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Un medico in famiglia: una fiction rimasta nel cuore degli italiani

Pubblicato il 19 ottobre 2022 di Gian Marco Novelli

Non esiste un italiano che non abbia visto almeno un episodio di Un medico in famiglia, la fiction nostrana ha infatti capitalizzato l’attenzione del pubblico fin dal suo debutto nel lontano 1998. Con quasi 300 episodi è durata ben 10 stagioni, di cui soprattutto le prime sono rimaste nel cuore degli italiani.

Un medico in famiglia ha rappresentato un crocevia molto importante per la serialità italiana: inizialmente era stata infatti ordinata una stagione composta di ben 52 episodi, da mandare in onda nella fascia oraria del daytime (mattino-pomeriggio). La Rai decise però all’ultimo di scommettere sul titolo, posizionandolo nel più prestigioso slot per gli investitori pubblicitari: quello della prima serata. Questa fu una scommessa vinta dal servizio pubblico, Un medico in famiglia ebbe infatti un enorme successo andando in onda per molti anni e sdoganando la fiction familiare all’italiana. Tutti pazzi per amore o I Cesaroni sono solo alcune delle produzioni, Rai e Mediaset, che provarono ad inseguire e replicare tale consenso di pubblico e critica. La serie con protagonisti Lino Banfi, Giulio Scarpati e Lunetta Savino fu, quindi, un vero e proprio fenomeno mediatico per l’Italia. La sua riuscita è dovuta soprattutto alla capacità di una sceneggiatura in grado di mixare sapientemente commedia e dramma, dando così vita ad un prodotto adatto per tutta la famiglia.

Questo è solo uno dei motivi che portano Un medico in famiglia ad essere ricordato, anche ad anni di distanza dalla sua conclusione, con tanto affetto dal pubblico. Proprio questa estate sul social network Twitter si è data vita ad una spontanea operazione rétro, molti utenti hanno infatti postato sui loro profili alcune delle scene più iconiche, chiedendone a gran voce una nuova stagione con cui chiudere degnamente la serie. La fiction è da sempre disponibile gratuitamente sul servizio RaiPlay, ma dal 22 settembre le prime 4 stagioni (considerate le più riuscite) sono approdate su Prime Video e nella giornata di oggi su Netflix. Che sia un modo per farla conoscere anche alle nuove generazioni?

Una parola è troppa e due sono poche

Ma di cosa parla esattamente Un medico in famiglia? Prodotta dalla Publispei e remake di Médico de familia (in onda in Spagna negli anni ‘90), la serie narra le vicende della famiglia Martini appena trasferitasi in una nuova casa situata nella fittizia periferia romana di Poggiofiorito. I due capo famiglia sono Libero Martini (Lino Banfi) e suo figlio Lele Martini (Giulio Scarpati), quest’ultimo da poco vedevo e con ben tre figli: Maria (Margot Sikabonyi), Ciccio (Michael Cadeddu) ed Annuccia (Eleonora Cadeddu). Lele è inoltre un medico presso la ASL numero 5 di Roma, professione che anni dopo tramanderà anche a sua figlia Maria, nel corso degli episodi dovrà destreggiarsi tra pazienti, famiglia e vicende amorose. 

La famiglia Martini non sarà mai sola, sono molti i personaggi co-primari ad avere contributo al successo della serie. Ad esempio, la colf Cettina Gargiulo interpretata da una bravissima Lunetta Savino, oppure Alice Solari (Claudia Pandolfi) e sua madre Enrica Solari (Milena Vukotic). Queste ultime due interpretano rispettivamente la sorella e la mamma di Elena, la moglie defunta di Lele, inoltre il personaggio interpretato da una giovanissima Claudia Pandolfi sarà proprio l’interesse amoroso principale del protagonista.

Vabbuò signor Libero, è ‘na fiction

Il successo di Un medico in famiglia è dovuto soprattutto alla sua capacità di reinventarsi, sopravvivendo anche a pesanti uscite di scena riguardanti alcuni membri del cast principale. Tra la fine della seconda stagione e l’inizio della terza vi fu la prima vera prova del nove affrontata dalla serie: l’abbandono di Giulio Scarpati e Claudia Pandolfi. I due con i loro Lele e Alice rappresentavano un po’ i protagonisti dell’intera fiction, e proprio per questo motivo a seguito della loro dipartita furono in molti a dubitare sulla sua sopravvivenza, tra la terza e la quarta stagione si toccò invece l’apice di scrittura. Questo grazie a degli sceneggiatori, cui va dato merito di aver compreso il momento delicato della produzione, capaci di creare le condizioni per l’ingresso nella storia di un nuovo medico: il dottor Guido Zanin (interpretato da un giovanissimo Pietro Sermonti).

Sarà proprio la nascita della storia d’amore tra Guido e la figlia di Lele, Maria, uno dei leitmotiv della terza stagione. La coppia, grazie soprattutto alla chimica dei loro interpreti, è ancora oggi quella più ricordata, superando di fatto quella composta da Lele e Alice. Inoltre, dopo l’addio del duo Scapati-Pandolfi, i personaggi di nonno Libero e Cettina acquistano sempre più spazio, andando a comporre il duo comico maggiormente riuscito alla fiction. Sono molti i divertenti siparietti che li vedono protagonisti nel corso delle stagioni come, ad esempio, quello riguardante la particolare professione lavorativa di Torello (Francesco Salvi), principale interesse amoroso della colf più famosa della tv.  Per la serie però non fu sempre tutto rose e fiori, anzi attraversò molti i momenti difficili come, ad esempio, quello avuto nella quinta stagione, considerata dai fan una delle meno riuscite. In questa quinta annata, le vicende della famiglia vennero messe da parte in favore di una sottotrama con protagonisti dei personaggi indiani (uno dei quali interpretato da Kabir Bedi).

Le ultime stagioni, a causa degli enormi cambiamenti di cast e di una sceneggiatura non più forte come in precedenza, sono state invece poco apprezzate dal pubblico. Alcune trame hanno sfiorato le dinamiche da soap opera, come quella secondo cui Annuccia non sarebbe in realtà figlia di Lele. Il malcontento del pubblico si fece sentire soprattutto sui dati auditel, che sancirono nel 2016 la chiusura senza un vero e proprio finale. Furono molte le proteste dei fan di vecchia data, ancora oggi si chiede a gran voce alla Rai di riportare in vita il marchio concedendogli una fine adeguata (magari con il ritorno di gran parte del cast storico). Lo stesso Lino Banfi si è fatto più volte portavoce di questa protesta, senza però essere mai veramente ascoltato dalla direzione di Rai Fiction.

Un set di giovani promesse

La fiction ha avuto il merito di lanciare le carriere di molte personalità che oggi popolano il panorama cinematografico e televisivo italiano. Una su tutti è Claudia Pandolfi, la cui fama iniziale è tutta dovuta proprio a questa serie tv. Nonostante non sia mai tornata sul set dopo il suo addio a fine seconda stagione (come invece fatto dal suo collega Giulio Scarpati) l’attrice ha sempre speso belle parole per Un medico in famiglia, non nascondendo però le difficoltà incontrate nell’improvvisa gestione della popolarità. Proprio recentemente ha dichiarato: “Fu scioccante, assolutamente ansiogeno, io sono una persona riservata. Una cosa di questo tipo è alienante, tipo un Truman show. Poi impari a gestirlo, a scomparire, a sottrarti. L’ho fatto da sola, a un certo punto stavo male, quando hai troppa attenzione delle persone hai assoluto bisogno di isolarti. Facendolo trovavo un equilibrio, avevo il lusso di avere una casa e, essendo una che esce poco anche di suo, mi sono dedicata a una vita di amicizie fidate”.

Come precedentemente detto nella serie è poi arrivato Pietro Sermonti, interprete di Guido Zanin, divenuto anni dopo l’acclamato Stanis La Rochelle nella produzione televisiva Boris. L’attore sul set ha incontrato quella che sarebbe diventata la sua fidanzata per molti anni: Margot Sikabonyi (anche lei poi vista in Boris); i due sono stati insieme per sei anni, dal 2003 al 2009. La fiction rappresentò, inoltre, il trampolino di lancio per attori e registi ormai famosissimi, come Enrico Brignano, Edoardo Leo, Elio Germano e Gabriele Mainetti. 

Un medico in famiglia, a distanza di anni, continua ad essere un prodotto ricordato con affetto dai suoi fan e sicuramente uno di quelli a cui va dato il merito di aver rivoluzionato la fiction italiana. Ora che sta tornando in auge ed è disponibile nelle piattaforme streaming, non sarebbe il caso di concedergli un’adeguata stagione finale?