Cinema

Il film dei Simpson, quindici anni dopo: ha lasciato il segno o no?

Pubblicato il 27 luglio 2022 di Marco Triolo

Quindici anni. Un tempo che in assoluto sembra lungo, ma che, relativamente alla longevità de I Simpson, è davvero poca roba. La serie creata da Matt Groening è giunta ormai alla trentaquattresima stagione, che debutterà a settembre. Un fenomeno culturale e sociale che ci ha accompagnati dal 1989 a oggi anche se, va detto, da diversi anni la serie non brilla più come un tempo. I Simpson – Il film è dunque molto interessante, perché rappresenta una fotografia di una serie che, tra alti e bassi, era tutto sommato ancora sulla cresta dell’onda.

La cosa che colpisce di più del film, oggi, è quanto non tenti affatto di “complicare le cose” da un punto di vista narrativo. Visivamente sì, è più ricco della serie TV, ha una palette di colori più profonda, movimenti di macchina, un uso più sfacciato della CGI e animazioni ambiziose. Ma narrativamente è come un grosso episodio della serie TV, e questo è sia un bene che un male. Un bene, perché riesce a mantenere la semplicità diretta dei migliori episodi della serie: si parte con del cazzeggio e la storia sembra andare in una direzione, finché un evento catalizzatore non fa sterzare tutto verso un’altra, svelando il plot principale. Su una base molto semplice, il film ingloba satira sociale, ambientalismo, religione e l’irriverente comicità della serie, senza dimenticare l’affetto che Groening e soci provano per questa galleria di personaggi pieni di difetti, egoisti eppure teneri.

L’altra faccia della medaglia è però il difetto principale del film: non c’è un plot così travolgente da elevare il tutto oltre la serie televisiva. Sembra di vedere un doppio episodio – quando, anche con una durata contenuta come 87 minuti, dovrebbe essere un episodio quadruplo – infarcito di gag giusto per raggiungere la durata standard di un lungometraggio. Chiariamo: momenti come la scommessa tra Homer e Bart e la corsa di quest’ultimo nudo in skateboard, i siparietti con Spider-Pork e la nuova vita dei Simpson in Alaska sono carini (altri, come quelli nella Sala Ovale in compagnia del Presidente Schwarzenegger, lo sono meno), ma aggiungono poco al plot generale e hanno il sapore di gag riciclate dalla serie, o di versioni meno memorabili di altre già viste in passato.

Oltretutto, uno dei punti di forza della serie, ovvero il cast di comprimari, è piuttosto sottoutilizzato, specialmente visto che c’è una lunga parentesi in cui i Simpson lasciano Springfield. Anche qui, qualche scena funziona bene (Mr. Burns che deve decidere se regalare l’elettricità a Springfield o liberare i cani, la cittadina che regredisce a uno stato di barbarie alla 1997 – Fuga da New York con conseguenti reazioni dei vari personaggi), ma spesso sembra di sentire il lavorio dei cervelli degli sceneggiatori (sono undici: James L. Brooks, Matt Groening, Al Jean, Mike Scully, Ian Maxtone-Graham, George Meyer, David Mirkin, Mike Reiss, Matt Selman, John Swartzwelder e Jon Vitti) mentre cercavano di trovare scuse per inserire più comprimari possibili, piuttosto che dare a pochi di essi ruoli succosi ed effettivamente importanti per lo sviluppo della trama.

Il risultato è un film che ebbe un grande successo al momento della sua uscita, 536 milioni di dollari incassati nel mondo, ma che non ha lasciato più di tanto il segno nel grande schema delle cose. Ammettiamolo: i Simpson li amiamo e li ricordiamo per i migliori episodi della serie TV, e quando citiamo le battute e i momenti che hanno fatto grande la serie non ci viene mai in mente il film. Siamo andati al cinema a vederlo, abbiamo sorriso e apprezzato, ma ce lo siamo dimenticati il giorno dopo.

Forse non è un caso che, da allora, i Simpson non siano più tornati sul grande schermo. Sicuramente ha influito il fatto che, per realizzare un solo film, siano occorsi dieci anni di lavoro extra a tutta la squadra, impegnata contemporaneamente nella realizzazione della serie. Dare luce verde a un film dei Simpson non è decisione da prendere alla leggera, e il risultato del primo film probabilmente ha scoraggiato un po’ tutti.

Quello che ci resta è comunque un buon doppio/triplo episodio della serie con confezione di lusso (e musiche di Hans Zimmer), che contiene tutti gli elementi che l’hanno resa un tale fenomeno, anche se non sempre dosati alla perfezione. Se lo si prende per quello che è, ovvero una semplice scusa per godersi l’ennesima avventura di una galleria di personaggi che amiamo, I Simpson – Il film è apprezzabile, pur non essendo stato e non essendosi confermato il grande evento che tutti noi avremmo voluto.