SerieTV Recensioni The Doc(Manhattan) is in
Parliamo del terzo episodio di The Last of Us, arrivato su Sky e Now, in contemporanea con gli USA e sottotitolato in italiano, da qualche ora. Ricapolando, abbiamo già pubblicato la recensione senza spoiler di tutta la prima stagione di The Last of Us, e con la serie di recap a cadenza settimanale stiamo esaminando, episodio dopo episodio, quali sono le differenze rispetto al videogioco e che impatto hanno sulla serie con Pedro Pascal e Bella Ramsey. Qui il recap dell’episodio 1, qui quello del 2. Ovviamente, d’ora in avanti, SPOILER sull’episodio 3.
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Vi avevo detto, nella recensione di tutta la stagione, che i “momenti Schindler’s List” sarebbero stati più di uno, e questo terzo episodio si apre proprio – dopo una chiacchierata tra Joel ed Ellie che conferma come il contagio sia avvenuto, su scala planetaria, attraverso i cereali – con il vestito di quella donna e il massacro compiuto vent’anni prima dall’esercito. Da lì parte la storia del survivalista Bill, il grande Nick Offerman di Parks and Recreation. Peraltro, per molti versi, il personaggio di Bill è in linea con quanto avrebbe fatto il suo Ron Swanson in un mondo post-apocalittico del genere. Dopo anni di solitudine, Bill incontra poi Frank (Murray Bartlett, visto di recente nella prima stagione di The White Lotus), e l’episodio ci racconta la loro storia, fino al tragico epilogo. Cosa c’è di diverso rispetto al gioco? Tanto.
Nell’avventura di Naughty Dog, Joel ed Ellie trovano Bill vivo e vegeto. Bill e il suo compagno Frank hanno barattato merce con Joel e Tess in passato per anni, e Bill ha un qualche tipo di debito con Joel. Debito che viene saldato aiutando l’uomo e la ragazzina a trovare una batteria per un veicolo. Quando Joel ed Ellie vanno via, Bill rimane nella sua cittadina trasformata in fortezza, Lincoln. L’ultima volta che lo vediamo, è ancora vivo. Non è però tutto.
Frank, invece, non lo si vede mai nel gioco. Beh, non lo si vede mai vivo, quanto meno: quando ci si imbatte in lui, è già cadavere, con una camiciona a fiori e un cappio al collo. Prima degli eventi del gioco, infatti, Frank ha lasciato Bill, stanco dei suoi modi, ed è scappato. Ma durante la fuga è stato morso più volte dagli infetti e si è impiccato prima che il fungo si impadronisse di lui. Come scoprono Joel e lo stesso Bill, quando trovano una lettera lasciata da Frank, quest’ultimo ormai odiava Bill.
Per la trasposizione televisiva della storia di Bill e Frank, Craig Mazin (co-showrunner della serie insieme a Neil Druckmann) ha deciso di cambiare le carte in tavola. Trasformando un personaggio come tanti, un pazzo survivalista, e il suo ex compagno (a scanso di equivoci per chi non ha giocato l’avventura: Bill era gay anche lì), nei protagonisti di un mini-film struggente e davvero molto bello. Delicato, ma di grande impatto. Nella sua recensione, il NY Times ha scritto che “è come se il montaggio iniziale di Up fosse stato esteso per 45 minuti e calato nell’ambientazione di World War Z.” La trovo un’immagine estremamente calzante, perché si respira qui la stessa malinconia.
Può dunque “una serie TV sugli zombie” (che non sono zombie), magari bollata frettolosamente da chi non l’ha ancora vista come “l’ennesima roba post-apocalittica” prendersi il tempo per raccontare una storia d’amore di due personaggi secondari, lasciando che questa non solo occupi buona parte di un episodio, ma lo faccia anche in uno dei primissimi? A quanto pare sì, ricucendo alla fine il tutto nel quadro più vasto della storia di Joel, Ellie e Tess (ecco da dove venivano quei messaggi in codice via radio, attraverso i successi pop anni ’80).
Poi non so, ci sarà chi continuerà a lamentarsi delle cavolo di spore, perché ognuno ha i suoi gusti e le sue priorità in quello che vuole da un adattamento. Ma questo è quello che intendevo quando abbiamo parlato di una serie estremamente fedele alla trama del gioco da cui è tratta, ma che quando decide di divagare, sa lasciare il segno.
Chiudiamo con un saluto alla povera Annie Wersching: l’attrice che aveva prestato voce e volto alla Tess del videogioco, purtroppo scomparsa ieri a soli 45 anni.