Aspettando Armageddon Time, il meglio di Anne Hathaway

Aspettando Armageddon Time, il meglio di Anne Hathaway

Di Giulio Zoppello

Chi l’avrebbe mai detto ad inizio millennio che Anne Hathaway, newyorkese doc e che pareva destinata ad essere un volto avvenente poco più per il piccolo schermo, sarebbe invece diventata una delle attrici più amante della sua generazione? Ad oggi di certo è anche una delle più atipiche, a fronte di una carriera che l’ha vista confrontarsi con generi molto diversi tra di loro, a volte con risultati altalenanti, ma fissandosi nell’immaginario collettivo in modo assolutamente efficace. Ora che sta per tornare con Armageddon Time – Il Tempo dell’Apocalisse, il nuovo film di James Gray dal 23 marzo al cinema, forse è giunto il momento di andare a guardare al suo passato, a quali ruoli Anne, figlia d’arte che pareva destinata a fare solo la principessa, ha avuto in dote per farci capire che è molto più di un bel sorriso da copertina.

Il Diavolo Veste Prada

Andy Sachs è il personaggio grazie al quale la Hathaway si è fissata presso l’immaginario collettivo per la prima volta, all’interno di una delle più belle commedie di questo nuovo millennio. Il Diavolo Veste Prada di David Frankel, tratto dal romanzo di Lauren Weisberger, è una delle satire più ciniche, appuntite e puntuali sulla nostra società, sui valori che la dominano ma soprattutto sul mondo della moda. Anne Hathaway fu perfetta nel mettere in atto la lenta e progressiva trasformazione di una ragazza armata di talento, ingenuità e sogni, che nel momento in cui si trova a dover fare i conti con una figura come quella di Miranda Presley (una grandissima Meryl Streep), cominciava lentamente a diventare un’altra persona.
Il Diavolo Veste Prada vive del continuo confronto tra lei e questa donna fredda, velenosa, ma anche incredibilmente astuta, intelligente e coerente. Ciò che ne viene fuori alla fine, non è solo il ricordarci come la moda sia una costosissima e complessa macchina fatta di apparenza, ma anche che il moderno modello capitalista si aggrappa alle nostre ambizioni nascoste, le nostre debolezze, per trasformarci in ingranaggi di una gigantesca macchina pronta ad inaridirsi, mentre invece ci offre ogni tipo di successo materiale.

Becoming Jane

Pochissime autrici sono state tanto importanti e innovative come Jane Austen, che nell’Inghilterra del ‘700, con i suoi romanzi, seppe rinnovare la narrazione del mondo femminile, nonché quello dei sentimenti. Anne Hathaway interpretò la grande scrittrice in Becoming Jane di Julian Jarrord, film biografico (per quanto attraversato da molte libertà), dove a tormentare il suo cuore e le sue certezze sulla vita ed il suo talento, ci pensava l’istrionico e brillante Thomas Lefroy (James McAvoy). Becoming Jane ancora oggi divide la critica, tra chi lo considera uno sfarzoso, elegante ma alquanto incompiuto sforzo di far comprendere la grandezza della Austen, e chi invece una perfetta mediazione tra realtà biografica e la rappresentazione della semantica della grande scrittrice. Tutti però furono concordi nel riconoscere che la Hathaway, assieme a McAvoy, era stata autrice di una grande prova, regalando grandi emozioni ma soprattutto credibilità alla storia. L’attrice newyorkese ci donò una ragazza incredibilmente complessa: romantica e allo stesso tempo impaurita dalla vulnerabilità creata dei sentimenti, Jane è desiderosa di essere indipendente e differente dalla norma e dalla morale dell’epoca, ma anche incuriosita dalla conformità. Becoming Jane ha avuto soprattutto il grande merito di far conoscere il vero talento della Hathaway, fino a quel momento abbastanza sottostimato.

Brokeback Mountain

Questo film ha senza ombra di dubbio cambiato tutto, per quello che riguarda la narrazione cinematografica inerente alla comunità LGBTQ. Ang Lee con Brokeback Mountain ha fatto la storia, soprattutto grazie a Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, ma non bisogna dimenticarsi di lei, della Laureen Newsome della Hathaway, che in quel film rappresentava un mare di significati.
Laureen è la classica creatura della società del Midwest: figlia di un ricco e tronfio imprenditore del posto, si innamora di Jack Twist (Jake Gyllenhaal), cowboy di scarso talento ma di cui intuisce una natura diversa da quella della norma, per quanto ignori per diversi anni anche la sua bisessualità. Anne Hathaway stupì per la capacità di mettere in scena un personaggio ambivalente, a metà tra ipocrisia e verità, certamente affezionata al marito ma anche alla fin fine incapace di amarlo quanto desiderava, o perlomeno completamente. Per quanto forse oscurata dall’intensità di Michelle Williams, la Hathaway creò una donna storicamente molto attendibile, vittima al dispetto del lusso virgola di una società patriarcale e machista, dell’idealizzazione della figura del maschio da onorare sempre e comunque. Il suo dialogo al telefono con Ennis (Heath Ledger) e l’ambiguità di come gli narra della morte di Jack, rimangono uno dei momenti più importanti di questo grandissimo film.

Les Miserables

Probabilmente il miglior musical del XXI secolo. Les Miserables di Tom Hooper, ennesima trasposizione del capolavoro di Victor Hugo, coniugava la maestosità e raffinatezza dei mezzi della Hollywood più imponente, con un cast semplicemente straordinario che comprendeva oltre ad Anne Hathaway, Hugh Jackman, Russell Crowe, Amanda Seyfried ed Eddie Redmayne. L’ex ragazza di Brooklyn, nei panni dell’infelice e sfortunata Fantine, riuscì a zittire i detrattori, che la giudicavano troppo giovane e forse anche troppo bella per essere credibile. Lei però, oltre a perdere una dozzina di chili per dare credibilità al suo personaggio, fece sfoggio anche di un’abilità canora fuori dal comune, così come della capacità di rendere questo personaggio di madre tormentata e afflitta, qualcosa di incredibilmente toccante ed emotivamente potente. Grandissimo successo di critica e pubblico ma soprattutto il film che ha consegnato nelle mani dell’ex Principessa da Teen Movie, oltre al Golden Globe, anche un memorabile premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista. Ad oggi questa rimane con ogni probabilità la sua interpretazione più famosa ed iconica presso l’immaginario collettivo, così come la più complessa ed anche la più faticosa. Di certo anche una delle rappresentazioni più ferocemente realistiche, al di là della fantasia del racconto, su cosa ha voluto dire per molti secoli essere una donna nella società: un bersaglio per ogni genere di pericolo e dolore.

Rachel Sta per Sposarsi

L’anno successivo a Les Miserables, Anne Hathaway stupisce ancora, con Rachel Sta per Sposarsi di Jonathan Demme. Qui interpreta Kym, ragazza attraversata da sensi colpa e dolore per aver causato quando aveva 16 anni, la morte del fratello, evento che poi l’ha condotta verso un gorgo di tossicodipendenza e autodistruzione. Il matrimonio della sorella Rachel (Rosemarie DeWitt) sarà l’occasione per rinvangare il passato ma anche per cercare un nuovo inizio. Interpretazione potentissima e viscerale, forse da certi punti di vista la più sofisticata per la Hathaway, alle prese con un personaggio femminile imprevedibile, violento, intrattabile eppure teneramente alla ricerca di una speranza e una redenzione. Film che distrugge e pialla l’idealizzazione del focolare domestico caro alla cinematografia americana, soprattutto grazie a lei, che ottenne un’altra nomination agli Oscar e Golden Globes, solidificando la sua reputazione di attrice capace di stupire e reinventarsi. Qualcosa che forse avrebbe dovuto avere la possibilità di sviluppare maggiormente nel corso degli anni, in una carriera che rimane ad ogni modo, accattivante per la sua capacità di muoversi in ogni direzione.

Armageddon Time – Il Tempo dell’Apocalisse

Dall’acclamato regista James Gray, Armageddon Time è una storia profondamente personale sulla forza della famiglia, la complessità dell’amicizia e la ricerca generazionale del Sogno Americano.
Il giovane Banks Repeta (Le strade del male, Black Phone) interpreta il protagonista. Con lui nel cast Anne Hathaway, Jeremy Strong, Anthony Hopkins, Jaylin Webb, Jessica Chastain e Tovah Feldshuh. James Gray ha anche scritto la sceneggiatura.
Il film arriverà nelle sale italiane il 23 marzo.

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