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Stando all’insider Matthew Belloni, l’Academy sarebbe in procinto di introdurre una nuova regola per l’idoneità ai premi Oscar: il piano, supportato dal CEO Bill Kramer, sarebbe di rendere obbligatorio che un film venga proiettato nei cinema di una certa quantità dei 50 maggiori mercati degli Stati Uniti, dai 15 ai 20. In ciascuno di questi mercati dovrebbe essere proiettato in almeno una sala.
Questo sarebbe un bel bastone tra le ruote per realtà come Netflix, che quest’anno ha vinto alla grande con Niente di nuovo sul fronte occidentale e Pinocchio. L’attuale regola prevede che, per poter essere candidato agli Oscar, un film venga proiettato per almeno una settimana in uno dei sei mercati: Los Angeles, New York, San Francisco, Chicago, Miami o Atlanta. Una piattaforma ha il permesso di distribuire contemporaneamente un film nei cinema e in streaming, ma non può farlo uscire prima in streaming se intende candidarlo.
La nuova regola imporrebbe dunque una maggiore presenza theatrical ai potenziali candidati, facendo contente le catene di sale e un po’ meno gli executive di Netflix e affini. La mossa non sarebbe stata pensata, però, per contrastare lo streaming, quanto per supportare elementi della forma d’arte cinematografica – come ad esempio il sonoro e gli effetti visivi – pensati per la sala.
Non è detto che questo piano venga approvato, tuttavia, in quanto Netflix ha sviluppato, nell’ultimo decennio, dei legami a doppio filo con l’Academy. Il CEO Ted Sarandos ha fatto da chairman al museo dell’Academy, mentre la presidente dell’Academy Janet Yang ha lavorato di recente come produttore esecutivo al film d’animazione Netflix Over the Moon. E poi ci sono il vice-presidente e tesoriere dell’Academy David Linde, a capo di Participant Media, che vende moltissimi progetti a Netflix, e gente come Ava DuVernay (When They See Us) e Susanne Bier (Bird Box), che hanno collaborato con la piattaforma, oltre ovviamente a molte maestranze che hanno collaborato o potrebbero collaborare con essa.
Belloni però scrive che Kramer dovrebbe avere abbastanza voti per mettere in atto almeno un’espansione della presenza theatrical dei film candidabili. Alcuni membri dell’Academy vorrebbero portare tutto a un livello successivo, chiedendo che, in quei 15-20 mercati, un film venisse proiettato per almeno una o due settimane, che avesse cioè una vera e propria finestra nelle sale. Ma forse questo sarebbe effettivamente uno smacco troppo grande per Netflix e dunque un risultato più difficile da ottenere.