La notte del 12 è l’emblema del giallo contemporaneo

La notte del 12 è l’emblema del giallo contemporaneo

Di Lorenzo Pedrazzi

All’inizio de La notte del 12, un cartello ci informa che il 20% degli omicidi denunciati restano irrisolti. Non sembrerebbe una materia da cinema poliziesco: i film e le serie di genere investigativo tendono infatti a glorificare il lavoro della polizia, smussando gli angoli di un’attività che – per ragioni sia umane sia istituzionali – non sempre ottiene risultati definitivi (emblematica, in tal senso, l’accesa critica che Last Week Tonight With John Oliver ha mosso contro Law & Order). È anche per questo che il film di Dominik Moll risulta così peculiare rispetto alla media, pur non rappresentando una novità assoluta. Ispirandosi a un vero fatto di cronaca descritto nel libro 18.3 – Une année à la PJ di Pauline Guéna, questo giallo si addentra nel fitto mistero di una donna, ma deve anche arrendersi di fronte alla verità inaccessibile della sua vita e della sua morte.

La notte del 12 ottobre 2016, nel paesino di Saint-Jean-de-Maurienne, la ventunenne Clara Royer (Lula Cotton-Frapier) saluta l’amica Stephanie (Pauline Serieys) dopo aver trascorso la serata con lei, ma incontra un uomo in passamontagna che le dà fuoco con una bottiglia di benzina. Le indagini sono affidate alla polizia di Grenoble, guidata dal giovane Capitano Yohan Vivès (Bastien Bouillon). Gli agenti cominciano a scavare nella vita privata di Clara e interrogano gli uomini con cui intratteneva delle relazioni, salvo ritrovarsi ben presto in un vicolo cieco. Mentre i sospettati si accumulano, Yohan e il suo collega Marceau (Bouli Lanners) sono sempre più frustrati dall’impossibilità di scovare il colpevole, e questo si ripercuote anche sul loro rapporto.

La notte del 12 rielabora quindi il retaggio del polar alla luce di una disillusione molto contemporanea, più vicino alla realtà che al “mito”. Questo non gli impedisce di imbastire un racconto incalzante, sia chiaro: Moll sa gestire la tensione come in un thriller, e trasmette un’inquietudine che ha molto in comune con la banalità del male. Al contempo, però, costringe i personaggi a mettere in discussione i loro stessi pregiudizi. Claire era una giovane donna che viveva liberamente la sua sessualità, aveva molti amanti, e quindi viene giudicata come “colpevole” di essersi messa in pericolo: insomma, non è la vittima ideale che piace tanto all’opinione pubblica, un po’ come Laura Palmer in Twin Peaks. La sceneggiatura di Moll e Gilles Marchand mette in luce il sessismo implicito delle istituzioni e la misoginia strutturale del mondo in cui viviamo, riconosciuti dallo stesso Yohan in un moto di sbigottimento: «C’è qualcosa che non va tra gli uomini e le donne» dice il Capitano al nuovo giudice inquirente (Anouk Grinberg) che vuole riaprire le indagini. A fargli eco è poi la giovane ispettrice Nadia (Mouna Soualem), che si unisce alla squadra investigativa perché nel resto della polizia – come dice lei stessa – dominano il machismo e il razzismo.

È raro che un giallo ragioni così lucidamente sulle forze dell’ordine, mettendone in primo piano i limiti umani. Certo, nel cinema francese i precedenti non mancano, ma La notte del 12 inserisce queste riflessioni all’interno di un singolo caso, giocando tra il noir e il thriller: si parte quindi dal particolare per arrivare all’universale, non viceversa. Con la loro razionalità da detective, Yohan e gli altri agenti cercano un movente concreto, tentano di ricostruire le abitudini e le relazioni della vittima per rintracciare una pista, ma falliscono: non si può ricondurre un’intera vita a un singolo schema, la complessità dell’individuo è inafferrabile. Anche per questo, il film di Moll ha l’onestà di meditare e porre domande, senza pretendere di avere tutte le risposte. Si preoccupa però di riconoscere il grave disequilibrio nei rapporti tra i sessi, e l’impegno di chi ne vede l’ingiustizia: nella sua rassegnazione c’è tutto il disincanto di un genere che deve guardare in faccia la realtà, e accettarne gli orrori. Soprattutto quando sono apparentemente inspiegabili.

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