Paper Girls è quella piccola sorpresa che merita la vostra attenzione

Paper Girls è quella piccola sorpresa che merita la vostra attenzione

Di Giulio Zoppello

Stranger Things ha aperto forse una nuova variazione nella narrazione televisiva? Magari specifica per il pubblico teen ma in grado di strizzare l’occhio ai “boomer” (termine con cui ormai si descrive ogni over 25)? Potrebbe essere, almeno a guardare Paper Girls, nuova serie fantasy prodotta da Amazon e tratta dall’omonimo fumetto di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang, che si connette al fenomeno di massa ma si dimostra anche in grado di camminare con le sue gambe, regalando un iter narrativo equilibrato e appassionante, senza strafare e con grande umiltà. Il tutto naturalmente sempre e rigorosamente in quegli anni ’80 che fino a poco tempo fa parevano un’epoca da dimenticare, e ormai invece sono un piccolo scrigno a cui tutti vogliono attingere.

Paper Girls

Quattro ragazzine a spasso nel tempo

Paper Girls parte dal 1988, ci presenta nella oscura Cleveland quattro ragazze, naturalmente a bordo di quelle biciclette che oggi in tanti rimpiangono come un simbolo di quel decennio meraviglioso e pittoresco, dove la narrazione teen trionfava. Sono Tiff, KJ, Mac e Erin. 
Sono tutte diverse come etnia e personalità, come sogni e obiettivi, consegnano giornali e hanno spesso storie familiari alquanto complicate e un rapporto molto particolare con sé stesse, con quella città. 
Una città in cui l’altro sesso non è proprio come descritto nei film del Brat Pack o nei video della MTV che all’epoca cominciava a spopolare. Improvvisamente la notte che le contiene muta, cambia pelle, le trasporta in un’epoca e una realtà completamente diverse. Ma come è successo? Cosa le ha fatte finire in quella che sembra un’altra realtà o meglio in un’altra epoca? 
La serie rispetto alla creatura dei Duffer Brothers è chiaramente molto più connessa al racconto di formazione e di genere, tutto è declinato parlandoci della realtà di essere adolescente nei machisti anni ’80, quando la periferia era un deserto di giovinezze e cattive abitudini. 
Tuttavia balza immediatamente all’occhio come strizzi alla realtà videoludica e soprattutto alla fantascienza, mettendo su una sorta di metafora dell’eterno scontro tra ieri e domani, tra progressismo e conservatorismo, tra rivoluzione e restaurazione. Si agita di sottofondo qualcosa nella nostra coscienza di connesso alle recenti vicissitudini vissute negli States, ma poi no, in fondo il XX secolo è una sola, grande lotta per l’emancipazione, per cambiare le cose. Peccato che spesso non sono cambiate, che siamo cambiati noi o che comunque non è andata come si sperava.

Superando la solita nostalgia degli anni ‘80

Paper Girls, infatti, pur esibendo un’umiltà molto apprezzabile e staccandosi in parte dalla realtà descritta nel fumetto, abbraccia immediatamente il tema del cambiamento, abbraccia una sorta di visione a metà tra il determinismo e la teoria del Caos. Il tutto al servizio di una trama che ci fa viaggiare avanti e indietro nel tempo, in cui soprattutto gli anni ’80 ci sono ma in modo diverso, meno opprimente rispetto a Stranger Things, non fosse altro perché le sue protagoniste sono diverse da ciò che spesso ci è stato mostrato, ma forse in realtà vogliono essere negazione di come i personaggi femminili sono stati rappresentati.

Sono sovente forse anche troppo connesse alla modernità, quasi una sorta di variabile impazzita che però si armonizza molto bene, non è mai soprattutto esageratamente perfetta, anzi hanno un bel po’ di paure, difetti e il concetto di diversità dalla norma che si fa spazio in modo eloquente. 
Halloween (ancora gli anni ’80 ricordate?) è l’inizio di questa grande avventura, con queste ragazzine che consegnano giornali, il simbolo dell’ora e adesso, e invece viaggiano nel ieri e nel domani, dove si troveranno a che fare con sé stesse cresciute e si troveranno di fronte a un prevedibile dilemma: possono ancora cambiare le cose o il futuro è già scritto? Da questo punto di vista il racconto forse perde un po’ di originalità nella genesi narrativa, ma compensa con la caratterizzazione delle quattro protagoniste, con l’energia dell’insieme e la capacità di saper creare una bella sinergia tra tutti gli elementi. Il tutto senza lasciare in disparte ironia, fantasia e la volontà di regalare momenti in grado di superare il mero genere e abbracciare una narrazione fatta di una dimensione personale molto universale.

Un punto di vista femminile diverso dal solito

Senza ombra di dubbio Paper Girls si pone come un prodotto in tutto e per tutto molto più connesso alla Generazione Z rispetto a Stranger Things, per quanto ovviamente possa piacere anche a un pubblico adulto e scafato. 
Il punto di vista femminile domina, creando una diversa rappresentazione non solo di quell’età così particolare a abusata cinematograficamente e televisivamente, ma soprattutto donandoci una banda di ragazze credibile e distante dai cliché. Se ci riflettiamo bene infatti, non è che abbondino narrazioni su quell’età dedicate alle ragazze, e quelle poche quasi sempre sono fin troppo condizionate da una visione maschile del gentil sesso. 
Qui scordatevelo, vi è un occhio molto attento in Paper Girls a ciò che non si è mostrato, ma senza partire per la tangente, senza cedere a quel girl power che sovente negli ultimi tempi è diventato fin troppo fine a se stesso, retorico e opprimente. Fatto ancora più interessante, la serie non risparmia brividi e spaventi, la dimensione distopica di un futuro pessimista, per quanto forse qualche zero in più sul budget avrebbe aiutato a creare qualcosa di esteticamente più appagante. 
Non è un difetto da poco, perché per chi ha letto il fumetto, il gigantismo era ciò che riequilibrava la dimensione intima e personale, rendendo l’insieme comunque fedele al filone fantasy-scifi, appassionando e creando un’esperienza che andasse oltre il limite del racconto di formazione.

Al netto di un finale forse frettoloso, questa serie merita sicuramente una valutazione positiva, per la bontà della scrittura, la creatività dell’insieme, il rispetto mostrato verso i personaggi e la loro evoluzione, per come ognuna sa essere diversa eppure perfettamente connessa alle altre. Speriamo che sia il primo di un nuovo corso scifi dentro a Prime Video che a parte qualche eccezione, con questo genere per ora non è che ha sempre convinto completamente. 


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