Cinema

John Wick, l’ultimo cavaliere solitario del cinema

Pubblicato il 20 marzo 2023 di Giulio Zoppello

Un cerchio che si chiude, un ciclo che si completa, salutiamo un personaggio che si deposita nel nostro immaginario come non succedeva da tanto, tantissimo tempo. John Wick è entrato all’improvviso nella nostra narrazione, lo ha fatto rispolverando qualcosa che apparteneva al cinema di una volta, in un certo senso si è staccato dall’era digitale, è tornato ad una narrazione quasi analogica, alle saghe vecchio stile, prima che tutto diventasse troppo grande, troppo rumoroso, troppo incontrollabile. Parlare di questo personaggio, significa infatti misurarsi con un’entità in grado di racchiudere in sé una marea di significati, dimostrando ancora una volta che anche di fronte ad una macchina da presa, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si recupera.

La resurrezione di Keanu Reeves

Keanu Reeves per buona parte della sua carriera ha dovuto misurarsi con un dato di fatto abbastanza sconcertante: non è un grandissimo talento recitativo. Non è un Brad Pitt, non è un Denzel Washington, non è neppure un Jake Gyllenhaal. Eppure, come funziona lui in certi personaggi, nessun altro.
Chiedetelo a Will Smith che quando le sorelle Wachowski pensarono di far diventare il Neo di quella mitologica saga che fu Matrix, non poter far altro che alzare bandiera bianca per lasciare il posto a lui, che era di fatto un rebus per produttori, registi e per la critica, eppure inesorabilmente affascinante e iconico. Ma proprio con l’ultimo capitolo della saga cyberpunk, Reeves era andato incontro poi ad un percorso attoriale abbastanza accidentato, per non dire incerto. Infine è arrivato l’amico Chad Stahelski che nel 2014 gli ha messo addosso i panni di questo misterioso killer a riposo, trascinato sulla strada di una vendetta totalizzante, estrema, un percorso fatto di sangue e vendetta ad alto tasso di spettacolarità di cui questo quarto capitolo rappresenta la summa. Ma la realtà più intima, palese e importante è che John Wick noi in realtà lo abbiamo già conosciuto, ha avuto molti nomi, molti volti, che in lui si sono ritrovati assieme contemporaneamente. Parliamo sia dell’autorialità più raffinata del cinema che fu come dei personaggi iconici del cinema di genere. Wick, fusione celestiale di luci ed ombre, è andato oltre sia la concezione di eroe che quella di antieroe, ha abbracciato semplicemente quella di variabile e motore dell’azione, all’interno di un mondo paradossalmente abitato da un codice d’onore lampante, regole ferree, eppure moralmente assolutamente deprecabile e flessibile.

Tra Stranieri Senza Nome e Samurai urbani

John Wick ha un rapporto intimo con la morte. La conosce, l’ha donata in abbondanza nel suo passato, poi è venuta a visitarlo, gli ha strappato la sua consorte, lo ha lasciato solo con un cucciolo di cane, anch’esso portatogli via in modo violento ed inaspettato. Disciplinato in modo quasi maniacale ma senza per questo diventare prevedibile, di poche parole ma allo stesso tempo eloquente, elegante ma assolutamente deciso a non dare nell’occhio, ricorda da molti punti di vista l’Alain Delon di Le samouraï di Melville e di Scorpio di Winner. Trattasi di due killer urbani, due cavalieri solitari armati di decisione, intelligenza, capacità di adattamento ma soprattutto implacabili. Eppure, hanno un loro codice d’onore, una loro moralità, non sono in vendita e alla fin fine sono mossi più da motivazioni personali che dal banale e scontato desiderio di potere o denaro. Ma naturalmente si sprecano nella saga gli omaggi agli spaghetti western, agli Stranieri Senza Nome che resero leggenda Clint Eastwood prima e dopo Leone, così come a Django, ai tanti giustizieri della Notte o killer interpretati da Charles Bronson e Steve McQueen. Come loro John Wick pur non prendendo la parte di nessuno ma soltanto la sua, appare oggettivamente come un messaggero funebre mandato dal cielo per punire i malvagi, per distruggere l’ordine costituito da uomini che si mascherano dietro codici, scherani, un lusso sfrenato, ma che intimamente sono dei mostri. La cosa però più affascinante, è come nella realtà John Wick sia egli stesso perfettamente cosciente che nel suo mondo, non esiste una divisione manichea dell’umanità e che egli stesso è un complice come un seminatore di caos e discordia. Ed in questa sua natura paradossale, vi è forse il suo fascino più palese.

L’anomalia del sistema che ritorna

Oltre ai film di Sergio Leone o Corbucci, sono apparsi palesi anche i riferimenti ironici agli spaghetti western, a True Lies di James Cameron, al nuovo filone indonesiano, all’ironia più sgargiante che vola assieme a pallottole e cazzotti. John Wick è anche alfiere di tutto ciò che di innovativo il cinema orientale ci ha donato infatti. Il numero di riferimenti ed omaggi alla cinematografia di Bruce Lee o Sonny Chiba è tanto corposo quanto inutile qui da elencare, ma vale la pena anche ricordare come in lui risplenda il cinema di John Woo, anch’esso abitato guarda caso da killer in cerca di redenzione a cui Chow Yun-Fat si è legato moltissimo.
Lui è la fedeltà tradita, il codice infranto che si vendica del codice stesso. Certo, bisogna anche riconoscere che in lui non si agita direttamente una filosofia o una nobiltà poetica, come per esempio Jim Jarmusch creò nel bellissimo Ghost Dog. Eppure, non mancano i riferimenti proprio al codice del samurai, non semplicemente perché le lame orientali sono spesso presenti, ma anche per le usanze che lui ed i suoi colleghi osservano. Possono trovarsi a bere un bicchiere al tavolo di un bar così come a svuotarsi addosso caricatori di pistole da un momento all’altro. I quattro film in cui Keanu Reeves è riuscito a superare il complesso di Neo, ci lasciano in eredità quindi un personaggio volutamente irrisolto. Di fatto è anche un simbolo della ribellione del singolo contro l’oppressione del sistema, che nel suo caso è quello di una super organizzazione di criminali, facendone un altro esempio di anomalia che l’attore americano ha interpretato per noi. Di certo passeranno moltissimi anni prima che ci venga offerto qualcosa di simile, un protagonista apparentemente così semplice eppure così complesso, articolato per semantica ed evoluzione, al di là dell’apparente immobilità della sua frenesia omicida. Il fatto che tutto questo sia arrivato al di fuori dei soliti confini standard di Hollywood, non è poi stata una gran sorpresa, diciamocelo.

John Wick: Capitolo 4 arriverà nelle sale italiane il 23 marzo 2023.