Cinema

La rinascita artistica di Nicolas Cage: cinque ruoli che ci hanno restituito l’attore, in attesa di Renfield

Pubblicato il 19 maggio 2023 di Marco Triolo

A seconda di quale sia il vostro punto di vista sulla recitazione cinematografica, Nicolas Cage sarà per voi o una barzelletta o uno dei più grandi attori viventi. Non ci sono mezze misure con il nipotino di Francis Ford Coppola, lui probabilmente lo sa e non gliene frega nulla. In un’intervista fiume di qualche anno fa, Cage aveva definito il suo stile di recitazione “Nouveau Shamanic”: l’attore è dunque un erede degli antichi sciamani, veicolo attraverso cui il divino interagisce con l’umano. Oppure, semplicemente, “suonava figo” dirlo, come poi ha ammesso lo stesso Cage.

Ma Nicolas Cage è questo: una star vecchia scuola, imperscrutabile e bizzarra, si ammanta del mistero affascinante della sua figura, un filtro indispensabile con cui interagire col mondo. Cage non ha presenza social, non è James Gunn che risponde direttamente a TE su Twitter. È lassù, nell’iperuranio della sua villa a Los Angeles, esiste su un piano diverso dal nostro e i suoi film sono le uniche occorrenze in cui la sua realtà e la nostra si intersecano.

Eppure, si sa, anche le creature di un’altra dimensione possono sbagliare: il suo stile di vita larger-than-life ha portato Nicolas Cage sull’orlo della bancarotta, una situazione finanziaria difficile che l’attore ha dovuto risolvere, da una parte liquidando beni, dall’altra nell’unico modo che conosce: recitando. E così è iniziata l’era bulimica di Cage, un’epoca di anni in cui ha tenuto una media di quattro ruoli l’anno in film di qualità variabile, da Paul Schrader (Cane mangia cane) al trash neo-evangelista (Left Behind), dall’exploitation (Outcast, Drive Angry) al cult (Mandy). Tutto questo senza mai dare meno che il massimo, parole sue. Però era evidente che il suo stile sopra le righe, anti-realistico, sposato a materiale non sempre all’altezza, aveva creato una fucina di meme che stava intaccando seriamente la sua credibilità.

Poi, la luce in fondo al tunnel: i suoi debiti erano finalmente pagati e Nic poteva tornare a dedicarsi alla cosa che ama di più al mondo, il suo lavoro, senza compromessi alimentari. La rimonta è iniziata piano, ma è ora completa: è stato annunciato un sequel di Lord of War, e presto vedremo Cage nel ruolo di Dracula in Renfield. Uno potrebbe dire: ma cosa cambia? Non è pur sempre un ruolo sopra le righe, pop, da meme? Sì, è vero. Ma è un ruolo sopra le righe che si è scelto lui, il coronamento di un sogno cinefilo: il desiderio di succedere a Bela Lugosi e Christopher Lee in un ruolo da lui molto amato.

In attesa di Renfield, in uscita il 25 maggio da Universal, abbiamo pensato di andare a scovare cinque ruoli che ci hanno restituito il vero Nicolas Cage e che hanno riportato la gioia di vivere nei suoi occhi tristi.

Il colore venuto dallo spazio (2019)

Il grande ritorno di Richard Stanley (poi paralizzato nuovamente da brutte accuse di violenza domestica) coincide con uno dei primi ruoli del grande ritorno di Nic Cage. Alla base c’è un iconico racconto di H.P. Lovecraft, di per sé difficilmente adattabile al grande schermo. Stanley si prende per forza diverse libertà e piazza al centro un Cage istrionico e carismatico, allevatore di alpaca la cui esistenza discende lentamente nell’abisso della follia quando una presenza aliena inizia a trasformare il paesaggio e le persone intorno a lui. Un film angosciante e psichedelico, in cui Cage è inaspettatamente contenuto quando serve, e sa fare esplodere la sua follia lentamente.

Prisoners of the Ghostland (2021)

Nicolas Cage in un western post-apocalittico diretto da Sion Sono? Dove dobbiamo firmare? Il film non è riuscito come si potrebbe sperare, tuttavia vedere Nicolas Cage di nuovo al centro di qualcosa di folle, ma fatto da chi sa fare le cose folli e non le fa solo perché di mezzo c’è Meme Cage, è un piacere. Certo, speriamo che in futuro Cage sappia alternare di più queste due anime della sua filmografia, ora che è libero di non essere schiavizzato in ruoli macchietta, ma speriamo anche che non dimentichi mai che questa roba gli viene anche con due mani legate dietro la schiena.

Willy’s Wonderland (2021)

Un altro film non fondamentale, ma che viene elevato dalla presenza di un Cage che torna a crederci tantissimo. Al punto da prendere una decisione drastica: non dire una singola parola per tutto il film. La sceneggiatura viene rimaneggiata per accontentarlo, e così Willy’s Wonderland, film palesemente ispirato al video game Five Nights at Freddy’s (di cui ora sta per uscire un adattamento ufficiale) ne guadagna in carisma e bizzarria, i due elementi che fanno di Nicolas Cage Nicolas Cage.

Pig (2021)

Sì, è il terzo film del 2021 che citiamo. È stata una transizione lenta, e nel 2022 Nicolas Cage ha interpretato due soli film. Comunque, tra le sue uscite del 2021, Pig è senz’altro la più importante. Il film di Michael Sarnoski è la cosa più vicina a un nuovo ruolo da Oscar per Cage da tempi immemori. Sulla carta, la trama è la stessa di John Wick, ma con il rapimento di un maiale da tartufi al posto della morte del cane. E non potrebbe essere altro, con Cage coinvolto! Poi, però, Pig si trasforma in ben altro, si arma di understatement e procede su binari inaspettatamente lirici, una toccante odissea su perdita e ricerca del significato. Con un Cage mai così nudo di fronte alla macchina da presa.

Il talento di Mr. C (2022)

Concludiamo con una commedia, un film leggero e di poche pretese. Tom Gormican avrebbe potuto aspirare a ben altro, avendo per le mani un attore con un tale bagaglio di significato, ma si è accontentato di confezionare un’action-comedy spigliata, che non cerca di esaminare profondamente il ruolo dell’attore e il bilanciamento dell’immagine pubblica con la vita privata. Al contrario, Il talento di Mr. C vuole solo divertire, giocando con gli stereotipi del personaggio famoso scaraventato in una disavventura in cui dovrà fare i conti con il divario tra l’immagine di action man che proietta e il suo vero io, più banale e “normale”. Il film funziona, Cage si diverte, Pedro Pascal è una conferma. A volte non serve chiedere altro.

Renfield

Renfield è basato su un’idea originale di Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead. L’autore ha descritto il film, durante il podcast Fatman Beyond di Kevin Smith, come una storia su “quanto sia un lavoro schifoso” essere lo scagnozzo di Dracula, e “una commedia divertente ed estremamente violenta”.

Nel cast troviamo anche Awkwafina (The Farewell, Shang-Chi), Ben Schwartz (Sonic, The Afterparty) e Adrian Martinez (The Secret Life of Walter Mitty, Focus). Alla regia Chris McKay (La guerra di domani), Ryan Ridley (CommunityRick and Morty) ha scritto la sceneggiatura. Il film è prodotto da Robert Kirkman e David Alpert (The Walking Dead, Invincible) di Skybound Entertainment, la compagnia di Kirkman; da Chris McKay e dai co-presidenti Bryan Furst (Daybreakers) e Sean Furst (Daybreakers). Samantha Nisenboim (co-producer, The Tomorrow War), partner produttiva di McKay, è la produttrice esecutiva.

Renfield arriverà nelle sale, come detto, il 25 maggio, distribuito da Universal Picture. QUI ne potete vedere il trailer.