HBO: compie 50 anni l’emittente via cavo che ha rivoluzionato la televisione

HBO: compie 50 anni l’emittente via cavo che ha rivoluzionato la televisione

Di Gian Marco Novelli

L’8 novembre 1972 nasceva la prima emittente televisiva via cavo americana: HBO (Home Box Office), quest’anno ricorre il suo cinquantesimo anniversario ed è opportuno riconoscerle il merito di essere riuscita a cambiare, per sempre, il modo di fare televisione. Sono oltre 150 i paesi nel mondo a trasmettere la sua programmazione, soprattutto composta da serie tv, divenuta nel tempo un sinonimo di alta qualità. Il primo show televisivo originale mandato in onda dalla rete risale al 1983 ed è The Hitchhiker (I viaggiatori delle tenebre), dove in ogni episodio si raccontava una storia diversa (sullo stile delle moderne Black Mirror e Modern Love). 

Il vero successo arrivò, però, nel 1991 con la serie tv Dream On tramite cui la HBO si distinse per la messa in onda di esplicite scene di nudo, una caratteristica poi ripresa in quasi la totalità delle sue produzioni. Gli anni ’90 furono molto importanti per l’industria televisiva, sulle reti broadcast debuttarono due titoli che avrebbero capitalizzato l’attenzione degli spettatori: Twin Peaks e The X Files; HBO, quindi, decise di non rimanere silente ma anzi di dar vita a sempre più show capaci di rispondere al ritrovato successo delle reti tradizionali. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio fecero, infatti, il loro debutto I Soprano, Sex and the city, The Wire e Oz. Da non dimenticare, poi, la struggente miniserie Angels in America, con protagonisti attori come Meryl Streep e Al Pacino, in cui si parlava (forse per la primissima volta) apertamente di AIDS.

Da quel momento è HBO a divenire portatrice dello stemma “Peak television”, ovvero televisione di qualità altissima, un appellativo attribuibile ancora oggi. Basti pensare al recente successo mondiale di Euphoria (con la bravissima Zendaya), un teen drama raccontato con un linguaggio adulto come forse mai nessuna emittente aveva osato fare. Negli ultimi anni HBO si è inserita, anche, nel mercato delle piattaforme streaming con il servizio HBO MAX, quest’estate è stata annunciata una fusione tra quest’ultima e Discovery+ da compiere entro la fine del prossimo anno.

Da I Soprano a Succession: potenti famiglie al potere

A cavallo tra anni ’90 e 2000 su HBO debutta un prodotto capace di ridefinire gli standard televisivi in modo permanente: I Soprano. Andata in onda per sei stagioni, dal 1999 al 2007, la serie tv con protagonista James Gandolfini racconta le vicende di Tony Soprano, boss mafioso italoamericano, e della sua famiglia. L’innovazione portata dallo show ideato da David Chase fu proprio quella di raccontare il mondo della mafia intrecciandolo con i classici problemi di una famiglia, questo fu un espediente ripreso poi in altre produzioni televisive cult come ad esempio Breaking Bad. Il perno della narrazione de I Soprano è Tony, descritto agli spettatori come un uomo duro ma anche estremamente fragile. La serie parla abilmente della malavita organizzata americana ed italiana, rifacendosi inoltre ad alcuni film del genere come Quei Bravi Ragazzi e Scarface, ma trova la sua chiave di svolta quando mette a nudo i protagonisti del nucleo familiare. 

A quasi vent’anni di distanza dalla sua conclusione, su HBO debutta un altro show con protagonista una famiglia disfunzionale ovvero Succession. Definita da molti come la vera erede de I Soprano, la serie ideata da Jesse Armstrong racconta le vicende della dinastia dei Roy detentrice della Waystar-Royco, un’importante società di media. Come è ovvio, dunque, la storia non riguarda la criminalità ma si basa soprattutto sulla lotta interna tra i fratelli Roy (Connor, Kendall, Shiv, Roman) scaturita per un unico obiettivo: guidare la società al posto del loro ottantenne padre, Logan Roy interpretato da Brian Cox. Tutti i figli si rivelano, però, insicuri ed il desiderio della presidenza diventa quasi un pretesto per cercare un’approvazione paterna, mai fino a quel momento davvero arrivata. I protagonisti di Succession non sono concepiti come degli eroi, anzi il pubblico è quasi portato a detestare molti dei loro comportamenti scorretti ed è forse questo a rendere la serie così affascinante.

Sex and the city, Girls, Big little lies: l’universo femminile come mai era stato raccontato

HBO è la prima rete tv ad essere stata capace di raccontare le donne a 360 gradi, per un lungo periodo gli sceneggiatori televisivi hanno avuto quasi paura a portare in scena show con protagoniste femminili. La rete via cavo decise, però, che era giunto il momento di abbattere questo muro e nel 1998 fece debuttare Sex and the city, serie tv con protagoniste quattro donne di età compresa tra i 35 ed i 40 anni. La sua innovazione più importante riguarda la trattazione di tematiche sessuali senza alcun tipo di limite, sono infatti molte le scene di sesso esplicito presenti e diventate uno dei motivi del suo successo. Nella cornice narrativa di New York, Carrie (Sarah Jessica Parker) e le sue amiche raffigurano, inoltre, dei ritratti di donne emancipate alla ricerca del vero amore.

La serie ha ispirato parecchi show di successo, tra questi Girls in onda sulla stessa HBO e sempre ambientata a New York, dove un gruppo di amiche ventenni cercano di capire come sopravvivere al difficile passaggio tra adolescenza ed età adulta. Le donne mostrate in Girls sono, però, molto diverse da quelle viste in Sex and the city e non solo per l’età anagrafica; se Carrie Bradshow all’inizio della serie era già una scrittrice di successo, per Hannah Horvath (Lena Dunham) ciò è solamente un’aspirazione e tutto si complica quando i suoi genitori decidono di tagliarle i fondi. 

Sempre su HBO negli ultimi anni è invece Big little lies ad aver portato la narrazione dell’universo femminile ad uno stadio successivo; quest’ultima, infatti, è un po’ un mix dei due precedenti titoli con una forte impronta anche di Desperate Housewives. Big little lies, con protagoniste star del cinema come Nicole Kindman, Reese Witherspoon, Laura Dern e Meryl Streep, vuole concentrarsi su quello che le donne non dicono. Lo scenario di Monterey è perfettamente adatto per raccontare i segreti di ognuna delle protagoniste, le quali a causa di un evento traumatico stringeranno un’amicizia capace di andare oltre le incomprensioni caratteriali. Nello show viene, inoltre, trattata perfettamente la dinamica delle violenze sessuali e quella degli abusi domestici. Le donne protagoniste, seppur cerchino in tutti modi di sorridere, sono sopraffatte dal genere maschile risultando non abbastanza emancipate.

Game of thrones e House of the dragon: la consacrazione del genere fantasy in tv

Ad aver definitivamente lanciato HBO nell’olimpo televisivo è uno show di genere fantasy, Game of thrones (Il trono di spade), tratto dalla saga letteraria Cronache del ghiaccio e del fuoco scritta da George R. R. Martin. La serie non può considerarsi però un semplice fantasy, tutti gli elementi specifici del genere sono ovviamente presenti, ma il vero motore del suo successo è rappresentato dalle dinamiche tra i vari personaggi. Tutti, o quasi, i protagonisti di Game of thrones sono infatti mossi da un unico scopo: sedersi sul famoso trono di spade così da governare sui setti regni. Fin dal suo debutto è riuscita a calamitare l’attenzione del pubblico, il quale non si lasciava scoraggiare dalle numerose morti ma anzi cresceva sempre di più ad ogni stagione. Non tutto, però, è andato come previsto, le ultime due annate di Game of thrones sono state duramente criticate dai fan. Questi ultimi dopo la delusione dell’episodio conclusivo crearono una petizione tramite cui richiedevano l’intera riscrittura della stagione finale. Una conclusione amara per quella che si apprestava ad essere la produzione televisiva più amata, nonché la più premiata, di sempre.

La HBO non rispose mai apertamente alle critiche ma decise di trasformare lo show in un franchise e proprio lo scorso agosto ha debuttato il primo spin-off: House of the dragon, ambientato 190 anni prima degli eventi visti nella serie madre ed incentrato sulla dinastia dei Targaryen. Il pubblico in un primo momento fu dubbioso, la delusione del finale di Game of thrones era infatti ancora troppo fresca, ma con questo nuovo titolo l’emittente sembra aver fatto superare agli spettatori le, comprensibili, perplessità iniziali. House of the dragon si è rivelata infatti una delle novità meglio acclamate di questa stagione televisiva, con una storia appena iniziata ma che si prepara ad essere ancor più epica della precedente.

Quelli citati sono solo alcuni dei prodotti che hanno contribuito nel corso di questi cinquant’anni al successo di HBO. La rete ha saputo inserirsi perfettamente nel difficile mercato della serialità, divenendo un punto di riferimento in tutto in mondo e cambiando per sempre il panorama televisivo.

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