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Terminator: Destino oscuro, James Cameron riflette su cosa è andato storto

Pubblicato il 14 dicembre 2022 di Marco Triolo

Sono passati tre anni da Terminator: Destino oscuro, film che prometteva di rilanciare la saga di Terminator per una nuova generazione, ma che ha fallito al botteghino e chiuso, forse per sempre, la saga. E questo nonostante il coinvolgimento di James Cameron in persona, che nel frattempo aveva riacquistato i diritti della saga.

Ora, intervistato da Deadline durante la promozione di Avatar: La Via dell’Acqua, Cameron è tornato a parlare del film, ammettendo quello che secondo lui non ha funzionato. Ecco che cosa ha detto:

Sono abbastanza contento del film. Io e Tim [Miller, il regista] abbiamo avuto le nostre battaglie e ne abbiamo parlato entrambi, ma la cosa assurda è che siamo ancora amici. Il che è strano. Mi piaceva prima del film, non mi è piaciuto tanto durante, e mi piace ora, e credo che anche lui la pensi così. Siamo entrambi dei pazzi fanatici di fantascienza e ci piacciono molte delle stesse cose, e adoro la sua serie, Love, Death + Robots. Ma sì, ci siamo scontrati.

Penso che il problema, e me ne prendo la responsabilità, sia che mi rifiutavo di farlo senza Arnold [Schwarzenegger]. Tim non voleva Arnold, ma io dissi: “Ascolta, non voglio farlo così. Io e Arnold siamo amici da quarant’anni e, mi sembra di sentirlo, direbbe: ‘Jim, non posso credere che tu stia facendo un film di Terminator senza di me'”. Non mi importava tanto di fare il film, ma dissi: “Se riuscirete a trovare un modo per includere Arnold, allora sarò felice di partecipare”.

E poi Tim ha voluto Linda [Hamilton]. Penso che il film avrebbe potuto sopravvivere con Linda, avrebbe potuto sopravvivere con Arnold, ma quando ci metti Linda e Arnold insieme, lei è sulla sessantina, lui sulla settantina, di colpo non era più il tuo film di Terminator, non era nemmeno il film di Terminator di tuo padre, era il film di Terminator di tuo nonno. E non ce ne siamo resi conto. Ci piaceva, pensavamo che fosse fico realizzare questa sorta di sequel diretto di un film uscito nel 1991. Quando gli spettatori giovani non erano ancora nati. Non sarebbero nati per altri dieci anni.

Perciò è stata colpa della nostra miopia. Ci siamo un po’ fatti prendere la mano da noi stessi, e penso che questa sia la lezione.

Una lezione dura da mandare giù, ma Cameron ha sempre avuto una mente molto improntata al business e sembra averci riflettuto parecchio. In effetti, il flop di Terminator: Destino oscuro potrebbe essere spiegato con la sua incapacità di fare leva su una nuova generazione. Solo gli amanti della saga sono andati a vederlo, e solo la percentuale di questi che ancora non era rimasta scottata dalla scarsa riuscita dei capitoli precedenti. Non la migliore ricetta per il successo, questo è sicuro.