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Nel Regno Quantico con tutta la famiglia: il cast, i produttori e il regista parlano di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Pubblicato il 09 febbraio 2023 di Lorenzo Pedrazzi

I Fantastici 4 sono la prima famiglia della Marvel nei fumetti originali, ma se parliamo di Marvel Cinematic Universe tale primato spetta ad Ant-Man: da quando Hank Pym ha passato il testimone a Scott Lang, infatti, i due Uomini Formica hanno dato inizio a un nucleo familiare allargato che include Hope Van Dyne, Janet Van Dyne e Cassie, la figlia di Scott. Non a caso, il tema della famiglia è essenziale in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, terzo film del franchise nonché capitolo introduttivo della Fase 5. A parlarne sono stati i diretti interessati durante la conferenza stampa on-line, cui hanno partecipato i produttori Kevin Feige e Stephen Broussard, il regista Peyton Reed, e gli interpreti Paul Rudd (Scott Lang / Ant-Man), Evangeline Lilly (Hope Van Dyne / Wasp), Michael Douglas (Hank Pym), Michelle Pfeiffer (Janet Van Dyne), Kathryn Newton (Cassie Lang) e Jonathan Majors (Kang il Conquistatore).

Tutto in famiglia

Peyton Reed ha guidato la saga fin dall’inizio, ed è convinto che proprio la centralità della famiglia sia alla base del suo successo:

I film di Ant-Man sono sempre stati incentrati sulla famiglia. È una storia generazionale su una famiglia di eroi. Scott Lang non è un super scienziato miliardario, ma viene risucchiato in questo mondo. Hope Van Dyne è la figlia di due supereroi, Michael Douglas e Michelle Pfeiffer… quindi è una cosa generazionale. E ora abbiamo la giovane Cassie Lang, che è il principale fattore motivante di Scott, trascorrere del tempo con sua figlia. Proseguiamo la storia di questa famiglia. Vuole essere un eroe, ovviamente, essere un Avenger… ma si tratta davvero di trovare un equilibrio tra la vita e il lavoro. Trovare il tempo di stare con sua figlia è la cosa più importante. In questo film Cassie ha 18 anni, ma continuiamo la storia di questa famiglia. In Quantumania abbiamo ampliato quella storia, e cominciato a parlare dei segreti che i membri della famiglia non si dicono. All’inizio del film, Scott scopre che tutti gli hanno nascosto qualcosa, e quando finiscono nel Regno Quantico devono risolvere queste dinamiche familiari. Credo che il tema della famiglia sia proprio la costante in questi film.

Paul Rudd gli fa eco, sottolineando come Scott – che, lo ricordiamo, è rimasto confinato nel Regno Quantico per cinque anni terrestri e non ha visto crescere sua figlia – voglia in primo luogo essere presente per Cassie.

Credo che Scott, come ha detto Peyton, voglia davvero essere un papà, e quello è il suo obiettivo principale. Ha sempre avuto un rapporto ambivalente con l’essere un supereroe, ma ora l’ha accettato, più o meno. È cresciuto molto nel corso dei nove anni in cui abbiamo fatto questi film. Prima aveva un lavoro normale, niente superpoteri, ma si è ritrovato in questo gruppo e ha persino combattuto Thanos. Ha vissuto le sue esperienze, e ha accettato chi è. All’inizio del film, nel presente, gli eventi di Endgame sono ormai alle spalle. Scott sta… non vorrei dire che si sta godendo il suo giro trionfale, ma qualcuno potrebbe dirlo. Ha pubblicato un libro autobiografico, Look Out for the Little Guy, ha spiegato tutto quello che è successo nella sua vita, i suoi trascorsi con gli Avengers… ma ora è pronto a fare il padre. Solo che ci sono dei problemi da quel punto di vista, ha perso molte cose. Cassie ora è più grande, ha le sue idee, quindi [Scott] è alle prese con tutto questo.

Le relazioni familiari sono diventate importanti anche per Hope, come dice Evangeline Lilly:

Hope comincia il primo film come una donna molto fredda, distaccata e isolata, non aveva relazioni nella sua vita. Ma nel corso dei tre film ho avuto l’opportunità di interpretare questo incredibile arco narrativo in cui [Hope] ha messo a posto il rapporto con il padre, ha ritrovato la madre perduta, si è innamorata follemente di Scott ed è diventata la madre adottiva di Cassie. Ora la sua vita è piena di relazioni, piena d’amore. È la versione sbocciata della donna che abbiamo conosciuto all’inizio, e lo si vede nel lavoro che sta facendo: sta cercando di prendere quell’amore e diffonderlo attorno a sé, di fare del bene nel mondo. Vuole risolvere problemi enormi come il riscaldamento globale, la crisi immobiliare, e lo sta facendo con successo. L’unico pezzo mancante è il rapporto con la madre. Ha sempre sognato che tornasse a casa e che diventassero migliori amiche, che si raccontassero tutto… ma ora [Janet] la tiene lontana. È una ferita che si sta infettando all’inizio del film.

Esplorando il Regno Quantico

Contrariamente agli altri due film della saga, Ant-Man and the Wasp: Quantumania si svolge quasi per intero nel Regno Quantico… ma cos’è di preciso? Risponde Kevin Feige.

Abbiamo visto il Regno Quantico per la prima volta nel primo film, ed è stata un’idea di Paul, prima ancora che iniziassimo le riprese: le cose funzionano in maniera diversa a livello quantico, e Paul stava parlando di quanto può essere divertente laggiù. Il primo Ant-Man era incentrato sull’introduzione dei personaggi e sulle origini, ma alla fine abbiamo avuto un assaggio [del Regno Quantico]. È un luogo che si trova a livello subatomico, dove spazio e tempo si comportano diversamente. Ci ha permesso di viaggiare nel tempo, come ha suggerito Scott in Endgame, e ci permette di esplorare un universo folle in questo film.

L’aspetto del Regno Quantico è molto bizzarro, ma gli autori avevano in mente dei riferimenti specifici per dargli vita sullo schermo.

Ci abbiamo lavorato per tre anni e mezzo, per portare il pubblico in un posto che non avessero mai visto prima. Abbiamo discusso di paralleli con Il Mago di Oz, ma l’aspetto visivo è tutto merito di Peyton e della sua squadra.

Il regista spiega:

Abbiamo tratto ispirazione dalla microfotografia elettronica, dai numeri di Heavy Metal degli anni Settanta e Ottanta… volevamo portare questi elementi da sword and sorcery, e anche un po’ di Moebius. Abbiamo messo insieme una squadra di artisti e abbiamo detto, “Creeremo il Regno Quantico, nessun altro film della Marvel lo ha mostrato, vogliamo creare questo mondo vivido che ha una sua storia, una sua logica interna… chi sono le creature che lo abitano, chi sono le persone, come si viaggia, quali sono le leggi della fisica”. Bisognava determinare tutte queste cose, quindi abbiamo assemblato questo gruppo pazzesco di artisti visivi e abbiamo chiesto loro di proporre le loro idee più fantastiche.

Reed ha citato come fonte d’ispirazione anche Flash Gordon, Barbarella e le copertine dei vecchi paperback di fantascienza, oltre alla suddetta microfotografia elettronica: “Elementi piccolissimi, ma poi li stampi e sembrano paesaggi”.

Grandi ritorni, grandi esordi

Tornando al successo dei film di Ant-Man, Michael Douglas si sofferma su un dettaglio che, secondo lui, li differenzia dagli altri.

Credo che i film di Ant-Man, con la loro focalizzazione sulla famiglia, portino vulnerabilità in questo universo di personaggi con superpoteri, e anche senso dell’umorismo. C’è qualcosa di divertente, insieme al senso di pericolo… sembra che parlino a un pubblico ampio. Per uno come me, conosciuto soprattutto per film vietati ai minori, è un piacere vedere che bambini più piccoli possono goderselo.

Dal canto suo, la Janet Van Dyne di Michelle Pfeiffer ha finalmente un ruolo ampio:

Dopo essere stata salvata dal Regno Quantico dopo 30 anni, ed essersi riunita col marito Hank e la figlia Hope, [Janet] sta assaporando il tempo insieme, ma ha deciso di non dire nulla del tempo trascorso laggiù. Non vuole entrare nell’argomento finché non ci ritroviamo in questo universo, ed è obbligata ad affrontare la verità in un posto dove sperava di non tornare mai più. E sapete, 30 anni sono tanti, una persona ha le sue esigenze… quindi non giudichiamo [ridono]. Credo ci siano molte sorprese per la famiglia… per alcuni più che per altri [ridono]. Magari alcune scelte sono state discutibili, però sono una famiglia molto comprensiva. Comunque, la sua storia fa parte del tema relativo ai segreti di famiglia che attraversa il film.

La grande novità è rappresentata da Kang il Conquistatore, di cui Jonathan Majors ha già interpretato una variante in Loki. Ant-Man and the Wasp: Quantumania segna però il debutto del Kang originale, molto diverso da quello che governava la sacra linea temporale. Dice l’attore:

Chi è Kang? Credo che questa sia una domanda a cui risponderemo per molto tempo. La risposta veloce è che Kang è un supercattivo che viaggia nel tempo, ma è anche un Essere Nexus, da cui deriva l’idea delle varianti. Ci sono molte versioni di Kang, occupano vari universi e hanno intenzioni diverse. Il Kang che incontriamo nel film è bloccato nel Regno Quantico. Ha dei problemi con alcune varianti, e la cosa non gli piace.

E come si è approcciato al personaggio?

Mi è sembrato di tornare ai tempi delle compagnie shakespeariane. Avevano un’idea molto chiara di cosa dovevi fare se eri l’attore protagonista, impostavano il tono e il ritmo. Devi avere un’idea chiara di cosa tu stia facendo, chi sia il personaggio, del suo obiettivo. Costruisci quello, e poi per il resto ti impegni duramente.

Kathryn Newton esordisce nel ruolo di Cassie, prendendo il posto di Emma Fuhrmann (che l’aveva interpretata in Avengers: Endgame). Dare vita a una supereroina è sempre stato un suo sogno:

Alla premiere di ieri sera, Victoria [Alonso, vicepresidente dei Marvel Studios] mi ha chiesto quale fosse stato il primo film della Marvel che avessi mai visto. Io le ho risposto “Iron Man“, e lei mi ha detto, “Quello è stato il nostro primo film”. Probabilmente avevo otto anni [in realtà è nata nel 1997, quindi doveva averne almeno undici]. Fin da allora, ho sempre voluto essere un supereroe Marvel. Volevo davvero far parte di tutto questo, e è una cosa che mi faceva sognare. Andavo al cinema con mio papà e volevo essere una supereroina. È buffo perché dicevo sempre che volevo essere il più grande supereroe Marvel di tutti i tempi, ed è ironico che Cassie Lang possa crescere fino a 40 piedi [ridono]. Sono la prova che i sogni possono diventare realtà, perché il mio si è avverato.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane.