Da qualche ora è disponibile su Sky e Now, in contemporanea con gli USA e sottotitolato in italiano, il secondo episodio di The Last of Us. Ricapolando, abbiamo già pubblicato la recensione senza spoiler di tutta la prima stagione di The Last of Us, e da lunedì scorso abbiamo iniziato una serie di recap a cadenza settimanale con cui vedremo, episodio dopo episodio, quali sono le differenze rispetto al videogioco e che impatto hanno sulla serie con Pedro Pascal e Bella Ramsey. Qui il recap dell’episodio 1. Pronti per quello del secondo? Andiamo. Ovviamente, d’ora in avanti, SPOILER sull’episodio 2.
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Gli elementi importanti su cui ci concentriamo oggi, dopo aver rivisto l’episodio di The Last of Us, sono essenzialmente tre. La sorte di Tess, il prologo con l’origine della pandemia e cosa vuol dire tutto ciò per Ellie. Per quanto riguarda la dipartita della povera Tess, le cose nel gioco sono andate in modo abbastanza simile: dopo esser passati per il museo – ed essersi scontrati con i clicker, corpi ormai posseduti completamente dal fungo, ciechi e sensibili ai rumori – i tre arrivano alla Massachusetts State House, ma scoprono che le Luci presenti in quell’avamposto sono state uccise.
Tess svela di esser stata morsa e anche lì spinge Joel a portar via Ellie, restando a difendere la loro fuga. Ma nel gioco ci sono sulle loro tracce i soldati di Fedra, non gli infetti: Tess muore in uno scontro a fuoco, non in un’esplosione che devasta l’intero piano come visto invece nell’episodio. Inoltre, nel gioco Tess dice a Joel di trovare Tommy (il fratello di Joel) e portare Ellie da lui, visto che Tommy è collegato alle Luci; nella serie, invece, Tess dice di portare la ragazzina da “Bill e Frank”. Ne saprete ovviamente di più andando avanti…
Così come quello del primo episodio, in cui John Hannah spiegava, ben prima dell’apocalisse, quanto pericolosi possono essere i funghi, e non solo se friggi in padella quelli sbagliati, anche il prologo del secondo episodio è tutto nuovo. Quest’ultimo cambia un dettaglio molto importante in merito allo scoppio della pandemia. Nel gioco, infatti, attraverso un quotidiano si scopriva che tutto era partito in Sud America (nel 2013, non nel 2003), essenzialmente dal grano e dalla farina contaminati.
Nello show di HBO sono sempre quelli gli elementi da cui si è innescato il contagio, ma partendo dall’Indonesia. Perché il cambio di continente? Perché il fungo Cordyceps, nella realtà, viene proprio dall’Asia. Il prologo è ambientato due giorni prima rispetto all’inizio del primo episodio, il 24 settembre del 2003. Tutto è partito almeno 30 ore prima, ci viene detto, ma è presumibile che il contagio sia già in atto. Le bombe, tanto a Giacarta quanto sulle città degli USA, non serviranno a fermarlo.
Prima di morire, Tess ripete che Ellie è importante, perché magari è davvero la chiave per trovare una cura, per guarire gli infetti, visto che è immune al fungo (anche dopo un secondo morso). Il prologo in Indonesia getta però una luce sinistra sul tutto: essenzialmente, se una studiosa che si è occupata di questi maledetti funghi per tutta la vita, dice che non ci sono né cure né vaccini, cosa si potrà mai ottenere vent’anni dopo, con il mondo ridotto a una massa di macerie? Che ruolo avrà davvero Ellie, per Joel e chiunque altro?
Continuiamo lunedì prossimo!