere ciò che si cela sotto la superficie. Inoltre, alcune informazioni cruciali, come il tenore di vita della famiglia del personaggio di Moore, rimangono troppo sfumate, compromettendo la credibilità dei comportamenti dei personaggi.