Super Mario Bros., storia del più celebre idraulico del mondo (che all’inizio non era un idraulico)

Super Mario Bros., storia del più celebre idraulico del mondo (che all’inizio non era un idraulico)

Di DocManhattan

Come tante storie di successo, anche quella di Mario nasce sostanzialmente da un grosso errore di calcolo. E dal genio che a quell’errore è riuscito a mettere una super-pezza. O: “Come Shigeru Miyamoto ha dato un volto nuovo, munito di baffi, all’industria del videogioco, salvato la stessa dalla catastrofe e insegnato al pianeta intero il significato di Mamma Mia! più degli Abba”.

Super Mario Bros il film storia Mario Donkey Kong

SHIGERU, INVENTATI QUALCOSA

Siamo nel 1981 e Minoru Arakawa, presidente della neonata Nintendo of America, sta sudando ben più di sette camicie. È stato messo lì dal suocero, l’inflessibile capo di Nintendo, Hiroshi Yamauchi, per conquistare il mercato USA con i cabinati da bar dell’azienda, ma Arakawa ha LEGGERISSIMAMENTE sovrastimato l’interesse degli statuitensi per lo sparaspara Radar Scope. Risultato: oltre 2.000 macchine invendute ad affollare il magazzino. Arakawa chiede quindi alla casa madre un kit di conversione, per trasformare quei cassoni indigesti di Radar Scope in un altro gioco.

E qui entra in scena Shigeru Miyamoto, che in Nintendo è entrato da poco, ha meno di trent’anni e vuole trasformare quei Radar Scope in un triangolo amoroso tra Popeye, Bluto e Olivia. Ma Nintendo non riesce ad assicurarsi i diritti di Braccio di Ferro (non ancora: lo farà nell’82), e Miyamoto sostituisce i tre protagonisti con uno scimmione chiamato Donkey Kong, una fanciulla di nome Pauline e un… carpentiere coraggioso senza nome. E visto che da principio tutto quello che può fare è saltare i barili lanciati dal gorilla, l’omino viene chiamato Jumpman. Donkey Kong si rivela un successo epocale, ma più del primate che gli dà il titolo, è il carpentiere salterino ad avere davanti a sé una carriera da star.

Super Mario Bros il film storia Mario Bros

“IT’S A ME, MARIO!”

Il look iconico di Mario era frutto delle limitazioni grafiche dell’epoca: un design imposto dalla necessità. E allora la salopette blu e la maglia rossa servivano per far spiccare il piccolo personaggio sullo schermo, il cappello per non disegnargli fronte e capelli, i baffoni per non dovergli dare una bocca e delle espressioni. Mario e suo fratello, Luigi, diventano quindi i protagonisti di Mario Bros. (1983), di una serie di giochi portatili Game & Watch e poi del primo capitolo della popolarissima saga di Super Mario Bros. (1985).

I due fratelli cambiano in quei primi giochi vari mestieri – e continueranno a farlo negli anni, dedicandosi a qualsiasi tipo di sport, alla caccia ai fantasmi e ai virus, e così via – ma quello che gli resta appiccicato è il lavoro da idraulici. Il nome Mario, come noto, viene dato al baffuto italiano come omaggio a Mario Segale, il proprietario dei magazzini noleggiati all’epoca da Nintendo. Il nome e pure il cognome, perché per quanto la faccenda sia stata a lungo controversa, e lo stesso Miyamoto abbia cambiato più volte la sua posizione in merito, quel titolo, “i fratelli Mario”, parla chiaro: Mario Mario e Luigi Mario.

Super Mario Bros il film storia Mario Saturday Supercade

UNA TV COI BAFFI

A metà anni Ottanta, Mario, diventato nel frattempo Super Mario, non solo fa guadagnare cifre da capogiro a Nintendo, ma impone la stessa come una delle principali realtà planetarie nel settore dei videogiochi, e permette a quest’ultimo di risorgere negli Stati Uniti, dopo “il grande crash del 1983”. L’intero mercato era caduto in crisi negli States, e i più avevano bollato quella dei videogame come una delle tante passioni effimere dei ragazzi, un fuoco di paglia come spesso accade per i giocattoli. Il crollo di Atari, le copie di E.T. sepolte nel deserto, eccetera eccetera. Su quelle macerie, Nintendo ha costruito il suo impero, portando dal Giappone una ventata d’aria fresca con il suo NES a 8-bit.

E mentre Super Mario e Nintendo diventavano rapidamente sinonimo di videogioco, il baffuto eroe in salopette conquistava il piccolo schermo. Il debutto avviene nel 1983, insieme a Pauline e Donkey Kong nel cartoon di quest’ultimo, uno dei segmenti dello show Saturday Supercade della Ruby-Spears. Un contenitore con le versioni animate di cabinati da bar come Frogger, Q*bert, Pitfall e Space Ace.

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MARIO, IL WRESTLER

Nel 1986 è la volta di un film d’animazione tutto per i fratelli Mario, il giapponese Super Mario Bros.: The Great Mission to Rescue Princess Peach! (in originale Super Mario Bros. – Peach-hime kyushutsu dai sakusen!). Pellicola anime lunga un’ora, nonché la prima trasposizione in un lungometraggio di un videogioco, insieme a Running Boy: Star Soldier’s Secret, uscito lo stesso giorno.

Intanto in America i tempi sono maturi perché Mario abbia uno show tutto suo, ed è quello che succede nel 1989 con il The Super Mario Bros. Super Show!, in cui i cartoon di Mario e di Zelda sono intervallati da sequenze live action. Una sorta di Bim Bum Bam in cui Mario era interpretato da “Captain” Lou Albano, celebre heel (wrestler cattivo) degli anni 60! Scomparso nel 2009, Albano era nato a Roma da genitori italoamericani, tornati al tempo della sua nascita momentaneamente nel Bel Paese per motivi di studio.

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DIVO DEL CINEMA

Seguono altri due cartoon – Le avventure di Super Mario (The Adventures of Super Mario Bros. 3) e Super Mario World, 1990 e 1991 – e le repliche di Un videogioco per Kevin – Captain N (Captain N: The Game Master). Nel 1993 tocca allo sfortunato film live action con Bob Hoskins, John Leguizamo e Dennis Hopper. E poi nient’altro, sostanzialmente, per trent’anni. Il che è ben strano, visto che Mario è ufficialmente il personaggio più popolare della storia dei videogame, e a certificarlo c’è la cifra record di oltre 820 milioni di copie vendute per i suoi giochi. I Pokémon, per capirsi, si fermano a poco più della metà di quel totale.

Il punto è che tradurre sul grande schermo le avventure di Mario non è semplice, e l’unico vero modo per farlo era evidentemente creare un film d’animazione con una CGI che non si discostasse eccessivamente dalle cutscene dei giochi più recenti dell’idraulico, e al contempo desse però personalità ai suoi protagonisti. Un film divertente, ricco di gag e citazioni dei giochi, ma perfettamente fruibile anche da chi ne è (ancora) a digiuno. Il che è esattamente quello che promette di fare Super Mario Bros. – Il film, in uscita la prossima settimana, il 5 aprile.

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MIYAMOTO E UN FILM CHE LO FA SENTIRE “A SUO AGIO”

A farci ben sperare è l’entusiasmo con cui il creatore di Mario, Shigeru Miyamoto, ha sposato le idee di Chris Meledandri, CEO dello studio Illumination (le saghe di Cattivissimo me, Pets, Sing). Se Miyamoto e la Nintendo, restii a portare Mario al cinema dopo il film del ’93, hanno detto sì, e lo stesso Miyamoto è stato coinvolto come co-produttore della pellicola, c’è da stare sereni, e non renzianamente parlando. La collaborazione con Universal, distributore di Super Mario Bros. – Il film, si inserisce inoltre in un più vasto piano di collaborazione con Nintendo che ha incluso anche la nascita delle aree tematiche dedicate a Mario nei parchi della major.

La genesi di questo film è iniziata circa sei anni fa. Il sensei Miyamoto ricorda del suo primo incontro con Meledandri: “Quando mi trovo a parlare con i produttori di Hollywood, questi finiscono inevitabilmente per dirmi che le nostre proprietà intellettuali potrebbero diventare un film di successo. Ma con Chris-san abbiamo parlato invece del nostro approccio nel creare le cose. Il risultato è che la produzione di questo film ha seguito lo stile con cui io sviluppo i giochi, e questo mi ha fatto sentire molto a mio agio. Abbiamo analizzato a lungo vari aspetti e dato risposta nel farlo a varie domande: che tipo di storia di Mario dovevamo raccontare? Quali scene avrebbero voluto vedere i fan? Quali personaggi avremmo dovuto utilizzare?”

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CHRIS MARIO

Alla regia troviamo Aaron Horvath e Michael Jelenic, che si sono distinti con pellicole d’animazione frizzanti come Teen Titans Go! – Il film, e il cast è di tutto rispetto, con un ottimo Chris Pratt a dar voce al baffuto protagonista, affiancato da Anya Taylor-Joy, Charlie Day, Jack Black (si poteva trovare un Bowser migliore? Difficile. Ma questo, per me, vale per tutto quello che fa Black, scusate), Seth Rogen e tanti altri, compresi dei cameo di Charles Martinet, che è la voce ufficiale di Mario e Luigi sin dal 1991.

Nella versione italiana, Mario sarà Claudio Santamaria, mentre Peach, Luigi, Toad e Bowser rispettivamente i doppiatori Valentina Favazza, Emiliano Coltorti, Nanni Baldini e Fabrizio Vidale.

Jelenic e Horvath hanno dichiarato che il loro scopo con questo film era girare una pellicola che fosse il più possibile fedele ai giochi, un qualcosa finora sostanzialmente mai visto nelle varie trasposizioni precedenti del franchise. E che fosse anche più “cinematica ed emozionante” rispetto al loro Teen Titans Go! – Il film. Hanno anche confermato che Nintendo ha seguito, passo dopo passo, ogni singolo aspetto della produzione, sin dalle prime fasi di sviluppo.

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“DAMIGELLA IN PERICOLO” A CHI?

La storia partirà dai due fratelli, idraulici in quel di Brooklyn, che nel riparare dei tubi sottoterra finiscono per essere trasportati da un portale in un nuovo mondo. Luigi viene rapito e tocca a Mario, aiutato da Peach, portare a termine la missione di salvataggio. Quanto ai ruoli invertiti di Luigi e Peach, i due registi hanno spiegato che serve a dare un po’ di pepe alla trama, rendendola meno scontata. Meno da meme “La principessa è in un altro castello”, insomma.

Del resto, Peach ha avuto negli ultimi anni un ruolo molto più attivo nei giochi di Mario, diventando un personaggio giocabile in titoli come Super Mario 3D World (2013). Non più solo una damigella in pericolo.

Per tutto il resto, Illumination ha cercato di rendere Super Mario Bros. – Il film una pellicola d’avventura, divertente ma con la giusta dose di tensione, in cui si percepisca il pericolo che comunque i suoi protagonisti affrontano. Le vibrazioni, da quanto visto finora, sono decisamente positive: per sapere come andrà, dobbiamo solo aspettare una settimana esatta e parcheggiare il kart davanti al cinema.

Se c’è traffico, prendo la pista arcobaleno.

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