La Sirenetta, il regista e il cast presentano il film alla stampa

La Sirenetta, il regista e il cast presentano il film alla stampa

Di Lorenzo Pedrazzi

Gli storici della Disney lo sanno bene: dopo la crisi degli anni Ottanta, fu proprio La Sirenetta a segnare la rinascita della Casa di Topolino, poi sancita definitivamente da La Bella e la Bestia. Trasporre questo classico in live action equivale a prendersi una grande responsabilità, e infatti lo studio si è affidato all’esperienza di Rob Marshall, con cui aveva già lavorato in Mary Poppins Returns, Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare e Into the Woods. Il regista americano ha messo insieme un cast di alto livello, capitanato dalla voce formidabile di Halle Bailey. La sua Ariel trova in Jonah Hauer-King (Principe Eric) un ottimo compagno di avventure, e i due sono circondati da un ensemble prestigioso: Jacob Tremblay (Flounder), Awkwafina (Scuttle), Daveed Diggs (Sebastian), Melissa McCarthy (Ursula), Javier Bardem (Re Tritone) e Noma Dumezweni (Regina Carlotta).

Gli attori e il regista hanno presentato il film alla stampa, insieme al produttore John DeLuca e al celeberrimo compositore Alan Menken, vincitore dell’Oscar per la Miglior Colonna Sonora e per la Miglior Canzone Originale proprio con La Sirenetta (per non parlare delle altre sei statuette, conquistate sempre con classici Disney). È stato lui a comporre anche i nuovi brani di questa versione, su testi scritti da Lin-Manuel Miranda.

Imparare da Ariel

Sono passati diversi anni da quando Halle Bailey fu scritturata nel film: significa che Ariel fa ormai parte di lei, e l’attrice di Atlanta sente di avere molto in comune con la giovane sirena.

Dico sempre a tutti che Ariel mi ha aiutata a trovare me stessa, è una versione di me. Ormai le ho dedicato cinque anni della mia vita, da quando ne avevo 18 fino a oggi, che ne ho 23. E quelli sono anni molto intensi e trasformativi, in cui ti sviluppi in una giovane donna… ma sento che, soprattutto se pensiamo ai temi del film, ciò che deve affrontare con la sua passione e la sua determinazione, il fatto di far sentire la sua voce, per quanto spaventoso possa essere… tutte queste cose, ho davvero cercato di adottarle e infonderle in Halle. Mi ha insegnato moltissimo, senza dubbio.

Bailey racconta inoltre un aneddoto su quando Rob Marshall le annunciò di aver ottenuto la parte:

Avevamo festeggiato il compleanno di mia sorella il giorno prima, quindi eravamo appena tornati da un airbnb e stavamo disfando i bagagli. A un certo punto ricevo una chiamata da Rob, ma io non rispondo mai ai numeri sconosciuti, quindi lascio perdere. Il mio fratellino però arriva da me correndo, e urla “Rispondi al telefono, rispondi al telefono!”. [Ride] Quindi rispondo, e Rob dice: “Pronto, sto cercando Ariel”. In quel momento ho cominciato a piangere, e ho pianto per tutto il giorno.

La Sirenetta

Un grande privilegio

Dal canto suo, Jonah Hauer-King si è sentito in soggezione a lavorare (e cantare) al fianco di un’artista candidata ai Grammy, ma se l’è cavata benissimo anche quando ha dovuto intonare il suo brano originale, Uncharted Waters. L’attore inglese dice che far parte di un progetto simile «è un privilegio», e sottolinea come questa versione de La Sirenetta unisca lati fiabeschi e sfumature reali.

Ha di speciale che l’intero film, l’intera storia, sembra radicata nella realtà. L’aspetto legato alla principessa e al principe Disney è fantastico, divertente ed entusiasmante, ma vederlo ieri sera [all’anteprima mondiale] mi ha fatto rendere conto che per tutti noi, anche se viviamo in questo spazio fantastico, il film è profondamente connesso con il mondo reale, i suoi temi sono profondamente connessi col presente.

Se il film lascia questa sensazione “terrena”, è anche grazie al lavoro degli attori: Daveed Diggs spiega che, nonostante le dimensioni della produzione, il cast ha potuto collaborare in un clima molto intimo, da community theatre.

[Il film] è grande, e al contempo non lo è… beh quantomeno per noi, credo. Il modo in cui ci abbiamo lavorato, in generale, non è stato “grande”. Ci abbiamo lavorato come se fosse stato qualcosa di piccolo. Almeno in quelle sessioni di lavoro, sembrava davvero di fare del community theatre. Spostavamo in giro degli scatoloni, costruivamo i set, capite cosa intendo? E siamo entrati in quell’atmosfera dove, tipo, è così che si fa arte. Abbiamo fatto qualcosa che noi stessi capivamo, e che tutti potevano accogliere, e in cui credevamo davvero, che conoscevamo in ogni aspetto. Poi, arrivare all’anteprima con la strada chiusa per noi, i poster dappertutto, e vedere il film su quello schermo gigantesco… è un intero mondo che non avevo mai visto.

Melissa McCarthy gli fa eco, spiegando ciò che ha amato di più di questa esperienza:

Credo che la parte migliore delle riprese sia stato ogni singolo minuto. Sono state le prove, il tentativo disperato di non piangere ogni volta che canti una melodia, perché non voglio che lei pensi che sono pazza mentre le lacrime mi scorrono sul viso. L’intero processo. Penso che tutti concordiamo sul fatto che Rob Marshall… il modo in cui crea questo mondo è la ragione per cui mi sono innamorata delle opere teatrali. Sembra un cosa talmente piccola, eppure sai che è enorme. E poi diventa così personale, e tutti stanno dando il meglio di loro stessi, e lui è lì avvolto nel cashmere che fa il tifo per noi. [Ridono] Se ne sta lì e ci supporta tutti, pacatamente. È così per gli attori, ma non dimentichiamo anche gli stupendi movimenti di macchina, il dipartimento sonoro che fa un lavoro straordinario, e i costumi… è un apprezzamento per ogni singola persona, e per tutte le parti che servono a far funzionare un film. Avere qualcuno che ci supporta in quel modo, non riesco nemmeno a spiegare quanto mi senta fortunata, e sono sicura che tutti noi ci sentiamo così.

La Sirenetta

Come in famiglia

Insomma, è stato come lavorare in famiglia: Halle Bailey lo dice molto chiaramente.

Queste persone sono… è come se fossero la mia famiglia, e sono così talentose, mi hanno ispirato per così tanto tempo. Quindi il sentimento è reciproco per ognuno di noi. Sono felice di essere circondata da loro.

È d’accordo Jacob Tremblay: non solo la condivisione dello studio in Inghilterra (La Sirenetta è stato girato ai Pinewood Studios di Londra) ha consolidato un senso di familiarità tra gli attori, ma lo ha aiutato con la sua performance vocale.

Voglio dire, siamo stati tutti insieme per parecchio tempo in uno studio in Inghilterra. Abbiamo potuto conoscerci molto bene. E questo sicuramente mi ha aiutato con la mia interpretazione vocale, perché lo preferisco di gran lunga rispetto a stare in una cabina di registrazione, soprattutto a causa del Covid. In altre circostanze sarebbe stato su Zoom, ma è stato un privilegio poter stare tutti insieme e fare le nostre scene insieme.

Tornando ai personaggi del film, Javier Bardem interpreta Tritone, padre di Ariel e Re dei mari. Tritone è iperprotettivo verso la figlia, e non vuole che si avventuri nel mondo degli umani, da lui ritenuto barbaro e pericoloso. Spiega l’attore spagnolo:

È un uomo che ama profondamente sua figlia, ma è confuso, prova paura e insicurezza in quell’amore. Le sta impedendo di essere libera. Quindi ho dovuto creare quel tipo di relazione, ho dovuto interpretare quel tipo di ruolo, perché il racconto avesse senso. Uno dei bellissimi temi di questa storia è che la madre e il padre, gli adulti imparano dia figli. È una lezione molto importante su ciò che significa l’amore. Credevano di saperlo, e invece no, non avevano idea di cosa fosse il vero amore finché non vedono partire i loro figli.

Bardem si riferisce al fatto che anche la madre di Eric, la Regina Carlotta, sia iperprotettiva nei confronti del figlio e non voglia permettergli di esplorare luoghi sconosciuti.

La Sirenetta

Canzoni indimenticabili

Trattandosi di un musical con diverse coreografie sottomarine, le difficoltà sono state notevoli. La sequenza più complessa, nello specifico, è stata la celeberrima In fondo al mar, come rivela il produttore John DeLuca.

[È stata complessa] da concepire e da girare. Anche solo per avere un’idea di cosa avremmo fatto, e poi come lo avremmo fatto. La logistica della scena. Ricordo che io e Rob l’abbiamo messa da parte per lungo tempo. È stata una cosa del tipo, “Ci penseremo”, e alla fine è stata l’ultima cosa.

Rob Marshall aggiunge:

Lo so, è stato spaventoso. Perché c’è solo un’attrice in carne e ossa. Un’attrice in carne e ossa in questo gigantesco numero musicale.

Alan Menken è intervenuto per rielaborare i suoi brani indimenticabili (ad esempio aggiungendo il cantato di Ariel alla sopracitata In fondo al mar), e racconta come ha reagito quando ha sentito Halle Bailey cantare Part of Your World: una commozione dovuta anche al ricordo di Howard Ashman, co-autore dei brani, scomparso nel 1991.

Avevamo le nostre sessioni di registrazione, poi mi avete permesso di vedere il film quando il montaggio era ancora molto grezzo. E Wyatt [Smith], il montatore, continuava a passarmi la scatola dei fazzoletti. Perché quando siamo arrivati a Part of Your World, ero proprio in lacrime. È stata in parte una reazione per la mancanza di Howard, e in parte per il ricordo dell’innocenza che abbiamo messo originariamente [in quelle canzoni], riascoltandole adesso.

Anche Marshall si è commosso quando ha provinato Halle Bailey.

La prima attrice che abbiamo incontrato per questo ruolo è stata Halle. La prima cosa che ha fatto è stata venire da noi e cantare. E ha cantato quella canzone. Ha chiuso gli occhi e ha cominciato a cantare la canzone. Non riuscivo a credere a ciò che stavo ascoltando. Mi è parso che fosse profondamente connessa al tema della canzone. È stato molto emozionante, bellissimo. E ho pensato, [ride] “Cavolo, abbiamo cominciato solo da cinque minuti… ma abbiamo già trovato Ariel?”. E l’avevamo trovata.

Brani inediti

Questa versione de La Sirenetta include tre canzoni inedite, scritte da Menken insieme a Lin-Manuel Miranda. Il compositore spiega il processo creativo dietro l’inserimento dei nuovi brani all’interno della trama.

È un processo di gruppo. Rob e John, [lo sceneggiatore] David Magee, io e Lin-Manuel Miranda ci riunivamo. Prima nel tuo appartamento, poi nel mio studio. E ripercorrevamo come David aveva adattato la storia, come fosse la struttura. Poi guardavamo dove fossero i punti in cui potenzialmente inserire le nuove canzoni. Tutto qui, molto semplice. Quelle decisioni vengono prese, anzitutto, a partire dai personaggi, dai momenti, ma anche dalle sequenze di un brano musicale, e da ciò che serve in un dato momento. Quindi abbiamo scelto il momento in cui al Principe Eric viene detto, “Non tornare là fuori, non puoi”, e lui non fa che pensare a questa ragazza. È una canzone d’amore per lei, ed è una canzone d’amore per il mare. Per le sue acque inesplorate. La vita che ha davanti. Così, finisce per diventare un tema molto importante nel film. Poi abbiamo la prima volta in cui lei si trova sulla terraferma. È stato molto divertente, perché ho fornito a Lin una specie di melodia ritmata, e lui ha detto: “Possiamo darle una specie di bap-a-bap, mm-bop-bop?”. Quindi è una specie di tre contro uno. Gli ho risposto, “Va bene, facciamolo”, e allora boom, ecco la canzone in cui [Ariel] è entusiasta perché tutto è così nuovo e meraviglioso.

Il terzo brano è invece un rap di Scuttle, ovvero Awkwafina.

Il rap di Scuttle è stato un regalo sorprendente da parte di Lin, perché io gli ho dato una melodia caraibica, e lui ci ha scritto sopra un rap perfetto. Ha usato la musica, ma con una pulsazione ritmica. Puro Lin-Manuel Miranda.

Marshall, peraltro, rivela che anche Javier Bardem aveva una canzone nel film, ma è stata tagliata per mancanza di una giusta collocazione.

Il Belpaese

Per la serie “c’è anche un po’ di Italia”, alcune scene de La Sirenetta sono state girate in Sardegna, e DeLuca racconta perché l’isola è stata scelta dalla produzione.

Abbiamo cercato molti posti e alla fine abbiamo scelto questo. Adoro quella piccola spiaggia che abbiamo trovato in Sardegna. Per fortuna, Rob era d’accordo. Ci ha aiutati non solo nella nostra immaginazione, ma con la storia. Ha aiutato anche gli attori, e ci ha radicati in un posto che ci ha permesso di rievocare l’atmosfera caraibica delle canzoni. Per Rob era molto importante che Baciala e In fondo al mar avessero un sapore caraibico. E lì ci sono le acque più belle, le spiagge più belle.

DeLuca e Marshall dicono inoltre di aver apprezzato la natura incontaminata del posto, “rustica e intatta”.

Era un aspetto molto importante per l’influenza danese di Hans Christian Andersen, gli scogli con il mare erano molto importanti per noi.

A proposito di Andersen, il film si apre con una citazione dalla sua fiaba: “Ma una sirena non ha lacrime, e quindi soffre molto di più”. Il regista spiega per quale motivo è stato scelto di usare un’epigrafe così suggestiva.

Siamo tornati alla fiaba di Andersen, e ci siamo resi conto che era una storia molto contemporanea nel 1830. Era importante per noi ancorare il film alle sue origini.

L’uscita de La Sirenetta è attesa per il 24 maggio nelle sale italiane.

La Sirenetta

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