Manca ormai pochissimo al debutto di Willow, la serie Disney+ che farà da sequel al classico fantasy anni ’80 diretto da Ron Howard e prodotto da George Lucas. La serie, creata da Jonathan Kasdan, prende vita sul set di Solo: A Star Wars Story, dove lo sceneggiatore ne parla con Howard (e lo stesso Lucas, come vedremo) e la star Warwick Davis. In men che non si dica, il progetto va in porto: nasce così quella che finora è l’unica serie Disney+ prodotta da Lucasfilm a non avere a che fare con l’universo di Star Wars.
Willow debutterà sulla piattaforma il 30 novembre. Con l’occasione, abbiamo avuto modo di incontrare il cast – oltre a Warwick Davis, Ruby Cruz, Erin Kellyman, Ellie Bamber, Tony Revolori, Amar Chadha-Patel e Dempsey Bryk – e Kasdan nel corso di una conferenza stampa online. L’autore ha spiegato quale sia stata la sfida principale nel realizzare la serie:
In ogni episodio devi camminare in equilibrio tra qualcosa di famigliare e soddisfacente, ciò che i fan si aspettano dal marchio “Willow“, e il tentativo di raccontare una storia sorprendente e inaspettata. La nostra principale arma era Warwick, che ha donato all’intero universo di Willow credibilità. Nell’attimo in cui lo vedi sullo schermo, improvvisamente ci credi che questi sei ragazzini incoscienti facciano parte di quel mondo.
Kasdan definisce inoltre la serie “una progressione dal film tanto quanto una lettera d’amore nei suoi confronti”. Warwick Davis è certo che i fan impazziranno:
Siamo tornati a location e ambienti in cui eravamo già stati nel film. In particolare, Nockmaar, che mi ha davvero fatto venire la pelle d’oca. Eccomi qui, in piedi o seduto in posti in cui era già stata Bavmorda, di cui sentivo ancora la presenza. Questo dimostra quanto potente fossero quel film, quelle ambientazioni e la performance di Jean Marsh.
L’attore rivela anche che i suoi figli, Annabelle e Harrison, hanno lavorato alla serie. La prima interpreta Mims, la figlia di Willow:
[Annabelle] è un’attrice brillante, e ci siamo divertiti un mondo a interpretare le scene insieme. Ovviamente tra noi c’è un’alchimia naturale, che traspare nelle nostre scene. Sono immensamente fiero del suo lavoro. E anche di Harrison, che è una controfigura perfetta per me, siamo alti uguali e mi somiglia. Adesso è un po’ deluso perché non verrà mai riconosciuto per il lavoro che ha fatto, perché una controfigura non viene mai riconosciuta, è come se non esistesse.
Kasdan racconta che la serie è nata da “conversazioni tra Ron e me sul set di Solo, e la domanda chiave era: cos’è successo a Elora Danan?”:
Ci sembrava un ottimo punto di partenza per una serie, e sapevamo che volevamo anche chiederci chi la stesse proteggendo, e se non rivelarle la sua vera identità fosse il modo migliore per proteggerla. Ci sembrava in linea con molte altre storie di George, e molte storie su persone che scoprono la loro discendenza unica e la loro natura speciale. E nel contesto di questa serie, che parla molto di crescita, ci sembrava un tema assolutamente sensato.
Lo sceneggiatore ricorda anche della volta in cui George Lucas in persona venne a visitare il set di Solo:
Venne a visitare il set di Solo perché è affezionato a Ron, sono carissimi amici. Ci dissero che sarebbe rimasto pochissimo e che non avremmo dovuto fissarlo negli occhi o fargli domande, e alla fine invece rimase per sei ore e rispose a tutte le nostre domande, fu davvero gentile. E io, trovandomi davanti questo dio della mia infanzia, gli dissi che se c’era un’opportunità che Lucasfilm aveva era quella di raccontare altre storie di Willow. Lui sorrise quasi beffardamente e disse di essere totalmente d’accordo, e di aver tentato per molto tempo di fare un sequel di Willow. Diede il suo supporto a qualunque progetto fossimo riusciti a far partire.
Ron Howard, qui produttore esecutivo, ha seguito la lavorazione da vicino. Spiega Kasdan:
Scriveva a me e Warwick praticamente ogni altro giorno. Mi arrivava un messaggio da lui che diceva tipo: “Come è andata oggi? Siete riusciti a girare tutto? Come è andata con la pioggia? Sono ancora tutti bagnati?”. E io rispondevo: “Sì, sono ancora tutti bagnati, da tre mesi”. Lui mi scriveva: “Ma si stanno divertendo, giusto?”. E io: “Certo, ne vogliono ancora”.
La serie vede il ritorno dello stregone Nelwyn Willow, che, anni dopo aver salvato la neonata imperatrice Elora Danan dalla malvagia Bavmorda, si ritrova a guidare un improbabile gruppo di eroi in una missione alla scoperta di un mondo al di là di ogni immaginazione. Dire di più sarebbe fare spoiler, ma una cosa la possiamo dire: come in ogni quest eroica che si rispetti, anche in Willow il viaggio che compiono i protagonisti è sia fisico che interiore. Lo spiega molto bene Amar Chadha-Patel, che nella serie interpreta l’ambiguo Boorman:
Una delle cose che preferisco della serie è che nessun personaggio ha capito nulla. E questo è vero anche nella vita. L’intera quest non è solo fisica, non è solo una missione di salvataggio, ma è anche un modo per noi per capire cosa diavolo stiamo facendo. Alcuni di noi pensano di sapere e invece non sanno, e questa è una cosa che sento molto vicina. Sono felice di vederla riflessa in un grande mondo magico.
Infine, Kasdan riflette sull’assenza di Val Kilmer, e sul fatto che, nonostante questo, il suo Madmartigan sia una presenza avvertita nella serie:
La ricerca di Madmartigan, e la domanda su cosa gli fosse accaduto, è sempre stata al centro della storia che volevamo raccontare […]. Quella domanda segue tutta la stagione. Sapevamo che volevamo darle una risposta in un modo o nell’altro, e avevamo molte idee su come risponderle o lasciare la porta aperta.
Kasdan spiega che Val Kilmer non poteva recarsi in Galles per partecipare alla serie, ma non esclude che in futuro non si possa fare:
Madmartigan è là fuori. Ne ho parlato con tutti i coinvolti e la nostra idea è che lo sia, è la fuori e aspetta di essere trovato, se quel giorno arriverà. E penso che sia io che Warwick vorremmo tanto vederlo risollevare quella spada ancora una volta.