Kristen Stewart si prepara a debuttare alla regia di un lungometraggio (dopo aver diretto un corto e due video musicali) con The Chronology of Water, che sarà interpretato da Imogen Poots. Stewart scriverà anche la sceneggiatura con Andy Mingo, a partire dal romanzo autobiografico omonimo di Lidia Yuknavitch, uscito in Italia (per Nottetempo) come La cronologia dell’acqua. Il film sarà prodotto dalla Scott Free di Ridley Scott, che aveva anche prodotto il suo cortometraggio Come Swim.
Il film sarà “un viaggio lirico attraverso una vita salvata dall’arte”. La storia di una giovane donna che “trova la sua voce attraverso la parola scritta e la salvezza come nuotatrice”, diventando alla fine un’insegnante, madre e scrittrice di successo.
Kristen Stewart ha dichiarato:
L’autobiografia di Lidia rende onore all’esperienza corporea, radicalmente. Rendere quell’esperienza fisica è vitale per me e quell’impulso significa che [quell’esperienza] deve assolutamente diventare un film. Questo progetto è in lavorazione da cinque anni con l’aiuto di Scott Free, e non potrei essere più privilegiata di averli come partner e amici. Imogen Poots reggerà il film e lo sconvolgente peso della vita di Lidia. Può farcela. Sono oltremodo fortunata di averla.
Il nuoto, il corpo che si perde e si ritrova nell’acqua, e la letteratura, il desiderio di scrivere senza compromessi, sono le uniche due certezze di Lidia. “La cronologia dell’acqua” è così la storia di una vita che “non segue alcun ordine. Gli avvenimenti non rispondono al rapporto di causa ed effetto come vorremmo. È tutta una serie di frammenti e ripetizioni e trame,” perché “questo condividono il linguaggio e l’acqua”. Tutto scorre, nelle parole come nelle corsie di una piscina, in questo romanzo che rinnova radicalmente la tradizione del memoir, raccontando senza ipocrisie il genere, la sessualità, l’abuso, l’elaborazione del lutto, il superamento della sofferenza. Lidia cresce con un padre violento e una madre incapace di proteggerla, in una famiglia che la condizionerà anche quando, proprio grazie a una borsa di studio per il nuoto, riuscirà ad allontanarsi. Colpita da una perdita straziante, si trova a fare i conti con un dolore estremo: Lidia reagisce, sbaglia, cerca nell’alcol e nel sesso una via di fuga, tocca il fondo, reagisce ancora, riprende a nuotare. Dentro la muove un desiderio di vita e di creazione – e attraverso incontri decisivi con autori come Ken Kesey e Kathy Acker prende forma il suo cammino di scrittrice. Il viaggio che Lidia affronta, e nel quale trascina con passione e levità struggente il lettore, è un viaggio di dipendenza e autodistruzione, e poi di sopravvivenza. Un viaggio che trova una conciliazione finale in un amore sincero, in un figlio che nuota felice anche se malissimo, e in un libro, questo, che testimonia una nuova profonda consapevolezza di sé nel proprio mondo.
Fonte: Deadline