Da Book Club – Il Capitolo Successivo a Mangia Prega Ama: quando il cinema sceglie l’Italia

Da Book Club – Il Capitolo Successivo a Mangia Prega Ama: quando il cinema sceglie l’Italia

Di Giulio Zoppello
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Italia Belpaese, Italia amore mio, Italia set cinematografico in lungo e in largo. Ma come siamo stati rappresentati dalla cinematografia straniera?
L’11 maggio Book Club – Il Capitolo Successivo, il sequel di Book Club – Tutto può succedere, ci riporterà a Roma (e non solo), set cinematografico a cielo aperto. L’occasione giusta per una riflessione su cosa l’Italia è stata agli occhi del mondo, su come ci hanno ritratto. Stereotipi, affetto, sogno, meraviglia, la realtà che diventa diversa dalla quotidianità. Siamo tante cose, non ci hanno ancora capito, non vogliono accettare che siamo cambiati, ma forse è anche questo il bello del cinema.

Mangia Prega Ama

Mangia Prega Ama nel XXI secolo è stato probabilmente il film che più ha contribuito a rinnovare ciò che è l’Italia, agli occhi dell’immaginario fuori dai confini, rappresenta per chi cerca qualcosa di unico. Elizabeth Gilbert (Julia Roberts, molto in parte) dopo il divorzio decide di viaggiare intorno al mondo. La prima tappa, da buona americana, è proprio l’Italia, in particolare Roma e Napoli. Qui incontrerà una ragazza svedese, attraverso la quale conoscerà altri italiani e soprattutto quello che ancora oggi viene definito da molti “il dolce far niente”. Dolce Far Niente era il titolo di un altro film ispirato a Stendhal e alle sue vacanze in Terracina diretto da Nae Caranfil del 1998. Mangia Prega Ama ci fa diventare per Elizabeth il paese dove lasciarsi andare, dove mandare al diavolo ciò che dovrebbe essere secondo il credo perfezionista americano. Prende peso, si diverte, sperimenta, insomma siamo la patria della pasta, del gelato, del sole, della gente allegra. Questo è un film che se non altro si allontana in parte dalla ricostruzione manieristica dell’Italia e di Roma e dei suoi abitanti, concentrandosi su un riflesso, il ritorno ad una visione del nostro paese come negazione dell’arrivismo. Effetto collaterale, spingere una marea di blogger a finire sulle pagine dei giornali, lamentandosi di non venire apostrofate “ciao bella” ogni due minuti e non aver sperimentato il dolce far niente, forse perché il dolce far niente in realtà è quello che fanno i turisti da noi.

Il Talento di Mr. Ripley

Miglior thriller di fine secolo scorso senza se e senza ma, Il Talento di Mr. Ripley, tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, è un sontuoso affresco della perfidia umana capace ancora oggi di gelare il sangue nelle vene. Matt Damon interpretava il giovane Tom Ripley, finito in Italia sulle tracce del ricco ed egoista Dickie Greenleaf (Jude Law), che assieme alla fidanzata Marge Sherwood (Gwyneth Paltrow) vuole godersi la vita distante dalla sua famiglia negli Stati Uniti. Pochissimi film hanno saputo creare una rappresentazione così fedele e allo stesso tempo affettuosa di ciò che era l’Italia di fine anni ’50. Anthony Minghella omaggia il mito della Dolce Vita, dell’Italia da sogno del cinema e della bellezza? Sì. E no. Perché la morte si aggira su tutto e tutti, perché siamo in Campania, a Roma, a Venezia, siamo sulle note di Carosone a cui Fiorello dona un omaggio straordinario, certo. Ma siamo anche poveri, assaliti dalla sofferenza, siamo il paese degli intrighi che pare contagiare Tom, che uccide, si finge Dickie, mente a sé stesso e agli altri, diventa un machiavellico serpente che cerca di cambiare la propria vita. Di fatto, si connette a Pirandello in toto. Quale miglior omaggio?

Io Ballo da Sola

Sì è di Bernardo Bertolucci, ma la produzione, il cast e tutto il resto in Io Ballo da Sola sono americani e il film si pone come perfetta mediazione tra l’idealizzazione del nostro paese fatta dalla loro industria e uno sguardo reale su ciò che essa è veramente. Di base, pochissimi altri film sono riusciti a valorizzare la Toscana così tanto e allo stesso tempo a differenziarsi dalla rappresentazione sovente aulica e irreale che la cinematografia straniera ne ha fatto. Girato nelle zone limitrofe Siena, Io Ballo da Sola rende la campagna Toscana luogo di scoperta sentimentale e sessuale per la giovane Lucy (Liv Tyler), che si trova nel mezzo di una sorta di ambiente bohémien, decadente e instabile, circondata da coppie scoppiate, artisti, esteti cinici, tra cui risalta il drammaturgo Alex Parrish (Jeremy Irons). Io Ballo da Sola prende l’Italia da cartolina turistica, fatta di amore superficiale, di machos irriverenti e la smonta, omaggia e assieme rinnega Boccaccio, la sua tradizione di umanesimo entusiasta, il sesso che diventa obbligo e non più sentimento. Lucy scoprirà chi è il suo vero padre, diventerà donna ma soprattutto smetterà di volersi donare a chi non la sa apprezzare. Fotografia magnifica di Darius Khondji, regia come al solito intima e seducente da parte di Bertolucci. Di fatto è il film perfetto per farci capire perché la Toscana è diversa da ogni altro paese al mondo: per l’isolamento che unito alla sua sorprendente bellezza, crea le premesse per una visceralità quasi opprimente nella sua alienazione.

John Wick 2

Dall’inferno ad un, se non paradiso, almeno un purgatorio dei piani alti. John Wick 2 sposta tutta l’azione o quasi a Roma, una Roma che però viene descritta per una volta in modo completamente diverso dal solito. Keanu Reeves è contrapposto a Riccardo Scamarcio, boss della Camorra, e si muove in una Caput Mundi di cui vengono mostrate le catacombe, il Grand Hotel Plaza, la Galleria di Arte Moderna, gli Horti Sallustiani, le Terme di Caracalla e Piazza Navona. Sono posti famosi, ma non così utilizzati solitamente dalla cinematografia statunitense in vacanza da noi. Il risultato, in virtù anche della regia e della fotografia, è sicuramente molto gradevole, gli si perdona anche una rappresentazione della criminalità organizzata totalmente slegata dalla realtà. Questo in virtù anche di un’eleganza e un’opulenza assolutamente appropriate alla cornice di riferimento. Questa è una Roma fatta di complotti, di famiglie e dinastie, di un Franco Nero che “puoi fare tutto ma non ti devi azzardare a toccare il Papa”. Ci si può anche ridere se si vuole, ma nella realtà non è assolutamente così irrealistica come finzione semantica in sé.
John Wick 2 ad ogni modo, onora la parentesi italiana attraverso gli abiti, le strade, l’atmosfera, persino le armi, insomma è un concentrato del Bel Paese molto interessante, anche perché è mix di moderno ed antico. In tutto e per tutto, riesce a fare ciò che McTiernan fece con New York in Die Hard 3: rendere una città protagonista aggiunto.

Vacanze Romane

Si potrebbe dire che i nostri mali sono cominciati con il capolavoro di William Wyler, film mito con Gregory Peck e Audrey Hepburn, in quella Roma del dopoguerra che ormai stava per abbracciare “la dolce vita”, anzi l’aveva già fatto. Sorta di variazione della favola di Cenerentola, vedeva la Hepburn nei panni di una principessa in fuga da una vita noiosa ed opprimente, finita tra le braccia di un giornalista (Gregory Peck) che l’avrebbe guidata dentro i luoghi più rappresentativi della città eterna. Vacanze Romane ha purtroppo pur nella sua grande bellezza di film della Hollywood che fu, stabilito uno standard che, dato il successo del film, poi è finito per fissarsi nell’immaginario collettivo internazionale ogni volta che si parla di Italia, non semplicemente di Roma. Piazza di Spagna, Trinità dei Monti, la gita su barca del Tevere, il Colosseo, la Vespa come destriero, la Bocca della Verità, i ristoranti, il popolino gioioso, sono tutti elementi di un puzzle visivo meraviglioso, perfetta testimonianza di una fase storica precisa. Il problema è che poi la nostra realtà di italiani non è più riuscita ad allontanarsi da tutto questo, ma di certo non è colpa di Vacanze Romane, che rimane una delle migliori commedie romantiche di tutti i tempi, ammantata di una malinconia affascinante, con un’evoluzione dei personaggi che oggi andrebbe recuperata.

Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen tornano in Book Club – Il Capitolo Successivo, il sequel di Book Club – Tutto può succedere in arrivo nelle nostre sale l’11 maggio.

L’attesissimo sequel segue le nostre quattro migliori amiche preferite nel viaggio tra ragazze che non hanno mai compiuto, con l’intento di portare il loro club del libro in Italia. Quando le cose vanno fuori controllo e alcuni segreti vengono rivelati, la vacanza rilassante si trasforma in un’avventura attraverso il paese che capita una volta nella vita.

Book Club – Il Capitolo Successivo è diretto ancora una volta da Bill Holderman, che ha anche scritto la sceneggiatura con Erin Simms, sceneggiatrice dell’originale.

LEGGI ANCHE: In attesa di Book Club – Il Capitolo Successivo, il meglio dell’amicizia femminile in 5 film imperdibili

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