Qualche giorno fa si era la diffusa la notizia che Michael Bay fosse in attesa di un’udienza per aver causato la morte di un piccione sul set del film Netflix 6 Underground in Italia, nell’estate del 2018. In realtà, le cose non sono andate proprio così. Tanto per cominciare, il fatto sarebbe avvenuto a Firenze, e non a Roma, come riportato inizialmente. In secondo luogo, e questa è una novità particolarmente importante, non sarebbe morto nessun piccione – specie protetta nel nostro paese. Al contrario, l’accusa sarebbe di maltrattamento di animali.
Tutto è iniziato quando un vigile urbano ha assistito alle riprese dalle finestre del suo ufficio, nell’agosto del 2018. La scena è quella in cui Ryan Reynolds, sfrecciando per le strade di Firenze a velocità folle, viene intercettato da uno stormo di piccioni che si schianta contro il suo parabrezza, bloccandogli la visuale. Stando a quanto afferma l’accusa, nella persona del pubblico ministero Christine Fumia Von Borries, gli imputati, ovvero Edoardo Martino, socio dello Zoo Grunwald, che fornì gli animali, il suo dipendente Costei Padurariu, il colombofilo Giancarlo Alpini e Bay stesso, anziché limitarsi a far alzare in volo i piccioni, li avrebbero gettati con forza contro la vettura, causando loro traumi e sottoponendoli “senza necessità” a “sevizie e comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”. La scena sarebbe stata ripetuta sei o sette volte. La PM afferma che i piccioni “subivano un fortissimo urto con il proprio corpo, ruotavano su se stessi, perdevano numerose penne”.
Il legale di Michael Bay, Fabrizio Siggia, nega ovviamente tutto:
Una produzione importante, direi monumentale, prende tutte le necessarie precauzioni in questi casi. Da convinto animalista Bay ha rispettato tutte le regole del caso.
Di poco aiuto sarebbero gli scatti dello stesso testimone, l’agente della polizia municipale che ha assistito alla scena dalla finestra. Le foto sarebbero sfocate e mosse.
Nel frattempo, l’avvocato di Michael Bay, Mathew Rosengart, ha scritto a TheWrap, che aveva originariamente riportato la notizia, chiedendo di correggere l’articolo, definito un “falso, sconsiderato e diffamatorio” esempio di clickbait. Scrive Rosengart:
Come sapete, Mr. Bay non è mai stato accusato, men che meno “incriminato”, di aver “ucciso” un animale. Infatti, prima della pubblicazione, eravate stati messi al corrente dell’esistenza di prove video che confutavano quelle accuse e dimostravano come in nessuno caso degli animali fossero stati feriti, né tanto meno “uccisi”. Inoltre, come ugualmente sapete (ma avete evitato di pubblicare), l’unica “accusa” in discussione in Italia si riferisce al fatto che, nel suo ruolo di regista, Mr. Bay abbia mancato di supervisionare in maniera corretta i membri della troupe (che non aveva avuto nemmeno la possibilità di assumere personalmente) responsabili della gestione degli animali sul set.
Rosengart conferma infine che Bay ha rifiutato di pagare una multa per chiudere la questione, come affermato dallo stesso regista qualche giorno fa.
Fonti: Corriere della Sera, Variety