Raquel Welch, volto iconico di Hollywood tra gli anni Sessanta e Settanta, è morta ieri a Los Angeles dopo una breve malattia. Aveva 82 anni.
Nata a Chicago nel 1940 da padre boliviano e madre statunitense, Jo Raquel Tejada studia danza fin da piccola, e vince diversi concorsi di bellezza durante l’adolescenza. Dopo il liceo, determinata a perseguire la carriera da attrice, si iscrive al San Diego State College con una borsa di studio in arti teatrali, e ottiene varie parti in produzioni locali. Dopo alcuni anni come presentatrice del meteo, modella e cameriera, si trasferisce a Los Angeles per cercare lavoro nel cinema. È il 1963, e Raquel ha appena divorziato dal marito James Welch, con cui ha avuto due figli. L’agente Patrick Curtis comincia a farle da manager, e le suggerisce di usare il cognome dell’ex marito per evitare di essere scritturata solo in ruoli da latina: Jo Raquel Tejada diventa quindi Raquel Welch.
Nel 1964 esordisce in Madame P… e le sue ragazze di Russell Rouse, con Shelley Winters e Robert Taylor, poi recita al fianco di Elvis Presley ne Il cantante del luna park di John Rich. La consacrazione arriva però nel 1966, con il ruolo di Loana in Un milione di anni fa di Don Chaffey: è in questo momento che Raquel Welch si afferma come sex symbol internazionale, espressione ormai fin troppo abusata quando si parla della sua carriera. L’altro suo ruolo “iconico” è quello di Cora Peterson in Viaggio allucinante di Richard Fleischer, sempre nel 1966, dove interpreta l’unico personaggio femminile.
Nel corso degli anni, dimostra talento anche nella commedia, nel western e in altri generi, talvolta lavorando con registi italiani: Eduardo De Filippo in Spara forte, più forte… non capisco!, e Mauro Bolognini nel suo episodio del film collettivo Le fate. Grazie alla parte di Costanza Bonacieux ne I tre moschettieri di Richard Lester (1973), Raquel Welch conquista il Golden Globe per la Migliore Attrice in un Film Commedia o Musicale. Ottiene un’altra nomination nel 1987 per il film televisivo Quando morire di Paul Wendkos.
A partire dagli anni Ottanta, i suoi impegni cinematografici si diradano, ma appare comunque in film come Una pallottola spuntata 33⅓ – L’insulto finale, La rivincita delle bionde e How to Be a Latin Lover, che resta il suo ultimo lavoro sul grande schermo.
Fonte: TV Line