Aki Irie: Dalle influenze di Adachi e Taniguchi alla realizzazione di Nuvole a Nord-Ovest

Aki Irie: Dalle influenze di Adachi e Taniguchi alla realizzazione di Nuvole a Nord-Ovest

Di Marlen Vazzoler

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La fumettista giapponese Irie Aki, ospite J-POP all’edizione 2023 del Comicon assieme al suo editor Ohba, è conosciuta in Italia per le sue due opere lunghe: Il mondo di Ran e il recente Nuvole a Nord-Ovest, di cui è da poco uscito il sesto volume in Italia.
A Napoli è stata presentata la raccolta di storie brevi Tabi – The journey of Life.

Ha studiato letteratura cinese all’università. Nel 2004 ha pubblicato la storia breve Albertina su Comic Beam, l’anno successivo ha serializzato Gunjou Gakusha sulla stessa rivista, con questo titolo ha ottenuto il quarto premio nel concorso “Must Read This Comic!” di Freestyle 2007.
Ha lavorato come assistente di altri mangaka e questa esperienza l’ha aiutata nel diventare una fumettista professionista.
I suoi manga si contraddistinguono per lo spezzato ritmo narrativo, tipico delle sue opere serializzate, e per la cura dei dettagli.

Ecco il resoconto del roundtable:

Screenweek: Leggendo Nuvole a Nord-Ovest ho l’impressione che il tempo del racconto sia profondamente influenzato dalle opere di Adachi Mitsuro e Taniguchi Jiro, due autori che lei ama molto, con questi momenti slice of life, molto idilliaci.

Screenweek: Può parlarci degli autori che hanno influenzati il suo modo di scrivere e di disegnare manga?

AI: [L’autrice ci ha parlato degli autori che l’hanno influenzata tecnicamente n.d. traduttore]. Ad esempio Ishinomori Shōtarō autore di Sabu & Ichi Adachi Mitsuru che ha scritto Arcobaleno di spezie, e poi Furari. Sulle orme del vento e L’uomo che cammina di Taniguchi Jiro. E se avete presente Sai di Watase Seizō, non so se è stato pubblicato in Italia. E poi gli autori Murakami Motoka (Musashi no Ken e Jin) e Yaguchi Takao (Sampei).

Gli autori che ho citato, seguono un metodo logico nel disporre i disegni però hanno anche la capacità di attirare il lettore. Apprezzo molto il loro modo di utilizzare gli spazi all’interno di un manga.

In Nuvole a Nord-Ovest lei riesce a trasmettere in maniera eccezionale la bellezza dei paesaggi dell’Islanda, le tradizioni di questa nazione.
Come mai ha scelto questa ambientazione così inusuale, anche in Europa e non solo in Giappone?

AI: Innanzitutto mi ha colpito l’essenzialità di questo territorio, mi piacciono molto le piante, la vegetazione che si trova in montagna, ad alta quota. Questo perché nonostante l’ambientazione molto rigida, le piante riescono a trovare il modo di crescere. Voglio trasmettere questa semplicità che nonostante tutto riesce a vincere contro le avversità.

Volevo fare una domanda su Il mondo di Ran. Dove trova l’ispirazione per creare questo mix perfetto, questo equilibrio, tra magia e realtà?

AI: Voglio trasmettere attraverso i mie manga, che sono ambientati nella realtà ma sempre con l’idea che qualcosa potrebbe accadere, possiamo fare qualcosa, e questa sarebbe la parte magica.

Voglio lasciare spazio, sia a me che ai lettori, di sognare.

Screenweek: Quando la sensei si stava documentando per quello che è diventato Nuvole a Nord-Ovest, la sua seconda storia lunga, aveva deciso di scrivere una storia dove la terra avrebbe avuto un ruolo importante, poi un libro sull’Islanda le ha fatto cambiare idea.

Screenweek: Può parlarci della genesi di Nuvole a Nord-Ovest?

AI: Ero molto interessata a parlare del terreno o del sottosuolo, quindi mi sono informata sulla geologia e a un certo punto ho scoperto lo studio di un geologo giapponese, che ha fatto una ricerca sull’Islanda e ha pubblicato un libro. L’ho letto e sono rimasta colpita dalle storie di questa terra e quindi ho deciso di impostarlo come ambientazione delle mie storie.

Così ho deciso di andare a visitare l’Islanda come turista, dove ho scoperto la natura che come ho detto prima vive e cresce nonostante le avversità molto rigide: muschi, rocce. E mi sono interessata [agli abitanti], perché non c’è solo la natura ma anche ovviamente la popolazione, volevo sapere come vivono le persone in Islanda.

Poi ho deciso di scrivere una storia su un islandese.

Nelle sue opere ci sono dei personaggi negativi/cattivi come ad esempio Otaro ne Il mondo di Ran o Michitaka in Nuvole a Nord-Ovest. Sono personaggi cattivi ma anche carismatici e affascinanti. Come ha ideato questi personaggi che possono piacere o non piacere?

AI: Il mio intento nel condurre la storia è quello di rappresentare come il protagonista cresce. Si tratta di un personaggio che è attratto sia dal bene sia dal male, che sono rappresentati dai personaggi secondari principali.

Voglio descrivere come faccia le sue scelte venendo influenzato da entrambe le parti. Alla fine prende le sue scelte che lo portano a maturare come persona.

Georgia Cocchi Pontalti di J-POP ha aggiunto:

AI: Un esempio può essere Kei che ha Michitaka da una parte e Lilja dall’altra.

Nuvole a Nord-ovest è una vera e propria un’ode all’Islanda. Sia i paesaggi che gli oggetti stessi hanno un’anima nel senso che riesce a farli parlare, esprimere. Non a caso il protagonista riesce a parlare con la sua macchina. Come fa a infondere vita in ogni elemento di questo fumetto?

AI: Per descrivere un paesaggio, sicuramente non posso basarmi solo su fotografie e video fatti da una terza persona. È essenziale andarci di persona e percepire il tutto utilizzando i cinque sensi. Quindi quando tocco [qualcosa] o percepisco un profumo, sento qualcosa di più, la vita degli oggetti. E io voglio trasmettere quello che ho percepito ai lettori.

E ci riesce.

Screenweek: Già in Il mondo di Ran ci aveva abituato a un ritmo della narrazione particolare, dal sapore un po’ episodico, questo perché ha intrecciato le storie episodiche con la trama principale e diciamo che non le ha inserite a fine volume come accade spesso. Quindi inframezzano la narrazione.

Screenweek: Come mai ha scelto questo tipo di narrazione sia per Il mondo di Ran che per Nuvole a Nord-Ovest? E una cosa pianificata?

AI: La tendenza attuale, da parte del lettore, è quella di arrivare subito al dunque. Io non voglio che i miei lettori facciano questo, voglio che assaporino il mondo e ci impieghino del tempo. E ogni tanto metto questi episodi secondari, perché penso: ‘Magari potrebbe piacere ai lettori, potrebbe amplificare ancora di più il mondo che voglio trasmettere’. Quindi non c’è uno schema già predisposto, seguo il filo logico dei lettori, immagino cosa vorrebbero.

Screenweek: Quindi diciamo che quando deve preparare un nuovo episodio, pensa: no ma aspetta, fermiamoci un attimo dalla storia principale.

AI: Esatto. Non ho fretta di arrivare subito al dunque. Voglio che i lettori percepiscano il tutto, con le sensazioni, come ho detto precedentemente.

Le piacerebbe che una delle sue opere ricevesse un adattamento animato, che sia una serie o un film? E se si quale le piacerebbe?

AI: Non sono molto interessata a vedere un adattamento animato delle mie opere. Secondo me ogni opera è adatta per quel media. Ad esempio un romanzo di successo è tale perché è un romanzo. Io creo i mie manga perché secondo me rendono di più come manga. Però se c’è qualcuno interessato a realizzare un adattamento animato, vorrei parlarci per capire quale sia la il loro punto di vista, la sua idea.

Screenweek: In Nuvole a Nord-Ovest ha inserito delle abilità sovrannaturali, penso a Kei, Michitaka e a Lilja. Ero incuriosita da questa scelta.

Screenweek: Perché ha voluto dare questi poteri a questi personaggi. Se può inoltre parlarci dello sviluppo di questi personaggi, come è arrivata a creare la loro versione finale?

AI: Ho scelto le capacità sovrannaturali in modo che fossero adatte ai personaggi. Nel caso di Kei, il suo nome in kanji contiene un ideogramma che significa ‘la nascita del sapere’ come quando scatta la scintilla. Il suo potere soprannaturale è come una lampada che si accende, come una scossa elettrica, quindi ogni personaggio è caratterizzato da quel potere, da quella forza che lo caratterizza, lo rappresenta di più. Quindi è anche legato alla personalità del personaggio.

Screenweek: Quindi nel caso di Michitaka e a Lilja: lei canta quindi il potere è legato alle sue canzoni ma nel caso di Michitaka è sempre legato ai kanji?

Georgia Cocchi Pontalti di J-POP ha aggiunto:

AI: [Michitaka no, il suo potere], non è collegato al suo nome in qualche modo, le piaceva come suonava il nome, ma gli è stato dato un potere… Non è come Kei che è collegato direttamente al kanji. Ha scelto un potere e un nome non collegandoli l’uno con l’altro.

Parlando delle sue lunghe serie pubblicate in Italia, Il mondo di Ran e Nuvole a Nord-Ovest, sono delle storie molto lontane come trama, ma hanno qualcosa in comune?

AI: Entrambe sono accomunate dal fatto che descrivono la maturazione del personaggio e il concetto di famiglia.

Ha già in mente il finale di Nuvole a Nord-Ovest o lo sta ancora valutando e in quel caso se sta tenendo conto del feedback dei fan?

AI: Più o meno il finale lo ho in mente, però non ho ancora definito il percorso per arrivare alla fine. Questo perché dipende dalla comunicazione tra me e i lettori, anche se non mi arrivano i feedback riesco a capire se piace o meno. E poi [posso contare] anche sui miei conoscenti. Quindi non c’è ancora nulla di scritto sulla pietra, il finale lo ho in mente, come arrivarci no.

Screenweek: Immagino che le storie brevi di Tabi – The Journey of Life siano state pubblicate contemporaneamente a Nuvole a Nord-Ovest.

Screenweek: Come ha impostato la lavorazione di queste due opere diverse, come ha gestito il tempo?

AI: Naturalmente non posso scrivere due cose contemporaneamente, quindi cambiavo. Ogni tanto mi dedicavo a Nuvole, ogni tanto a Tabi, quindi alternavo il mio lavoro. Poi Nuvole a Nord-Ovest viene pubblicato ogni due mesi quindi ho un periodo di tempo abbastanza dilatato, quindi ho organizzato il lavoro alternandolo.

Screenweek: Tra le varie storie di Tabi – The Journey of Life, ce né una che preferisce? A cui è più legata?

AI: Mi piacciono tutte le storie ma una particolare: l’ultima, Il viaggio di Toki. Mi piacerebbe poterla approfondire, magari pubblicare qualcos’altro sulla storia.

Come trova l’Italia, visto che è la sua prima volta qui?

AI: Mi piace molto la tranquillità e la generosità. Ho avuto un po’ l’impressione che ogni cosa qui venga perdonata. [Lei è qui per la prima volta in Italia a Napoli tra l’altro, viene da Tokyo, quindi la differenza è molto netta n.d. traduttore].

Georgia Cocchi Pontalti:

Intende dire che le sembra un paese un pochino più permissivo da dove viene lei, c’è molta più libertà rispetto a quella che si respira in Giappone ed è una cosa molto bella. La quantità della natura, degli elementi naturali che vede, è proprio ricca questa terra di cose meravigliose.

AI: Quindi la ricchezza sia cibo, la cultura… abbiamo visto Pompei. Il cibo ad esempio, anche il gusto è molto semplice quindi in Italia si può apprezzare il cibo così com’è senza condirlo troppo. È rimasta molto colpita che l’insalata si può mangiare con olio d’oliva e aceto balsamico e basta, e un po’ di sale. Quindi è davvero il minimo, l’essenza e apprezzo molto la semplicità.

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