Everything Everywhere All at Once è stato, a sorpresa, uno dei titoli dell’anno scorso. Distribuito dalla casa indipendente A24, il film di Dan Kwan e Daniel Scheinert, altrimenti detti i Daniels, ha incassato 71 milioni di dollari in patria e 105 nel mondo. È inoltre stato il primo film indipendente a superare i 100 milioni di incasso durante il Covid e il primo film della A24 a raggiungere questa cifra. Insomma, è stato un vero successo, uno di quegli ormai rari casi in cui un film d’autore indipendente, non affiliato ad alcun grosso franchise, non un sequel, un prequel o un reboot, ma un film originale, è riuscito a raggiungere un tale risultato con la pura forza del passaparola.
Al centro del film ci sono due attori di origini asiatiche con storie molto diverse: da un lato Michelle Yeoh, superstar del cinema di Hong Kong che è poi diventata celeberrima anche in Occidente grazie a La tigre e il dragone, e Ke Huy Quan, attore americano di origine vietnamita famoso per i ruoli in Indiana Jones e il Tempio Maledetto e I Goonies, tornato molto di recente sulla scena. Entrambi sono stati ora candidati agli Oscar ed entrambi regalano una performance memorabile nel film dei Daniels. Andiamo a riscoprire la loro storia, in occasione della redistribuzione di Everything Everywhere All at Once nelle sale italiane il 2 febbraio, dopo che il film è stato candidato a ben undici Oscar.
Michelle Yeoh nasce a Ipoh, in Malesia, nel 1962. Sessant’anni dopo interpreta il ruolo che le regalerà la sua prima nomination all’Oscar, quello di Evelyn Wang nel cult Everything Everywhere All at Once.
Ma quella di Michelle Yeoh è da sempre una carriera straordinaria, segnata da diversi, importanti traguardi. Nel 1983 viene eletta Miss Malesia, e poi Miss International Tourism Quest. Quest’ultimo concorso la porta a recitare in una serie di pubblicità accanto a Jackie Chan e da qui le si aprono le porte del cinema di Hong Kong. Inizia a recitare in una serie di action, dove dimostra la sua abilità nelle arti marziali: la vediamo in Bambole e botte (accanto a Chan), Caccia spietata e, soprattutto, Yes, Madam, suo terzo ruolo e già suo primo film da protagonista assoluta. Vale la pena far notare che, oltre a eseguire i propri stunt, Michelle Yeoh – che qui si faceva chiamare Michelle Khan – imparò il cantonese apposta per recitare a Hong Kong. Così, per dire.
Nel 1987, l’attrice si ritira dopo aver sposato il businessman Dickson Poon, salvo tornare al cinema pochi anni dopo, in seguito al divorzio. Come se non avesse mai lasciato, Michelle Yeoh riprende il filo del discorso e infila una serie di ruoli in Police Story 3, Supercop 2 (di nuovo accanto a Jackie Chan), Tai Chi Master di Yuen Woo-ping e Wing Chun.
Nel 1997 arriva un’altra svolta di carriera, il ruolo ne Il domani non muore mai, accanto allo 007 Pierce Brosnan. Il regista Roger Spottiswoode non le permette di realizzare da sola gli stunt – Hollywood è una bestia differente rispetto a Hong Kong – ma Yeoh esegue comunque le sue scene corpo a corpo. Poi, nel 2000, arriva LA svolta: La tigre e il dragone, fenomeno globale che porta il cinema cappa e spada cinese – il wuxiapian – al centro dell’attenzione al di fuori della Cina. Per Yeoh si tratta del primo ruolo in mandarino, lingua che, ancora una volta, impara (foneticamente) per l’occasione.
Da lì la sua carriera in Occidente esplode. La ritroviamo in Memorie di una geisha, Sunshine, La mummia: La tomba dell’Imperatore Dragone e Babylon A.D. Nel 2011 interpreta Aung San Suu Kyi in The Lady di Luc Besson, ruolo che la fa bandire dal Myanmar.
Dopo aver ripreso il ruolo di Yu Shu Lien nel sequel Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny, per qualche anno Michelle Yeoh si dedica a ruoli di supporto in grosse produzioni: Guardiani della Galassia Vol. 2, Crazy & Rich, Boss Level, Last Christmas, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. In ciascuno di questi, nonostante la brevità dei ruoli, Yeoh lascia il segno e ruba la scena. Allo stesso tempo, la vediamo in TV, tra Marco Polo, The Witcher: Blood Origin e, soprattutto, Star Trek: Discovery, in cui interpreta il capitano Philippa Georgiou e il suo doppio malvagio, ma nemmeno troppo, proveniente da una realtà parallela in cui è di fatto imperatrice della galassia. Ci crediamo.
Everything Everywhere All at Once è dunque il suo grande ritorno come protagonista, la consacrazione di una carriera in cui ha saputo bilanciare perfettamente abilità fisiche e recitative, eccellendo in entrambi gli ambiti. La sua performance le ha fruttato una nomination all’Oscar storica: si tratta della prima donna asiatica a essere candidata come migliore attrice protagonista.
Come abbiamo detto, Michelle Yeoh non è l’unica candidata per il film dei Daniels. Dall’altra parte abbiamo infatti Ke Huy Quan, nominato come migliore attore non protagonista. Quan è tornato alla recitazione dopo una pausa di vent’anni, durante i quali ha lavorato dietro le quinte (assistendo alle coreografie di X-Men e lavorando come assistente alla regia per Wong Kar-Wai).
Nato a Saigon, oggi Ho Chi Minh City, in piena guerra del Vietnam, Quan si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti nel 1979, a otto anni. Fu scoperto pochi anni dopo da Steven Spielberg, che gli offrì il ruolo di Short Round in Indiana Jones e il Tempio Maledetto (lui aveva in realtà accompagnato il fratello all’audizione). Dopo I Goonies, prodotto da Spielberg, avrebbe interpretato pochissimi ruoli tra cinema (Uniti per vincere, Il mio amico scongelato) e TV (Segni particolari: genio, I racconti della cripta) prima di ritirarsi intorno al 2002.
In una recente intervista, pubblicata da GQ, ha raccontato di aver preso la decisione di tornare a recitare dopo aver visto Crazy & Rich (nel quale appare Michelle Yeoh) ed essere stato colpito da un serio caso di “FOMO”, ovvero Fear of Missing Out, la paura di perdere un’occasione. Quan ha spiegato di aver lasciato la recitazione perché il cinema americano di vent’anni fa non concedeva molti ruoli interessanti agli attori di origini asiatiche. Ma oggi il mondo è cambiato, e Crazy & Rich ha dimostrato questo all’ex attore bambino. E così Quan ha chiamato il suo agente e, in men che non si dica, ha ottenuto un ruolo che lo ha portato dritto dritto a vincere un Golden Globe e a essere candidato a un Oscar.
Prossimamente lo vedremo nella seconda stagione di Loki, in un ruolo per ora sconosciuto. Se riuscirà a vincere la statuetta, e le probabilità sono alte, la sua carriera potrebbe ricevere una spinta cruciale e portarlo, a cinquant’anni suonati, a diventare una superstar.
Everything Everywhere All at Once tornerà nelle sale il 2 febbraio, distribuito da I Wonder Pictures. QUI ne potete vedere il trailer.