Dopo Benvenuti a Zombieland e Deadpool, Paul Wernick e Rhett Reese sono diventati dei nomi di riferimento per certo cinema che mescola il genere con la commedia, ma soprattutto sono diventati i cocchi delle piattaforme streaming e di Netflix in particolare, avendo scritto 6 Underground di Michael Bay e Spiderhead di Joseph Koskinski. Eccoli tornare ora con un progetto che, se non fosse perché evidentemente Apple è stata più veloce ad accaparrarselo, sarebbe il perfetto film Netflix, nel bene e nel male.
Al centro di Ghosted troviamo Sadie Rhodes (Ana de Armas), agente CIA sconvolta dopo la morte di una collega che, per caso, incontra Cole Turner (Chris Evans, già apparso con Ana de Armas in Cena con delitto e The Gray Man), un agricoltore con cui scocca subito la fantomatica scintilla. Dopo essere uscito con lei una sola volta, Cole è perdutamente innamorato e pensa che sia quella giusta. Ma lei smette di rispondere ai suoi messaggi, e così Cole decide di partire per Londra, dove lei si trova, per sorprenderla con un grande “gesto romantico”. Peccato che Sadie sia in missione per fermare la compravendita della più classica delle valigette contenente un’arma di distruzione di massa. Cole, ignaro che lei sia una super-spia, si ritrova così coinvolto in un’avventura pericolosissima, che però lo aiuterà a uscire dal guscio.
Ghosted è il classico “veicolo” cucito su misura a due star bellissime e amatissime, il tipo di film che è concepito per sfruttare il loro fascino su un certo tipo di pubblico. Sarebbe fin troppo facile scadere nelle solite battute sull’algoritmo che guida le scelte di scrittura e regia (dietro la macchina da presa c’è Dexter Fletcher, professionista solido ma non memorabile), ma è innegabile che Ghosted sia un film progettato a tavolino, in cui non c’è un grammo di imprevedibilità e sincerità.
Stupisce, al contrario, che dietro ci siano Wernick e Reese, due che hanno sempre dimostrato di saper divertire e divertirsi nella creazione di dialoghi scoppiettanti sparati a mitraglietta. Qui della loro verve c’è ben poco, e addirittura l’umorismo è ripetitivo e a tratti infantile. Prendiamo Cole, ad esempio: dovrebbe essere un adorabile pesce fuor d’acqua, un uomo timido e spaventato dalla vita ma, allo stesso tempo, abbastanza brillante da affascinare una donna complessa e forte come Sadie. Purtroppo, Cole ne esce invece come una specie di stalker inquietante, lamentoso e bisognoso di attenzioni, con nessuna evidente qualità se non quando lo richiede la sceneggiatura. Sarebbe anche interessante come personaggio, se Ghosted andasse fino in fondo e decidesse che, al di là di salvargli la vita, Sadie non volesse avere nulla a che fare con quest’uomo che, per sedurla, le ha pure mentito spudoratamente. Ma ovviamente non è così: i due dovranno per forza innamorarsi, come da copione. È l’avverarsi della perfetta fantasia maschile, in cui una donna bella, forte e intelligente si innamora di un sempliciotto perché sì. Ghosted è quel tipo di film che le cose preferisce dirle, piuttosto che mostrarle: tra Sadie e Cole c’è una tensione sessuale fortissima perché lo dicono i personaggi di contorno. È così e basta: poco importa che, dopo un solo appuntamento, i due passino buona parte del film a odiarsi a vicenda con tutte le forze.
Detto questo, non è che sia tutto da buttare, intendiamoci. C’è una scena in cui i due vengono sottoposti alla macchina della verità che è piuttosto divertente, qualche cameo azzeccato e uno scontro finale visivamente ben congegnato. Di certo non ci si annoia, ma si resta ugualmente con la sensazione che, con una scrittura meno pigra, Ghosted avrebbe potuto funzionare molto meglio. Ed è un peccato, perché Ana de Armas è sempre una presenza magnetica, ma forse è ora che si scelga un po’ meglio i progetti.
Ghosted è disponibile in streaming su Apple TV+. QUI il trailer.