The Sandman: i fan del fumetto possono dormire sonni tranquilli (recensione senza spoiler)

The Sandman: i fan del fumetto possono dormire sonni tranquilli (recensione senza spoiler)

Di DocManhattan

L’attesa è finalmente giunta al termine: da oggi è disponibile su Netflix The Sandman, una prima stagione di 10 episodi tratta da uno dei fumetti statunitensi più – giustamente – celebrati di tutti i tempi. Facile capire dunque perché la paura che ne uscisse un disastro in galleria fosse direttamente proporzionale all’amore per l’opera originale. Ma quando ho visto tutta la serie in anteprima, qualche settimana fa, gli interrogativi che mi volteggiavano sulla testa erano in realtà due. Il primo: sarebbe stata all’altezza delle mie aspettative, cioè delle aspettative di uno che Sandman lo include senza alcun problema tra le sue dieci letture – si badi, non solo a fumetti – della vita? Il secondo: che tipo di serie avrebbe visto, chi il fumetto non l’ha mai letto, ritrovatosi davanti alle storie di Sogno degli Eterni? Andiamo con ordine.

The Sandman recensione senza spoiler

NEIL GAIMAN AVEVA RAGIONE

Una frase che per chi scrive vale sempre, in ogni caso, perché Neil Gaiman ha ragione, indipendentemente da quello che dice. Ma nello specifico, aveva ragione quando – a più riprese – ha rassicurato i fan di Sandman in merito alla fedeltà di questa trasposizione per il piccolo schermo. Gaiman è sempre stato molto titubante in merito a possibili riduzioni – televisive o cinematografiche che fossero – della sua opera, sin da quando se n’è iniziato a parlare, a fumetto ancora in corso, nei primi anni Novanta. Se si è speso così tanto per questa serie è perché si tratta di una versione live action che lui ha seguito in prima persona, come ideatore e produttore, e di cui ha anche co-sceneggiato il primo episodio. Bene, se anche voi avevate comprensibilmente dei timori, potete tranquillamente accantonarli: il The Sandman di Netflix è quanto di più prossimo al fumetto DC Comics possiate immaginare.

Episodio dopo episodio, chi ha amato le storie su carta del re dei sogni si troverà immediatamente a casa. Una casa abitata non solo dagli Eterni (i fratelli e sorelle di Sogno/Morfeo, non quelli Marvel), ma da Caino e Abele, il Corinzio e Mervyn Pumpkinhead (doppiato da Mark Hamill), Barbie e Ken, Chantal e Zelda, il corvo Matthew, il convegno “dei cereali”, quel diner in cui le cose non vanno come devono… Sono stati adattati i primi sedici albi di Sandman, o, se preferite, i primi due volumi dei dieci che compongono l’opera: Preludi e notturni e Casa di bambola.

The Sandman recensione senza spoiler

VIVEVI SENZA IL SOGNO D’UN AMORE, MA UN RE SENZA CORONA E SENZA SCORTA…

Sono state apportate alcune modifiche alla storia e ad alcuni personaggi, a detta di Gaiman per renderli più moderni. Nel senso: come li avrebbe scritti, se fossero stati partoriti dalla sua immaginazione oggi, e non nel 1988? Il Sogno di Tom Sturridge è efficacissimo, e pure qui, non era per nulla semplice. L’aspetto del signore dei sogni cambia notevolmente nel corso del fumetto: anche solo nei primi numeri, quello disegnato da Sam Kieth (che non voleva lavorare su questa testata) è completamente diverso da quello di Mike Dringenberg, come entrambi lo saranno dal Sogno di Kelley Jones, Jill Thompson e così via.

Si è guardato allora all’origine grafica del personaggio, ispirato – NON a Neil Gaiman, per quanto entrambi sono andati per una vita dallo stesso parrucchiere, evidentemente – a un mix tra Robert Smith dei Cure e Peter Murphy dei Bauhaus.

Tom Sturridge, scelto dopo aver provinato oltre duecento attori, se la cava egregiamente, dicevamo. Potentissimo nei primi episodi, come silenzioso Sogno in cattività, e nel complesso anche in tutto il resto, in cui è chiamato a dar vita a un essere soprannaturale di volta in volta furioso, potente, bonario, sorprendente o sorpreso, esattamente come lo sono i sogni.

The Sandman recensione senza spoiler

LA VITA SENZA MORTE DIMMI TU CHE VITA È

Così come funziona la Morte di Kirby Howell-Baptiste. Gaiman si è scrollato di dosso le critiche preventive di chi nei mesi scorsi gridava allo scandalo per il cambio di etnia del personaggio, con la motivazione di cui sopra: oggi non siamo più nell’88, non avrebbe mostrato tutti i personaggi allo stesso modo. Ma al di là del discorso comprensibile di un cast maggiormente inclusivo, se ci sono dei personaggi per cui il problema non si dovrebbe porre affatto sono proprio gli Eterni, questa famiglia disfunzionale di entità il cui nome inizia in inglese sempre per D (Dream, Death, Desire, Despair, Destiny, Destruction e Delirium). Lo stesso Sogno, come ci viene mostrato anche nella serie (con un gancio a una storia singola ambientata nel fumetto in un passato remoto), può apparire con un aspetto diverso, a seconda di chi lo guarda. Sì, anche come un uomo nero.

E Morte, anche se ora è una donna nera e non più una ragazzina dark ispirata a un amica del disegnatore Mike Dringenberg, Cinamon Hadley, fa qui quello che ci si aspetta da questo meraviglioso personaggio. Ha il suo ankh, il simbolo della vita, appeso al collo, i jeans e il top neri, e se ne va in giro allegra e delicata, sorridente e dolcissima, per accompagnare le persone (buone) nel loro ultimo viaggio.

The Sandman recensione senza spoiler

Ottimi, allo stesso modo, quasi tutti gli altri personaggi, compreso l’inquietantissimo Corinzio di Boyd Holbrook, con quegli occhi appropriatamente da incubo, o l’androgino Desiderio (Mason Alexander Park), l’Eterno che non ama essere incasellato in un genere e che nel fumetto era ispirato all’illustrazione di Patrick Nagel sulla cover di Rio dei Duran Duran.

Ho scritto Quasi perché l’unico che non mi è andato giù è Lucifero. Per quanto adori Gwendoline Christie – sempre fatto il tifo per la sua Brienne in GoT – la sua imponente versione con boccoletti è sì particolare, ma non rende secondo me giustizia al re (o più che altro l’oligarca) degli inferi del fumetto. Ok, non era purtroppo possibile avere lì un giovane David Bowie, fonte d’ispirazione del personaggio, ma una figura più esile sarebbe stata probabilmente più appropriata. Se proprio vogliamo discutere, più che di sesso, di stazza degli angeli, ecco.

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ORRORE. NO, FANTASY CON SUPER-EROI. NO, FANTASY POETICO E PROFONDO

Ma al di là dei personaggi, l’altro enorme scoglio era rappresentato dal tono da dare allo show. Questo perché Sandman ha cambiato pelle più volte nel corso della sua vita editoriale, soprattutto all’inizio. Quello che venne presentato nelle prime pubblicità sugli albi DC come un mensile horror (“Ti mostrerò il terrore in un pugno di sabbia”) divenne presto un dark fantasy, legato però al mondo degli eroi DC Comics. Ai tempi la Vertigo, l’etichetta DC per un pubblico adulto, in cui poi sarebbe confluito Sandman, non esisteva: avrebbe debuttato solo nel ’93, e proprio con una celebre miniserie dedicata a Morte.

E così Sogno aveva a che fare nei suoi primi numeri con tutta una serie di personaggi del mondo di Batman e Superman: da John Constantine a Martian Manhunter della Justice League, passando per i due super-eroi che hanno usato in precedenza il nome di Sandman e per gli stessi Caino e Abele, nati decenni prima sulle testate horror The House of Mystery e The House of Secrets.

Il Sandman di Netflix dribbla questi legami che oggi sembrano fuori posto quando rileggi gli albi, o quando può li adatta, li sfrutta a modo suo, ma in tutto questo riesce a non allontanarsi mai troppo dal fumetto. Il casco di Sogno (ricavato da cranio e colonna vertebrale di un dio), il suo palazzo, quello antropomorfo di autocelebrazione di Desiderio, i cancelli dell’Inferno, perfino il sogno di Barbie… magari non ti imbatti in Etrigan il Demone, ma tutto il resto sembra preso di peso dalle pagine. Qualcosa si è perso? Ovviamente sì.

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DEATH COME BENJAMIN PRICE

Tradurre vuol dire tradire, qualcosa si perde sempre. In particolare, la complessità della narrazione di Sandman, su carta, era data oltre che dai dialoghi dalle didascalie a cui Gaiman affidava la voce narrante o i pensieri dei personaggi, con il suo stile. E quello, in uno show, se non tieni lì una voce fuori campo costante, è difficile da rendere. Così come i neri profondi del fumetto, le sue scelte e soluzioni grafiche, non sono una lepre facile da inseguire. Qui qualcosa funziona alla grande, qualche altra, in termini di fotografia e composizione della scena, un po’ meno. Mani e occhi diversi all’opera, e si vede.

Ma poi, a onor del vero, occorrerebbe anche fare la tara alla nostalgia: ho riletto almeno cinque volte, negli anni, Il battito delle sue ali, la storia di esordio di Morte. Una versione in carne e ossa di quell’albo sarà, per forza di cose, sempre diversa, per quanto riprenda in blocco gli stessi dialoghi, una stessa battuta sui piccioni obesi e le stesse, incredibili doti da portiere di Morte. Lì – ma ovviamente è solo il mio modo di vedere la cosa – devi accettare quanto vicini sono arrivati all’originale, perché non è affatto poco.

E ok, tutta questa bella lenzuolata per gli altri membri del club, i tanti appassionati del Sandman a fumetti. Ma tornando all’interrogativo numero due, chi di Sandman non sa un Abele secco, di tutto questo cosa penserà? Gli piacerà?

The Sandman recensione senza spoiler

THE SANDMAN PER CHI NON HA LETTO SANDMAN (E DOVREBBE FARLO)

La risposta questa volta non è semplice. Perché alcune delle cose che possono sembrare più strane sono anche tra quelle che i fan apprezzeranno di più. Guardi la serie senza saperne nulla, e ti chiedi perché mai la trama orizzontale si interrompa in alcune occasioni per lasciar spazio ad altrettante storie apparentemente slegate da tutto il resto. La citata passeggiata/riunione di famiglia con la Morte, la storia dei frequentatori di un diner che si pentiranno di non essersene rimasti a casa, la cronaca di un appuntamento che va avanti nei secoli. Bene, quelle storie sono lì perché nel fumetto erano lì: delle divagazioni che servivano – e servono qui – per farti conoscere meglio Morfeo o il suo mondo.

Mettendola giù semplice, se vi piace il dark fantasy, tanto più quello con un po’ di procedural dentro (un nome non a caso: Lucifer. Serie basata sullo stesso Lucifero di Sandman, ma con una versione diversa del portatore di luce), e se riuscite nei primi episodi a venire a patti con il ritmo lento e i personaggi assurdi, c’è il caso possiate anche adorarla. Sono due bei SE, d’accordo, ma è fattibile. In ogni caso, qualora vi venisse la voglia di approfondire, assecondatela: Sandman va letto davvero, e va letto tutto. Partite dal primo volume, e poi provate un po’ a smettere…

The Sandman recensione senza spoiler

Postilluccia: questo Tom Sturridge, così, è perfetto pure come Dylan Dog o Il Corvo. Il corvo vero con cui andarsee in giro, peraltro, ce l’ha già.

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