Dopo l’infornata di Ragni provenienti da fumetti, cartoni animati e videogiochi di Spider-Man vista nel trailer qualche giorno fa, anche il poster ufficiale di Spider-Man: Across the Spider-Verse ha svelato un po’ di volti (o meglio, di maschere) che appariranno nel film. È stato ad esempio confermato su Twitter dallo sceneggiatore Christopher Miller che sì, quello che si vede in un angolino a destra della versione più larga del poster, usata per alcuni paesi, è il Peter della serie animata del 2008 The Spectacular Spider-Man. Ma a galvanizzare i vecchi fan del Tessiragnatele sono stati soprattutto il Ragno Rosso e la seconda Spider-Woman, con l’aggiunta sufficientemente anarchica di Spider-Punk. Di chi sto parlando? Mettetevi comodi, è tempo di un po’ di storia Marvel.
Quella del Ragno Rosso (in originale Scarlet Spider) è solo una delle tante identità mascherate scelte negli anni da Ben Reilly, il principale (non è l’unico) clone di Peter Parker. Cerchiamo di render breve una storia che nei fumetti va ancora avanti da decenni: nel 1975, un professore di Peter Parker e Gwen Stacy, Miles Warren, dopo la morte della ragazza si mette a clonare prima lei, poi lo stesso Peter, dopo aver assunto i panni da villanzone dello Sciacallo. Spider-Man si trova così a lottare con un suo doppio, quest’ultimo finisce alla fine in una ciminiera, e bella lì.
Non fosse che quasi vent’anni dopo, nel ’94, la Marvel decide di riesumare storia e clone. Nasce la lunghissima, controversa Saga del Clone, oggi ricordata comunque con nostalgia da chi ha letto quelle storie perché, beh, si era giovincelli e sono passati un botto di anni. La Saga del Clone nasce con l’idea di svelare che quello che si credeva il clone non solo è ancora vivo, ma è in realtà il vero Peter Parker. L’altro, quello che ha vissuto tutte le storie degli ultimi vent’anni ed era ai tempi ancora sposato con Mary Jane, era invece il clone e doveva farsi da parte.
Alla fine, dopo un lungo periodo trascorso dal “ritrovato Spider-Man” come Arrampicamuri ufficiale, si decise di tirare il freno a mano e fare una bella inversione a U, perché i fan erano incazzati e la saga era un attimo finita fuori strada. Ma il punto, per quel che ci interessa oggi, è che il presunto clone/vero Peter/no scherzavamo è il clone che rispunta a New York nel ’94 si fa chiamare Ben Reilly (il nome di battesimo è quello dello zio Ben, il cognome quello da nubile della zia May), si è ossigenato i capelli e indossa da principio il costume di Ragno Rosso, composto da una tutina scarlatta e da una felpa azzurra con cappuccio. Il nome di Ragno Rosso è stato utilizzato in seguito da altri cloni, tra cui, una decina di anni fa, Kaine Parker, clone uscito male e particolarmente aggressivo, protagonista anche lui negli anni Novanta della Saga del Clone.
L’ultimissima identità nei fumetti di Ben Reilly (e siamo praticamente a oggi) è invece quella di Chasm.
La storia di Spider-Punk è molto più recente e lineare. Nel 2015, sulle pagine di Amazing Spider-Man 10, Dan Slott e Olivier Coipel creano questa versione punk di Spider-Man, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi (su proposta di Coipel, il disegnatore) Spider-UK e far parte dei Captain Britain Corps. Slott decise però ditrasformarla in Spider-Punk: un ragazzo di nome Hobart Brown, che su Terra-138 è stato trasformato in un Ragno rochettaro da dei rifiuti tossici, e se ne va in giro in compagnia di Capitan Anarchy e di una Daredevil batterista.
Apparso nella saga Spider-Geddon, Spider-Punk ha avuto anche una sua miniserie a fumetti personale ed è già apparso in versione animata nel 2016, in un episodio della quarta stagione di Ultimate Spider-Man: “Ritorno allo Spider-universo (quarta parte)”. Un episodio in cui, peraltro, Peter e Miles incontravano Spider-Gwen, nelle prove generali di quello che sarebbe stato poi Spider-Man: Un nuovo universo:
E sì, Spider-Punk si chiama Hobart Brown perché è la versione di Terra-138 dell’Hobie Brown dell’Universo Marvel classico (616). Hobie Brown, nei fumetti, è il primo Prowler, un’identità che nell’Universo Ultimate è stata assunta da Aaron Davis, lo zio di Miles Morales, come abbiamo visto anche in Spider-Man: Un nuovo universo. In Spider-Man: Homecoming, Aaron Davis era interpretato da Donald Glover.
In Across the Spider-Verse, Spider-Punk avrà la voce di Daniel Kaluuya (Get Out, Nope).
E la Donna Ragno bionda, con il costume nero? È la seconda Spider-Woman dei fumetti, Julia Carpenter. Dopo la prima Donna Ragno, Jessica Drew (in Spider-Man: Across the Spider-Verse, come visto nel trailer, ci sarà una sua variante afroamericana doppiata in originale da Issa Rae), nei fumetti Marvel fece la sua comparsa una seconda Spider-Woman durante le prime Guerre Segrete (1984). Gli autori di quella storica maxiserie, Jim Shooter e Mike Zeck, presentano il personaggio sul numero 6.
All’inizio non si sa molto di Julia, ma è il suo costume a rubare la scena. Viene usato infatti nella storia per giustificare il cambio di look di Peter Parker e il suo passaggio al costume nero. Spidey utilizza uno dei macchinari del pianeta alieno (Battleworld) su cui si trova per farsi creare un costume nuovo, visto che il suo è ridotto male. Il costume dagli incredibili poteri che ottiene è però nero e bianco, e Peter giustifica la cosa dicendo che probabilmente è stato influenzato dal look di quella nuova Donna Ragno.
Solo che quel costume, scopriremo poi, è un simbionte alieno e darà vita a Venom. Ne abbiamo parlato qui, a proposito del film su Madame Web, perché oltre a quelli di Spider-Woman, Julia Carpenter ha vestito anche altri ragnopanni, come Arachne e – appunto – Madame Web. Quest’ultimo quando la precedente Madame Web, in fin di vita, le ha donato generosamente i suoi poteri e pure la cecità (vecchia stronza).
E ok, ma ripeto: Supaidaman, Sony? Su.