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Citadel: la recensione della serie Amazon prodotta dai Fratelli Russo

Pubblicato il 27 aprile 2023 di Marco Triolo

Dei problemi produttivi dietro le quinte di Citadel, l’ambiziosa serie di spionaggio prodotta dai Fratelli Russo (Avengers: Endgame) per Amazon, abbiamo già trattato in passato. In sintesi: Amazon non era convinta del primo montato della serie, e questo ha portato all’estromissione dei creatori, Josh Appelbaum e André Nemec (provenienti da Alias e dalla saga di Mission: Impossible), e a una serie di pesanti reshoot guidati dai Russo, che hanno spinto molto in alto il budget della serie. Pare che, a conti fatti, la prima stagione di Citadel sia costata almeno 200 milioni di dollari.

Si tratta di cifre importanti, soprattutto dopo che Amazon ha speso quasi un miliardo di dollari per Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Ultimamente si parla spesso di come questa bolla in cui si stanno muovendo le piattaforme streaming sia destinata prima o poi a esplodere: i costi sono troppo elevati per essere convenienti. Se mai si arriverà a questo, forse Citadel sarà additata come uno degli esempi più evidenti della cosa. Ma, ovviamente, se sarà un successo la scommessa verrà in qualche modo ripagata.

E, in fondo, di tutti questi problemi ce ne dovrebbe fregare relativamente poco: noi siamo qui per vedere una serie TV e dobbiamo giudicarla in base ai suoi meriti. Però è innegabile che, di solito, con queste premesse si rischia di ottenere un prodotto smussato, ripulito, innocuo. Ed è esattamente questo il problema di Citadel. O per lo meno dei primi due episodi che abbiamo potuto vedere in anteprima, e che non fanno nulla per invogliare a proseguire: siamo di fronte a una serie che affonda da subito nel già visto e non stupisce mai.

Ecco la premessa: Citadel è un’agenzia di spionaggio internazionale privata, super partes, l’ultima linea di difesa contro i mali del mondo (praticamente Kingsman). Ma, un bel giorno, Manticore, un’organizzazione criminale che ricorda molto l’Hydra della Marvel, emerge e mette in atto un piano per cancellare Citadel dalla faccia della Terra. Il piano riesce, ma due superspie – Mason Kane (Richard Madden, il cui squilibrio tra carisma e carriera è sempre più ispiegabile) e Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas) – sopravvivono, anche se prive di memoria. Con l’aiuto di Bernard Orlick (Stanley Tucci), scienziato e membro di Citadel, dovranno ritrovare se stesse e combattere i piani di Manticore.

Già sulla carta non c’è molto di nuovo, anzi: dalle due organizzazioni rivali (MI6/Spectre, S.H.I.E.L.D./Hydra) ai duelli corpo a corpo nei treni, tutto pesca a piene mani dai cliché più rodati del genere spy story. Persino l’elemento potenzialmente più interessante, la battaglia dei protagonisti per ritrovare i ricordi perduti, è preso di peso da altro (Jason Bourne, per altro apertamente citato in un atto di mal riposta sicurezza di sé); e comunque si risolve quasi subito, entro i primi due episodi. Forse è questo il problema principale di Citadel: a fronte di una premessa non originalissima ma pur sempre buona, si sviluppa in maniera estremamente lineare, con pochissime zone grigie. I protagonisti sono poco interessanti e non aggiungono nulla al cliché della superspia super-abile e affascinante, così come le scene d’azione sembrano provenire dallo scorso decennio e non riescono a fare tesoro dell’evoluzione nel modo di girare l’action che si è vista negli ultimi anni. Ma d’altronde questa è la visione dei Russo (per quanto la regia sia di Newton Thomas Sigel, e prima ancora di Brian Kirk), due registi perfettamente a proprio agio nel mondo PG-13 della Marvel, ma che già con The Gray Man avevano dimostrato di prediligere un’azione pulitina e generica, poco fantasiosa e adatta a tutti.

Strana, oltretutto, la scelta di suddividere la serie in episodi da meno di quaranta minuti, una durata da comedy forse pensata per favorire un ritmo più forsennato, o forse nata dalla necessità di confezionare un prodotto coerente pur dovendo tagliare snodi e sottotrame rimaste dal precedente montaggio. Nel secondo episodio, in particolare, c’è un passaggio poco chiaro che sembra un lascito della precedente gestione, come se ci fosse una scena mancante che gli autori si fossero dimenticati di reinserire, pur facendovi riferimento.

Il progetto di Citadel è molto ambizioso, e prevede una serie di spin-off locali – quello italiano, con Matilda De Angelis, e quello indiano sono già in lavorazione – che poi dovrebbero convergere in qualche modo. È chiaro che l’appeal del progetto è questo, l’idea di trattare quello di Citadel come un universo condiviso simile a quello degli Avengers. Peccato che i Russo e i loro sceneggiatori si siano dimenticati di realizzare prima di tutto una serie abbastanza interessante e originale da invogliare alla visione di tutto il resto. Se queste sono le premesse, sarà difficile far appassionare il pubblico agli spin-off. A meno che proprio la complessità di questo mondo narrativo non salvi in extremis capra e cavoli, trovando in qualche angolo dello stesso delle storie più coinvolgenti e dei personaggi più affascinanti di quelli visti finora.

I primi due episodi di Citadel saranno disponibili dal 28 aprile su Prime Video. I restanti episodi verranno distribuito al ritmo di uno a settimana fino al 26 maggio. QUI il trailer.