Entertainment Weekly ha pubblicato un lungo articolo in cui fa luce su diversi aspetti de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, l’attesissima serie Amazon che debutterà su Prime Video il 2 settembre (QUI il recente teaser). Non parliamo di una serie fantasy qualunque, ma della serie più costosa mai realizzata, con un budget di oltre un miliardo di dollari.
Location centrale della prima stagione sarà l’isola di Númenor, un regno ideale in cui uomini di discendenza elfica convivono in pace. Ma che, come i lettori di J.R.R. Tolkien ben sanno, è destinato a inabissarsi come Atlantide dopo un periodo di crisi e violenza. Eventi che, nella serie, saranno ancora di là da venire. Per ora, Númenor è un luogo idilliaco, una città costruita quasi per intero, con un livello di dettaglio spaventoso.
J.D. Payne, uno dei due showrunner e creatori della serie (l’altro è Patrick McKay) spiega che il diktat, a proposito di Númenor, era di fare le cose per bene:
Non l’abbiamo mai vista prima. La gente ha un’idea di che aspetto abbiano gli elfi, o i nani, o dei loro regni. Ma Númenor, in un certo senso, era una tavolozza vuota.
Payne e McKay, due sceneggiatori con relativamente poche esperienze – se non del lavoro non accreditato su Star Trek: Beyond – si sono messi in gioco quando Amazon ha invitato gli sceneggiatori hollywoodiani a presentare i loro pitch, dopo aver acquisito i diritti dagli eredi di Tolkien nel 2018. Entrambi sono dei fan dei libri di Tolkien, e hanno dunque presentato ad Amazon la serie che loro stessi avrebbero voluto tanto vedere, incentrata sulla Seconda Era della mitologia tolkieniana.
La Seconda Era precede di migliaia di anni la Terza Era, quella che tutti i fan della saga cinematografica di Peter Jackson conoscono, ovvero quella in cui si svolgono gli eventi de “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit”. Ma, per quanto meno nota, la Seconda Era è altrettanto ricca di eventi importanti, tra cui l’ascesa di Sauron, che forgia in quest’epoca gli Anelli del Potere. Nel frattempo, a Númenor crescono delle tensioni tra chi ripone ancora fede negli elfi – i reali dell’isola sono umani, ma hanno in parte sangue elfico – e nelle divinità Valar, e chi invece sogna un futuro libero dalla loro influenza (e inizia a temere la propria mortalità).
Gli showrunner fanno notare come Tolkien non abbia mai voluto che nelle proprie storie venissero letti echi della contemporaneità, ma per Payne è impossibile non notare dei paralleli tra le vicende narrate nella serie e le divisioni della società contemporanea.
Come spiega uno dei registi della serie, Wayne Che Yip:
Il tono voleva riflettere i principali temi dell’amicizia e del bene e del male [di Tolkien]. Una delle idee è: quanto in là nell’oscurità ti spingeresti per fare la cosa giusta?
Nella serie vedremo anche il giovane Isildur (Maxim Baldry) e suo padre Elendil (Lloyd Owen), alleati di Númenor. Chi conosce Tolkien o anche solo i film, sa che Isildur è destinato a brandire la spada che taglierà a Sauron il dito con l’Unico Anello, per poi indossarlo di persona e farsi corrompere da esso. Isildur è un antenato diretto di Aragorn, ma qui lo vedremo come giovane marinaio in cerca del suo posto nella Terra di Mezzo.
Un personaggio che invece non è presente nei libri è Eärien, la sorella di Isildur interpretata da Ema Horvath. È stata creata da Payne e McKay, che non temono le reazioni dei fan e hanno una difesa inattaccabile: nelle sue lettere, Tolkien afferma di volere che “altri menti e mani” creino arte all’interno del mondo da lui ideato. Spiega Payne:
Pensiamo di aver accettato la sfida che lui stesso aveva lanciato. Ci ha dato quelle che ci piace definire le stelle nel cielo, che dobbiamo collegare tra loro per formare una costellazione.
L’altra potenziale fonte di polemiche è l’inclusività del cast, che stavolta non sarà completamente composto da bianchi (ma già nella trilogia de Lo Hobbit non era così). Come spiega Cynthia Addai-Robinson, interprete di Miriel, regina di Númenor:
[Tolkien] esplora molti temi, ma uno di essi è l’idea che persone di differenti etnie, provenienza ed estrazione sociale si riuniscano per una causa comune. Personalmente, da spettatrice, mi aspetto che [una serie] rifletta il mondo reale, così come il mondo come vorrei che fosse.
Lo scopo de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è comunque quello di piacere sia ai fan duri e puri che a quelli che “non sanno nemmeno cosa sia un anello. McKay conclude:
Deve farti sentire come se fossi nella Terra di Mezzo. Deve trascinarti dentro e farti innamorare come ci si innamora di quei libri.