Sì, è Ally McBeal con i superpoteri. E no, non è un limite. She-Hulk: Attorney at Law, la nuova serie Disney+ ambientata nel MCU ha un grosso pregio, ed è quello di riportarci a quando i Marvel Studios hanno iniziato a sperimentare sui generi cinematografici, dimostrando di poter inserire un supereroe in qualunque contesto. Siamo consapevoli che “sperimentare” sia una parola grossa, per uno studio e una saga fondati su una formula solidissima – superpoteri + commedia – da cui Kevin Feige non svia praticamente mai. Ma agli albori del Marvel Cinematic Universe, la fame di tutti i coinvolti e il bisogno di dimostrare che i supereroi potevano essere venduti a tutti hanno creato film eccitanti e accostamenti inediti e divertenti. Pensiamo alla spy story di Captain American: The Winter Soldier o al primo Ant-Man, di fatto un heist movie.
She-Hulk si ricorda questa semplice eppure efficace formuletta e torna ad applicarla. L’idea alla base della serie è tanto ovvia quanto perfetta: Jennifer Walters, la cugina di Bruce Banner che, dopo un incidente, viene contaminata dal sangue del cugino supereroe e si trasforma in una Hulk, è un’avvocata. E che, non vuoi fare una commedia legale ambientata tra le aule dei tribunali? Detto, fatto. Dopo una breve introduzione, in cui Jen (la perfettamente scritturata Tatiana Maslany. Ormai lo dovremmo sapere che la Marvel raramente sbaglia un attore) impara a usare i suoi poteri (l’abbiamo già vista in parte in questa clip), si torna a Los Angeles e a una vita civile in cui la neonata supereroina tenta di non trasformarsi mai in un gigante verde e di proseguire con la sua carriera. Ma ovviamente non ha successo, altrimenti non saremmo qui a parlarne.
La sceneggiatrice Jessica Gao (Rick and Morty) sceglie un approccio da serie comedy: episodi brevi (il secondo, in particolare, dura poco più di venti minuti), dal grande ritmo, sostenuti da una raffica di gag intervallate da sparute scene d’azione. Siamo sicuri che il livello di action aumenterà con il passare degli episodi, ma per ora Gao si concentra sulla vita privata di Jen: il dating online, le cause legali, i colleghi fastidiosi. È rinfrescante vedere finalmente trattato con nonchalance un argomento come la vita sessuale di una supereroina. Non aspettatevi niente di sconvolgente, sia chiaro, ma da un contenuto pensato per Disney+ ci si poteva aspettare anche meno.
She-Hulk mette in campo, inoltre, la scusa perfetta per inserire quanti più camei possibili senza che sembrino puro fan service. In un certo senso, questa serie è l’anti Moon Knight: là sembrava quasi che il resto dell’MCU non esistesse, qui la vita di Jen – in quanto avvocata delle persone con superpoteri – è legata a doppio filo con il quadro generale dell’universo Marvel. Non è spoiler dire che appariranno Bruce Banner (Mark Ruffalo), lo stregone supremo Wong (Benedict Wong), l’avvocato Matt Murdock, alias Daredevil (Charlie Cox, non presente, comunque, nei primi quattro episodi concessi alla stampa), ed Emil Blonsky, alias Abominio (un divertito Tim Roth). C’è chi ha un ruolo più corposo (Wong), chi appare solo in quanto cliente di Jen (Blonsky), ma tutti vengono utilizzati al meglio per dare sostanza al mondo colorato e bizzarro che si agita intorno alla protagonista, che vorrebbe solo una vita normale ma, a causa del suo altrettanto bizzarro incidente, è costretta ad aver a che fare con il supernormale ogni giorno.
Jennifer Walters rompe in diverse occasioni la quarta parete, un trucco usato anche nei fumetti ma che, inevitabilmente, ai più farà subito venire in mente Deadpool. L’umorismo meta di cui sono infarciti questi siparietti non è niente di nuovo, insomma, ma è ben gestito e strizza l’occhio al fan di lunga data. Altra cosa molto interessante: She-Hulk per la prima volta torna a canonizzare L’incredibile Hulk. Vero, già era tornato il generale Ross di William Hurt (RIP), ma mai si era fatta menzione della sua rivalità con Bruce Banner, come se quel film non fosse mai esistito. Per ovvie ragioni: si tratta del primo e più grave caso di recasting nell’MCU, con Edward Norton rimpiazzato da Mark Ruffalo sin dal successivo The Avengers. Qui, grazie al ritorno di Blonsky e alla menzione esplicita dello scontro tra Hulk e Abominio ad Harlem, quel film torna ufficialmente a far parte del canone.
Al centro di tutto, comunque, c’è sempre lei, Jen Walters, una professionista che cerca di vivere un’esistenza normale in un mondo che ormai normale non è. Tatiana Maslany regge tutto sulle sue spalle e si sdoppia in maniera convincente, mantenendo comunque la sua personalità anche dietro al trucco digitale del motion capture. Ah, e a proposito di motion capture: gli effetti visivi sono decisamente migliorati rispetto a quanto visto nei trailer, anche se non sempre si mantengono allo stesso livello. Restano comunque impressionanti per un prodotto televisivo che non ha certamente il budget di un film.
C’è margine di miglioramento? Assolutamente. Ma le basi sono solide, la squadra (composta anche dalla regitsa Kat Coiro) è affiatata e, soprattutto, She-Hulk: Attorney at Law ha il respiro di una vera serie, non di una semplice parentesi tra due film. Il che significa che una seconda stagione è praticamente sicura e che ci sarà grande spazio di manovra per migliorare e affinare la formula. Per ora siamo sulla strada giusta.
She-Hulk: Attorney at Law arriverà su Disney+ dal 18 agosto. QUI ne potete vedere il trailer.