Armie Hammer ha rotto il silenzio, dopo lo scandalo che lo ha travolto ormai due anni fa e che ha avuto pesantissime conseguenze sulla sua carriera.
L’attore, visto in pellicole come The Social Network, Mine, Chiamami col tuo nome e Assassinio sul Nilo è finito al centro di un vero e proprio caso mediatico, a causa di alcuni messaggi privati che avrebbe inviato su Instagram. Messaggi che erano sessualmente espliciti, e facevano riferimento ad alcune pratiche violente, cannibalismo compreso.
Hammer è stato anche accusato di stupro, ma gli avvocati dell’attore hanno prontamente respinto le accuse.
Nell’intervista, Hammer ha rivelato di aver pensato al suicidio, aggiungendo che i suoi comportamenti sono la diretta conseguenza di un abuso sessuale subìto all’età di 13 anni, per mano di un giovane prete.
Ha introdotto la sessualità nella mia vita, in un modo completamente fuori dal mio controllo. In quella situazione ero impotente, non potevo reagire. La sessualità mi è stata presentata in un modo terrificante e questo ha fatto in modo che i miei interessi fossero focalizzati sull’avere il controllo dal punto di vista sessuale.
L’attore ha ammesso di aver sfruttato il suo status di celebrità a scopo sessuale, con comportamenti abusivi e offensivi dal punto di vista emotivo.
Erano giovani tra i 20 e i 30 anni, mentre io ero nel pieni dei miei 30. In quel momento ero un attore di successo. Sarebbero state felici semplicemente di stare con me e avrebbero detto sì a cose che non avrebbero consentito in situazioni normali. Questa situazione dimostra un chiaro squilibrio di potere.
Hammer ha affrontato un lungo periodo di riabilitazione, durante il quale ha contemplato il suicidio:
Mi sono tuffato nell’oceano e ho iniziato a nuotare, fino a dove ho potuto. Ho sperato di affogare, di venire travolto da una barca o divorato da uno squalo. Poi mi sono reso conto che i miei figli erano ancora sulla terraferma, non potevo far loro questo.
Sembra però che ora sia riuscito a trovare un suo equilibrio:
Sono qui per rendere conto dei miei errori, prendendomi la responsabilità delle mie azioni, per essere stato egoista, per aver usato le persone per la pura soddisfazione personale. Ora mi sento una persona più sana, più felice, più equilibrata. […] Sono sul serio grato per la mia vita, per la mia guarigione e per tutto il resto. Non tornerei mai indietro per cancellare quanto successo.
Come sappiamo, è stato Robert Downey Jr. a convincere Armie Hammer a intraprendere un percorso di riabilitazione.
L’ex Tony Stark dell’Universo Cinematografico Marvel ha dovuto lottare nei primi anni della sua carriera con le dipendenze ed è stato lui a pagare il periodo di rehab (quasi sei mesi) di Armie Hammer in Florida.
Robert Downey Jr. ha attraversato molte cose e ha trovato la sua redenzione. E in questo fervore di cancel culture e movimenti woke mi sembra che manchi proprio questo. Nel momento in cui qualcuno compie un errore, viene gettato via. La riabilitazione non è contemplata. Quando buttano una persona come me nel fuoco per proteggersi, non fanno altro che alimentare quel fuoco. E ora quel fuoco è fuori controllo e finirà per bruciare tutti.
Armie Hammer sta attualmente aiutato un compagno di rehab tossicodipendente:
Ho intenzione di vivere con lui per un po’, introdurlo a una sana routine, portarlo in palestra, cucinare per lui. Sento che il mio recupero ha raggiunto un punto di svolta, sono passato dall’essere una persona in cerca di aiuto a una che può aiutare gli altri.
Fonte: Variety