Come ormai sanno anche i sassi (di Matera), al termine di No Time to Die, James Bond muore per la prima volta nella sua storia. Una decisione drastica che, secondo Daniel Craig, era obbligata. Parlando con il Los Angeles Times, l’attore ha spiegato il perché 007 doveva per forza morire al termine del film, e i motivi sono sostanzialmente due, “uno per me e uno per il franchise”:
Ho detto [ai produttori Barbara Broccoli e Michael G. Wilson]: “Beh, dovrete resettare la saga di nuovo. E allora uccidiamo il mio personaggio e andate a cercare un altro Bond e un’altra storia. Iniziate a 23, 25 o 30 anni”. L’altra ragione era potermi guardare avanti. Non voglio tornare indietro. Suppongo che dovrei ritenermi fortunato se mi chiedessero di tornare, ma il fatto è che ho bisogno di lasciarmi Bond alle spalle. Il sacrificio che fa nel film è per amore, e non c’è sacrificio più grande. Perciò mi sembrava il modo giusto per chiudere.
Nel 2019, parlando con Entertainment Weekly, Craig aveva spiegato di aver deciso di lasciare James Bond dopo essersi rotto una gamba sul set di Spectre:
Ho dovuto chiedermi se ero fisicamente in grado di farne un altro, o se lo volevo davvero fare. Perché, quando telefoni a tua moglie per dirle “Mi sono rotto una gamba”, non è piacevole.
Broccoli e Wilson alla fine convinsero Craig a tornare per un’ultima volta. Sempre parlando con Entertainment Weekly, Broccoli aveva spiegato:
Sentiva di aver detto tutto alla fine dell’ultimo film. Gli dissi: “Non penso, credo che ci sia ancora qualcosa da raccontare sul tuo Bond”. Fortunatamente ha cambiato idea e si è trovato d’accordo con questo.
Fonte: The Playlist