Obi-Wan Kenobi: la recensione del finale della serie

Obi-Wan Kenobi: la recensione del finale della serie

Di Marco Triolo

È andata così: nel gran finale, Obi-Wan Kenobi è riuscita a strappare qualche emozione residua ai cuori induriti dei fan della prima ora, ma ciò non basta a decretare riuscita l’operazione. Andiamo con ordine.

Nell’episodio precedente, avevamo lasciato Kenobi, Leia e i ribelli in fuga dalle forze imperiali, nella fattispecie uno Star Destroyer con a bordo Darth Vader e il Grande Inquisitore. È da qui che parte l’episodio finale, con un inseguimento tra le stelle e la nave ribelle in serie difficoltà. Riusciranno i nostri eroi a sfuggire alle grinfie dell’Impero? E Obi-Wan riuscirà a scontrarsi una volta per tutte con il suo ex Padawan? E, se sarà così, riuscirà a elim… No, non possiamo continuare a vivere nella menzogna: non ce la farà. Non è uno spoiler, ma un dato di fatto: il loro scontro finale avverrà a bordo della Morte Nera in Episodio IV, loro non lo sanno ma noi sì.

Lo abbiamo già detto che il problema principale di Obi-Wan Kenobi è che dei personaggi coinvolti sappiamo bene o male il destino. L’esempio perfetto? Quando il Grande Inquisitore è stato trafitto a morte da Reva, l’Internet è esploso in un coro di “Ma non è possibile! Nella timeline l’Inquisitore è ancora vivo dopo questi eventi!!”. E infatti, qualche episodio dopo, eccotelo spuntare vivo e vegeto, magari con uno stomaco in meno (ma lui ne ha altri, tranquilli), ma ancora ansioso di far fuori più Jedi possibili.

E qui stiamo parlando di un personaggio che solo chi ha visto le serie animate conosce, figurarsi pezzi da novanta come Obi-Wan, Darth Vader, Lei(l)a, Luke… La traiettoria delle loro vite è scritta nella storia del cinema. E questo è un grosso problema, si diceva, perché la suspense si costruisce sull’incertezza: quando sai che i tuoi eroi non potranno morire, è praticamente impossibile generare tensione.

In questa trappolona gli sceneggiatori Stuart Beattie, Hossein Amini, Joby Harold ed Andrew Stanton, nonché la regista Deborah Chow, ci si sono gettati con tutte le scarpe e la tracotanza dei principianti, imbastendo un doppio scontro finale, raccontato in parallelo, che si fonda proprio sul mettere in pericolo personaggi che non possono essere realmente in pericolo. La mossa di Reva è stata suggerita dal finale del quinto episodio, ma non la riveleremo per non rischiare fastidiosi spoiler: qui basti dire che il suo obbiettivo è irraggiungibile, una missione di vendetta che non potrà che andare a finire in un determinato modo, e questo ammazza da subito qualunque velleità degli autori.

Dall’altra parte abbiamo l’attesissimo duello “finale” tra maestro e allievo. Anche qui, se magari questa è in assoluto la prima cosa di Star Wars che vedete, potreste provare qualche emozione, e bisogna ammettere che il duello in sé è molto meglio rispetto a quello del terzo episodio. Ma vi basterà aver visto il primissimo Guerre stellari per considerare la scena un’aggiunta superflua al canone. Sapendo che il duello non potrà che concludersi con un pareggio, Beattie e compagnia la buttano sulla psicologia, dando a Obi-Wan e Anakin un’ultima occasione per mettere a confronto le loro ideologie e a Obi-Wan quella di capire, una volta per tutte, che Anakin non esiste più. Anche in questo caso, però, non è che lo scambio tra loro sia particolarmente illuminante.

Obi-Wan Kenobi si conclude come doveva concludersi, con le pedine che si posizionano sulla scacchiera nel posto giusto, quello dove le ritroveremo in Episodio IV. C’è spazio per qualche cameo obbligatorio e per qualche commiato che riesce effettivamente a strappare un paio di sorrisi, anche per merito dei temi di John Williams, che, finalmente, emergono in tutta la loro gloria.

In tutto questo, Obi-Wan Kenobi conferma i nostri timori: Beattie e Chow non avevano grande spazio di manovra, incastrati com’erano tra i prequel, le serie animate e la trilogia classica. Invece di cercare una strada alternativa, hanno scelto quella meno invasiva possibile, e dunque quella meno sorprendente e appassionante.

A ben guardare, forse il problema di Obi-Wan Kenobi è che si tratta di una fan-fiction. Una fondamentale regola non scritta dell’intrattenimento seriale è “non dare mai ai fan quello che vogliono”, perché altrimenti una saga non può crescere o trovare una sua voce originale. Obi-Wan Kenobi ha dato al pubblico esattamente quello che si aspettava sin dall’inizio, senza mai scuotere o sorprendere. Per come è stata configurata, non poteva realmente farlo. Magari, se fosse stato mantenuto il concept iniziale (Obi-Wan contro Darth Maul), la serie avrebbe potuto regalarci qualcosa di meno ancorato alla mitologia e più vivace. Ma non ne avremo mai le prove.

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