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The Last of Us, le differenze tra serie TV e gioco – Episodio 1

Pubblicato il 16 gennaio 2023 di DocManhattan

Qualche giorno fa, nella nostra recensione senza spoiler su tutta la prima stagione di The Last of Us, scrivevamo quanto la serie HBO sia a) veramente riuscita, b) molto fedele al materiale di partenza, cioè a trama e personaggi del primo gioco della serie omonima per le console PlayStation. Ma ci sono delle differenze, e con una serie di recap a cadenza settimanali vedremo, episodio dopo episodio, quali sono e che impatto hanno sulla serie con Pedro Pascal e Bella Ramsey. Partiamo oggi – da qualche ora il primo episodio di The Last of Us è disponibile su Sky e in streaming su Now, in versione originale sottotitolata, in contemporanea con gli USA – e andremo avanti fino alla conclusione della serie. Ovviamente, d’ora in poi, SPOILER unicamente sull’episodio 1.

[SPOILER SUL PRIMO EPISODIO]

E dunque. Nella recensione si diceva che gli eventi del The Last of Us televisivo seguono praticamente passo dopo passo quelli della prima avventura su console di Joel ed Ellie e del suo primo DLC (espansione). E dicevamo anche che quando la serie si allontana dal gioco è soprattutto per aggiungere, allargare il campo. È quanto accade anche per questo primo episodio: se nel videogame la storia parte infatti da quel regalo a fine serata che la povera Sarah fa a suo padre, Joel, la trasposizione televisiva ci racconta quel giorno di Sarah. Dove ha fatto riparare quell’orologio e come si è accorta in prima persona della fine del mondo in corso. Ah, sì: Sarah è vestita praticamente allo stesso modo. Maglietta e collanina sono identiche:

QUANDO IL MONDO FINISCE

Anche la fuga con il pickup di Tommy (Gabriel Luna, il Ghost Rider Robbie Reyes di Agents of S.H.I.E.L.D.) è come l’avete vista in TV, con tanto di ranch di un conoscente in fiamme, e persone non soccorse perché non c’è tempo e bisogna pensare a salvare la propria di buccia. L’aereo che precipita ed esplode, prima dell’incidente, però, nel gioco non c’è. Identica in ogni caso la tensione montante: tutto sta andando a rotoli molto rapidamente, e se l’inizio dell’apocalisse stessa è un qualcosa su cui molte serie postapocalittiche nicchiano, The Last of Us (tanto il gioco quanto la serie) te la fa vivere invece quasi in prima persona . In TV, dopo quel prologo con John Hannah, semplicemente agghiacciante nel mondo attuale alle prese da anni con una pandemia.

La momentanea separazione dei due fratelli si conclude con gli spari del soldato e la morte di Sarah. La serie rifila il primo cazzotto nello stomaco a chi non ha giocato la versione videoludica. Tranquilli, non sarà ovviamente l’unico da qui alla fine.

I FOUGHT THE LAW

Dopo il salto temporale di vent’anni, ritroviamo un Joel invecchiato e segnato dagli eventi, e conosciamo Tess (Anna Torv). Anche qui le dinamiche che portano i due a incontrare Ellie e ad accettare quell’incarico sono simili, ma c’è una differenza sostanziale. Nel gioco, Joel e Tess torturano Robert, per estorcergli le informazioni di cui hanno bisogno, e poi la donna gli spara in testa a sangue freddo. Anche nella serie si capisce da subito che Joel è pronto a tutto per difendere le persone a cui tiene, e che non è decisamente un eroe, ma nel gioco si andava oltre, mettendo da subito in chiaro quanto obsoleti possano essere gli schemi binari sull’allineamento dei personaggi, buoni e cattivi, in un mondo del genere.

Dopo tutto, del gioco a quel punto Joel aveva accoppato già diversi figuranti, e alla fine dell’avventura arriverà – come in ogni videogame dalla componente survival – a un body count da film con Schwarzenegger degli anni 80. Nella serie il tutto è mostrato in modo più sfumato, e per così dire in modo progressivo, perché è di primaria importanza far affezionare subito lo spettatore a Joel. Ci sarà tempo nel finale dell’episodio (la scena del poliziotto) per fargli eliminare qualcuno in modo brutale.

LUCCIOLE PER LANTERNE

Anche Marlene (Merle Dandridge) e la missione per conto delle Luci (in originale Fireflies, la resistenza contro i militari), cioè questa ragazzina da portare fuori città, la natura irriverente e sboccata di Ellie, e lo scontro con i soldati di F.E.D.R.A. (Federal Disaster Response Agency), il corpo che comanda nelle aree di quarantena, vengono dritti dal gioco. Nella serie c’è in più il rapporto pre-esistente tra Joel e quel soldato, e uno sguardo più ampio su come vive quell’insediamento sotto un regime militare. Il mercato nero, le impiccagioni pubbliche e quella cosa struggente del ragazzino malato che arriva in città, e la fine che gli fanno fare. Serve a ricordare allo spettatore, con un pratico cartello affisso al muro, quali sono i sintomi con cui si manifesta l’infezione, e a darti con quelle sneaker sporche un efficace, atteso eppure bastardissimo momento Schindler’s List. Lo avevo detto, no, che altri colpi bassi non si sarebbero fatti attendere?

Per quanto riguarda la summenzionata uccisione dell’agente di F.E.D.R.A. all’esterno della città, al di là del fatto che nel gioco i tizi di guardia sono due, lì vengono ammazzati con un colpo di pistola alla testa: qui c’è solo “l’amico” di Joel, e il ricordo di quanto successo a Sarah porta Joel a ucciderlo brutalmente a mani nude, fino a riempirsi le nocche di sangue. Dopo aver scoperto, come nel gioco, il segreto di Ellie e capito perché quella ragazzina è così importante, Joel e Tess si allontanano con lei nella notte. Dove arriveranno, ovviamente, lo scopriremo insieme la prossima settimana.