Smentite le previsioni che prevedevano un calo di 2 milioni di abbonati, nel secondo trimestre Netflix ha riportato un calo di 970.000 abbonati globali.
Il fondatore Reed Hastings ha dichiarato:
“Stiamo parlando di una perdita di un milione invece che di due milioni, quindi la nostra soddisfazione è mitigata dai risultati meno negativi. Per certi versi è dura perdere un milione e definirlo un successo, ma in realtà ci stiamo preparando molto bene per il prossimo anno.
Lo streaming sta funzionando ovunque, tutti si stanno riversando in questo settore. Nei prossimi 5-10 anni la TV lineare finirà definitivamente, quindi sono molto ottimista sullo streaming.”
Ha aggiunto il co-CEO Ted Sarandos:
“Credo sia davvero importante, soprattutto in tempi di crisi economica, che i consumatori vedano Netflix come un valore enorme”.
Nella lettera agli azionisti è stato spiegato:
“Negli Stati Uniti, che sono uno dei mercati più competitivi al mondo, abbiamo attirato più spettatori televisivi di qualsiasi altro canale durante la stagione televisiva 2021-22. Arrivando quasi a eguagliare il totale combinato delle due reti broadcast più seguite.
E, come Nielsen annuncerà giovedì, la nostra quota di telespettatori statunitensi ha raggiunto il massimo storico del 7,7% a giugno (rispetto al 6,6% di giugno 2021). Dimostrando la nostra capacità di far crescere la nostra quota di engagement mentre continuiamo a migliorare il nostro servizio.”
Gli abbonamenti globali a pagamento sono scesi da 221,64 milioni nel primo trimestre a 220,67 milioni, con un calo del 5,5% rispetto al calo del 6,7% trimestre su trimestre registrato ad aprile, quando la società aveva rivelato un calo di 200.000 abbonamenti e aveva previsto un ulteriore calo di due milioni nel secondo trimestre.
Ha dichiarato di aspettarsi una crescita di un milione di abbonamenti nel terzo trimestre.
Gli investitori di Wall Street hanno reagito positivamente facendo salire il titolo del 6% alla chiusura delle contrattazioni di martedì (19 luglio), raggiungendo così $201,63 milioni.
La crescita maggiore nel secondo trimestre è stata registrata nell’area Asia-Pacifico, con un aumento di 1,08 milioni da 33,72 milioni a 34,80 milioni. Il calo maggiore si è registrato negli Stati Uniti e in Canada, dove il calo di 1,3 milioni di abbonati è passato dai 74,58 milioni del 1° trimestre a 73,28 milioni.
L’Europa, il Medio Oriente e l’Africa hanno registrato un calo di 760.000 di abbonati da 73,73 milioni a 72,97 milioni, mentre l’America Latina ha guadagnato 10.000 abbonati, passando da 39,61 milioni a 39,62 milioni.
L’anno scorso la compagnia ha registrato oltre $30 miliardi di fatturato e $6 miliardi di utile operativo, un “crescente flusso di cassa disponibile e un solido bilancio”.
Nel secondo trimestre, i ricavi sono cresciuti dell’8,6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i $9,79 miliardi, senza tener conto dei $339 milioni di perdite dovute ai tassi di cambio delle valute estere, causati dalla forza del dollaro.
Circa il 60% dei ricavi dello streamer proviene da paesi diversi dagli Stati Uniti: la maggior parte delle spese è in dollari e il cambio con un dollaro forte non è beneficiale. Tuttavia, anche se un po’ in ritardo rispetto alle previsioni, il fatturato è stato superiore a qualsiasi altro momento dell’ultimo anno.
L’utile per azione è di $3,20, superando i $3 previsti da Netflix, l’anno scorso ammontava a $2,97.
Ricordiamo che il rapporto del primo trimestre aveva fatto crollare il prezzo delle azioni del 20% nelle contrattazioni after-hours del 19 aprile.
Netflix ha licenziato circa 450 persone. L’azienda ha pagato $70 milioni in costi di licenziamento e $80 milioni per la svalutazione non monetaria per alcuni contratti di locazione immobiliare, in quanto ha scelto una sede più piccola. Escludendo l’esborso combinato di $150 milioni, Netflix ha osservato che l’utile operativo e il margine operativo sono stati leggermente superiori alle proprie previsioni.
La prima parte della quarta stagione di Stranger Things ha registrato 1,3 miliardi di ore visionate nelle prime quattro settimane, il più grande risultato di sempre per una stagione televisiva di Netflix.
Il film drammatico sulla pallacanestro Hustle, interpretato da Adam Sandler, è stato il più grande film del secondo trimestre con 186 milioni di ore, seguito dalla commedia Cheerleader per sempre con Rebel Wilson con 161 milioni di ore.
Il film d’animazione Il mostro dei mari ha ottenuto 102 milioni di ore.
In un’intervista video con gli analisti, i dirigenti di Netflix hanno dichiarato che prevedono di spendere circa $17 miliardi in contenuti quest’anno, anziché i previsti $18 miliardi, e nei prossimi anni.
Il direttore finanziario Spencer Neumann ha dichiarato:
“Prevediamo di spendere circa 17 miliardi di dollari quest’anno e siamo nella giusta direzione”.
Parlando del crollo degli ultimi cinque-dieci anni nella produzione originale, che ora rappresenta oltre il 60% del totale, ha aggiunto:
“Abbiamo attraversato una transizione aziendale piuttosto importante. La spesa per i contenuti continuerà a crescere, ma sarà ‘moderata’. Siamo diventati più intelligenti nel dirigere la nostra spesa per ottenere il massimo impatto”.
I dirigenti hanno sottolineato che i costi causati dalla pandemia di Covid, che di recente hanno gonfiato la spesa totale, sono in calo. Sebbene Stranger Things 4 abbia contribuito a contenere le perdite degli abbonati nello scorso trimestre, ha gonfiato i costi complessivi.
Ha spiegato Sarandos:
“Questo show, in particolare, è stato colpito [da Covid] più di ogni altro a causa del giovane cast, delle dimensioni e della portata della produzione e delle molteplici location in cui abbiamo girato. È stato un onere molto costoso da sostenere.
Uno dei motivi dietro la divisione della [quarta] stagione a metà è stato il tempo necessario per produrre lo show. Il progetto è stato bloccato a causa delle prime interruzioni della produzione, del riavvio della produzione e dell’estrema cautela con il cast della serie all’inizio del Covid.
Quindi ha avuto un impatto finanziario maggiore rispetto a quello di molti altri nostri progetti. …Se lo rifacessi, potresti anche ricavarne qualche episodio in più”.
Doug Anmuth di JPMorgan ha osservato che la metà degli investitori con cui parla vuole che gli streamer spendano di più, mentre altri vogliono un forte calo. Sarandos scherzando ha commentato: “Benvenuti nella mia vita”.
Netflix ha recentemente scelto Microsoft come partner tecnologico e (inizialmente) commerciale esclusivo per la creazione di un abbonamento supportato dalla pubblicità.
La compagnia sta esplorando vari modi per attirare nuovi abbonati in un contesto sempre più competitivo e in un momento in cui l’aumento dell’inflazione sta portando i consumatori a tagliare le spese.
Questo tipo di abbonamento si aggiungerà agli altri già esistenti, e sarà disponibile in mercati non specificati con una spesa pubblicitaria “significativa”.
Nella lettera agli azionisti si legge:
“Con il tempo, la nostra speranza è di creare un modello di pubblicità televisiva migliore di quello lineare, più fluido e pertinente per i consumatori e più efficace per i nostri partner pubblicitari.
Anche se ci vorrà un po’ di tempo per far crescere la nostra base di abbonati con l’abbonamento con pubblicità e le relative entrate pubblicitarie.
Nel lungo periodo pensiamo che la pubblicità possa consentire un incremento sostanziale degli abbonati (attraverso prezzi più bassi) e una crescita dei profitti (attraverso le entrate pubblicitarie)”.
Non sono stati menzionati i prezzi, anche se si è parlato di $9,99 al mese, che è il costo attuale dell’abbonamento più economico di Netflix. Le entrate pubblicitarie raggiungeranno i $150 milioni nel 2023 e arriveranno a $1,8 miliardi nel 2025.
Ovviamente saranno inclusi tutti i contenuti originali ma l’abbonamento non avrà tutti i suoi contenuti offerti da Netflix. La piattaforma è in trattative con gli studios statunitensi e dai distributori internazionali per i contenuti che riceve in licenza, per renderli disponibili con questa offerta.
Ha detto Sarandos:
“Oggi, la stragrande maggioranza di quello che la gente guarda su Netflix può essere inclusa nell’abbonamento con pubblicità. Ci sono alcune cose che non possono essere incluse e su cui stiamo discutendo con gli studios, ma se lanciassimo l’offerta oggi, gli abbonati avrebbero un’ottima esperienza. Cancelleremo alcuni contenuti aggiuntivi, ma certamente non tutti, ma non credo che si tratti di un ostacolo rilevante per l’azienda”.
Per quanto riguarda la condivisione della password, secondo Netflix ne beneficiano più di 100 milioni di famiglie.
La società ha dichiarato questa settimana che addebiterà agli utenti di Argentina, El Salvador, Guatemala, Honduras e Repubblica Dominicana la condivisione della propria password o, per usare il linguaggio del blog di Netflix, di “aggiungere una casa”.
Il costo aggiuntivo sarà di $1,70 (219 pesos) in Argentina e di $2,99 negli altri territori. L’iniziativa è stata avviata a marzo in Cile, Costa Rica e Perù, si prevede che si diffonderà in tutto il mondo nel 2023.
Fonti Screen International, Deadline, Deadline, Deadline, Variety