È innegabile, la monarchia inglese presenta uno spiccato fascino a livello internazionale. L’interesse nei confronti della corona britannica è, però, per lo più rivolto agli scandali di corte e questo può essere considerato il vero motivo che ha spinto la quasi totalità dell’opinione pubblica, nazionale ed internazionale, ad essere ammaliata dalla figura di Diana Spencer (ex principessa del Galles).
Nel 1981 venne annunciato il suo fidanzamento con il principe Carlo, con la propria semplicità la donna riuscì a conquistare i sudditi e l’intero mondo. Per un periodo molto lungo Lady Diana diventò persino più amata della stessa regina Elisabetta, e ciò sicuramente grazie ad una personalità da spirito libero. La Spencer quasi si rifiutava di sottostare ai dettami della casa reale, sentendosi molto più vicina al popolo e la scoperta dei numerosi tradimenti di Carlo ha contribuito ad aumentarne l’infelicità. La donna non faceva nulla per nascondere tale stato d’animo e per questo i media le attribuirono l’appellativo di “principessa triste”. Una tristezza purtroppo rimasta fino alla prematura scomparsa nell’agosto del 1997, a seguito di un incidente stradale dove perse la vita anche il suo nuovo compagno Dodi Al-Fayed.
Da quel momento in poi la figura di Lady D è divenuta ancor più intrigante per i media, i quali le hanno dedicato numerosi documentari ma soprattutto opere filmiche e televisive. Quasi tutte le produzioni sono state (e continuano ad essere) però accolte con molte polemiche da parte della stampa britannica e dalla famiglia reale. Ad esempio, nel 2013 venne distribuito nelle sale cinematografiche il film Diana – La storia segreta di Lady D con protagonista Naomi Watts, accolto molto negativamente dalla critica e (a sorpresa) dal pubblico. La pellicola si concentra sugli ultimi due anni di vita della principessa, focalizzandosi particolarmente sulla sua storia d’amore con il cardiochirurgo Hasnat Khan, interpretato da Naveen Andrews. Come detto, il film e la recitazione di Naomi Watts non ottennero il successo sperato e a distanza di quasi dieci anni sembrano quasi essere stati totalmente dimenticati.
A fornire, però, una degna rappresentazione della complessa personalità di Lady D sono state tre interpretazioni molto diverse tra loro, di seguito scoprirete quali.
Nel 2020 ha debuttato su Netflix la quarta stagione della serie tv The Crown scritta da Peter Morgan ed incentrata su gli anni in cui Diana Spencer, interpretata da Emma Corrin, fa il suo ingresso nella famiglia reale. Nonostante all’epoca non fosse un’attrice molto conosciuta, la performance della Corrin fu impeccabile e riuscì a trasmettere totalmente al pubblico la goffaggine di una ragazza, probabilmente non adatta a sottostare alle dure regole del palazzo reale. Emma Corrin, nella quarta stagione di The Crown, si prende quindi sulle sue spalle una piccola, indifesa ed ingenua Diana mostrandone gli enormi pregi ma anche dei sottili difetti.
È inoltre il dolore il sentimento a trasparire maggiormente da questa interpretazione, Diana credeva veramente nella sua storia d’amore con Carlo e la presa di coscienza riguardo ai sentimenti non corrisposti, dall’uomo, l’hanno portata a soffrire di bulimia. Il principe la derideva, infatti, per il suo essere “paffuta” e questo le fece scaturire nella mente un pensiero malsano: per essere degna del suo amore avrebbe dovuto perdere peso; con il passare degli anni, però, la principessa non riuscì più a tenere sotto controllo tale stato emotivo e si rifugiava nella bulimia quasi per scappare, almeno momentaneamente, dalla trappola reale in cui era finita. Emma Corrin con il suo sguardo comunica tutto questo al pubblico della serie e come la vera Lady Diana è riuscita con la propria semplicità a conquistare tutti, diventando una delle attrici più promettenti degli ultimi anni. L’interpretazione in The Crown le è infatti valsa un Golden Globe, un Critics’ Choice Television Awards ed uno Screen Actors Guild Award. Recentemente è stata una dei protagonisti di Policeman, disponibile su Prime Video, dove recita accanto ad Harry Styles e David Dawson. Su Netflix arriverà, invece, il 2 dicembre la pellicola L’amante di Lady Chatterley dove la Corrin prende parte come protagonista femminile.
Nel marzo di quest’anno è arrivato nelle sale italiane il biopic Spencer diretto da Pablo Larraín, già regista di altri due film biografici: Neruda e Jackie. A differenza delle precedenti due pellicole, si può chiaramente affermare che Spencer rappresenti il racconto dell’incubo vissuto dalla principessa Diana durante il suo matrimonio con Carlo, arrivato al culmine nell’ultimo Natale passato nella casa reale; per certi aspetti il film può essere considerato un vero e proprio ponte tra la quarta e la quinta stagione di The Crown. Questa volta ad interpretare la principessa triste è Kristen Stewart, il cui nome ha fatto storcere il naso fin dall’annuncio. Grazie a questa interpretazione l’attrice è riuscita a sovvertire i pronostici ottenendo per la prima volta una candidatura ai premi Oscar, la statuetta è poi andata a Jessica Chastain ma la struggente recitazione della Stewart in questo film le ha finalmente permesso di togliersi di dosso l’etichetta di Bella Swan.
La sua è una Diana spenta, rassegnata, quasi desiderosa di morire e poter finalmente essere libera. In questo film sono gli stessi spettatori a vivere il tumultuoso stato d’animo della principessa, la quale è ormai solamente guidata dall’amore nei confronti dei suoi figli e non è un caso se la si vede sorridere solamente quando è in loro compagnia. L’angoscia vissuta dalla protagonista costituisce il punto focale del film, il quale è opportuno ricordare non vuole essere un classico biopic bensì un atto d’amore del regista e di Kristen Stewart nei confronti di Lady Diana. La pellicola si conclude con una Diana fortemente decisa a dare una svolta alla propria vita, così da potere essere nuovamente una donna libera. Pochi mesi dopo verrà annunciata la separazione dal principe Carlo, peccato però che la libertà tanto desiderata non le permetterà di essere nuovamente felice.
Una settimana fa ha debuttato su Netflix la quinta stagione di The Crown, la quale presenta (come da tradizione) un cambio cast. Ad interpretare gli anni più difficili di Lady Diana questa volta è Elizabeth Debicki, che riesce perfettamente a prendere le redini di Emma Corrin. I due ritratti della principessa triste sono, però, totalmente diversi perché a cambiare fu soprattutto Diana come persona. Elizabeth Debicki dà quindi vita ad una Diana più donna e meno goffa, sempre però desiderosa di comprensione da parte della famiglia reale. Era assolutamente grata dell’amore mostratole dai suoi sudditi ed avrebbe, anzi, desiderato ricevere tale sentimento dalla monarchia, per lo più infastidita dai suoi comportamenti. Nella quinta stagione di The Crown, però, Peter Morgan non vuole offrire agli spettatori solo un santino della principessa, ma anzi ne sottolinea i lati spigolosi del suo carattere.
Per questo motivo l’attenzione viene posta sul rapporto tra Diana e suo figlio William, quest’ultimo sembra infatti notevolmente soffrire la fine del matrimonio dei suoi genitori. La perfezione recitativa della Debicki esplode negli ultimi tre episodi della stagione, in cui viene portata in scena la famosa intervista di Lady D alla BBC con tutte le sue ovvie conseguenze. Fu quello il preciso momento in cui l’opinione pubblica si divise totalmente sulla principessa, tra chi la continuò a vedere come una vittima del sistema e chi, invece, la cominciò a dipingere come una donna alla frenetica ricerca di attenzione. Tutto questo avvenne nel 1995 ed un anno dopo si arrivò al definitivo (ed inevitabile) divorzio tra Diana e Carlo. Da quel momento in poi la vita della donna avrebbe dovuto ritornare a splendere, nell’estate del 1997 però la sua storia non si concluse con un “vissero felici e contenti”, ma con un tragico finale che molto probabilmente aprirà la sesta ed ultima stagione di The Crown. L’interpretazione della Debicki è stata applaudita unanimemente e c’è chi già scommette possa ricevere numerosi premi nei prossimi mesi.
A 25 anni dalla sua morte Lady Diana continua ad essere una personalità molto popolare a livello mondiale, il culto intorno alla sua figura non è destinato ad esaurirsi ma anzi a rimanere eterno.