Le prime recensioni de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, l’attesa, e ambiziosissima, serie Amazon ispirata agli scritti di J.R.R. Tolkien, sono uscite. E lodano la serie di Patrick McKay e J.D. Payne quasi all’unanimità, parlando di uno spettacolo di livello cinematografico, da vedere sul televisore più grande possibile, ricco di personaggi complessi e fedele allo spirito di Tolkien. Vediamo in dettaglio qualche estratto dalle recensioni della stampa estera.
Therese Lacson di Collider parla di una serie dalla portata “assolutamente immensa”, in cui “ogni location è stata creata nei dettagli”, ricca di sottotrame parallele che a volte saturano un po’ troppo gli episodi e “richiedono agli spettatori di seguire con attenzione, per non perdere il filo”. “In definitiva, però, Gli Anelli del Potere fa un attimo lavoro” e ce n’è “più che abbastanza per coinvolgere il pubblico: figure misteriose, complotti politici, lotte disperate per la sopravvivenza”. La serie combina la struttura a più punti di vista del fantasy moderno, vedere Game of Thrones, “con la profondità di dettaglio dell’universo di Tolkien”. “C’è ancora un’intera stagione da vedere, ma Gli Anelli del Potere parte col piede giusto, mantenendo la promessa di qualità e correndo a tutta birra”.
Helen O’Hara di Empire definisce la serie “sontuosa e vasta”: “Potrebbe volerci un attimo ad abituarsi a questi nuovi personaggi, ma tutti i segnali dicono che ne sarà valsa la pena”. La giornalista loda Morfydd Clark nel ruolo di Galadriel: “Clark è semplicemente sensazionale nel ruolo, mantiene tutta la forza di volontà che aveva [Cate] Blanchett, ma con un po’ meno di sicurezza di sé data la giovane età”. O’Hara definisce però i nani “la razza più accattivante della serie” e “immensamente divertenti”.
“Esteticamente la serie si attiene al modello creato da Peter Jackson“, e “la colonna sonora di Bear McCreary si ispira fortemente al paesaggio sonoro che Howard Shore (un collaboratore qui, avendo contribuito al tema dei titoli di testa) creò vent’anni fa”. La serie fa inoltre riferimento all’attualità, cosa che “suggerisce che abbia ambizioni più grandi di essere solo un’altra serie con i draghi”. Ciò non toglie che la sceneggiatura sia a tratti “goffa”.
Per Caroline Framke di Variety, la serie è “tanto grandiosa, se non addirittura surreale, quanto richiede l’occasione”. “Chiaramente non si è badato a spese” per rendere questo progetto “reale e tangibilmente nefasto”. La Galadriel di Morfydd Clark è la colonna portante della serie, e l’interpretazione dell’attrice “ha una solennità che lascia a bocca aperta”. In definitiva, Gli Anelli del Potere è “un adattamento perfettamente vincente”, un’avventura cappa e spada dotata di “chiara riverenza e affetto per la ragguardevole mitologia” di Tolkien.
Rebecca Nicholson di The Guardian scrive: “Lo splendore visivo di questa ricca, magnifica serie tratta da Tolkien vi farà restare a bocca aperta più volte”. “Questa è televisione fatta per gli schermi grandi”, “così cinematografica e grandiosa che fa sembrare House of the Dragon messa insieme alla bell’e meglio su Minecraft”.
“Bisogna arrivare al secondo episodio, e all’entrata in scena dei nani, perché la sensazione immersiva sbocci davvero, l’idea che questo sia un mondo pienamente sviluppato”, prosegue Nicholson. E conclude: “Quando vuole fare paura, lo fa davvero. Verso la fine del secondo episodio, è tesa da togliere il fiato e molto più raccapricciante di quello che avrei creduto”.
Charles Pulliam-Moore di The Verge definisce la serie “assolutamente da urlo” e capace di donare “una vibrante, nuova energia al franchise”. “È raro che una serie sia all’altezza dei sogni del suo studio, che sia allo stesso tempo una serie da binge watching e un evento cinematografico grande e costoso”. Eppure Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ce la fa, grazie a “una manciata di ottime performance, un occhio per i dettagli d’impatto e un senso solido della sua abilità di crescere oltre il canone”.
L’unico commento non troppo positivo arriva da John Bleasdale del Finantial Times. Pur lodando l’estetica “stupefacente” (“Peccato che non sia al cinema”), Bleasdale giudica i primi due episodi “qualcosa di già visto”, tra le battute poco divertenti dei Pelopiedi (gli antenati degli Hobbit), la “seriosità” degli elfi che sfocia nel “ridicolo” e la tendenza di tutti a parlare “con l’accento della Royal Shakespeare Company”. “L’epica può diventare rapidamente monotona: ogni battuta sussurrata o ansimata, ogni entrata in scena eroica e ogni panorama colmo di scintillanti cascate”. “Per ora”, conclude, “Gli Anelli del Potere deve ancora trovare il giusto passo con i suoi grossi e pelosi piedi”.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere arriverà su Prime Video nella notte tra 1 e 2 settembre. QUI il trailer.