Come sappiamo, Jonah Hill sta attraversando un momento particolarmente delicato della sua vita. L’attore sta soffrendo di frequenti attacchi di panico e ha deciso di prendere una pausa dai riflettori.
Ha però girato in gran segreto un documentario, intitolato Stutz (il nome del suo psicologo, Phil Stutz), che affronta il tema della salute mentale soffermandosi sul suo viaggio personale.
Il film sarà disponibile su Netflix a partire dal 14 novembre, possiamo avere un assaggio grazie al trailer.
Lo scorso agosto, Jonah Hill ha confermato che non parteciperà alla campagna promozionale del film. Questa la sua lettera:
Ho finito di dirigere il mio secondo film. Si tratta di un documentario che parla di me e del mio analista, e che più in generale esplora il tema della salute mentale, intitolato “Stutz”. Lo scopo di questo progetto è offrire la terapia e gli strumenti che ho appreso durante il mio percorso personale a un pubblico vasto, per un uso privato attraverso un film di intrattenimento.
Grazie al viaggio di scoperta personale presente nel film, sono giunto alla conclusione che soffro di attacchi di panico da quasi 20 anni, che sono stati esasperati dalle apparizioni promozionali e dagli eventi pubblici.
Sono grato che il film possa fare il suo debutto all’interno di un festival prestigioso il prossimo autunno e non vedo l’ora di poterlo condividere con il pubblico di tutto il mondo, con la speranza che possa aiutare le persone in difficoltà. Ciononostante, non parteciperò alla promozione di questo o dei miei futuri film, perché ho deciso di fare un passo importante per la mia salvaguardia. Contribuire al mio malessere partecipando a eventi promozionali vorrebbe dire non essere sincero nei miei confronti e nei confronti del film.
Lettere o dichiarazioni come questa solitamente mi mettono in imbarazzo, ma sono consapevole di essere uno dei pochi privilegiati che può permettersi una pausa. Non perderò il lavoro mentre lavorerò sulla mia ansia.
Con questa lettere e con “Stutz”, spero di fare capire alle persone che è normale parlare di queste cose, in modo tale che possano agire di conseguenza. In questo modo potranno fare dei passi per stare meglio, mentre le persone che fanno parte delle loro vita potranno comprendere in maniera più chiara i loro problemi.
Spero che quest’opera sia in grado di parlare da sola e sono grato a tutti i miei colleghi, i collaboratori e a tutti voi per aver letto le mie parole, per la comprensione e il sostegno.