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Oggi debutta su Disney+ Ms. Marvel (qui la nostra recensione dei primi due episodi) e venerdì scorso abbiamo assistito a un webinar sulla serie, in diretta da Los Angeles e con la partecipazione di cast, registi, autori e di un sorridente Kevin Feige. I giovani interpreti di Ms. Marvel Iman Vellani, Matt Lintz, Yasmeen Fletcher e Saagar Shaikh, le produttrici esecutive Bisha K. Ali e Sana Amanat (co-creatrice del personaggio) e varie altre figure coinvolte nella realizzazione dello show hanno risposto alle domande della moderatrice e ad alcune arrivate via chat dai partecipanti collegati da tutto il pianeta. Ne è venuta fuori una discussione di un’ora con diversi spunti interessanti, grazie alla quale abbiamo ad esempio scoperto che:
Sana Amanat ha raccontato che il fumetto è andato da subito molto bene, sorprendendo lei e l’altro co-creatore di Kamala Khan, G. Willow Wilson, perché entrambi erano convinti che la serie non sarebbe andata “oltre il numero 9”. Ma le cose hanno preso, in positivo, una piega diversa e a un certo punto del personaggio si è interessato Kevin Feige.
Perché? “Perché no?”, ha risposto il presidente dei Marvel Studios, aggiungendo quanto segue: “La Marvel ti dà il privilegio non solo di creare delle nuove versioni di personaggi già esistenti, ma anche di dar vita, una volta ogni tanto, a dei personaggi nuovi che catturano l’attenzione del pubblico. E Ms. Marvel è uno di questi. Sin dai primi numeri del fumetto hanno iniziato a chiederci quando avremmo inserito Kamala Khan nell’MCU, e l’arrivo di Disney+ ci ha dato la possibilità di lanciare il personaggio in una mini-serie TV, per poi portarlo sul grande schermo [in The Marvels]”.
Nata in Pakistan nel 2002 e trasferitasi in Canada con la famiglia da quando aveva un anno, Iman Vellani era certa che il ruolo di Kamala fosse al di fuori della sua portata. Quando le hanno inoltrato via WhatsApp l’annuncio del casting per il personaggio, era convinta “fosse una truffa”. Ma ovviamente non lo era, e lei ha mandato il suo curriculum e una foto. Quando le hanno chiesto di registrare da sola un provino, si è detta che non poteva farcela. Ma conosceva il personaggio ed era sicura che “la sua Iman di 10 anni l’avrebbe odiata se non ci avesse neanche provato”. E così l’ha fatto: alle tre del mattino ha inviato il filmato. Due giorni dopo ha ricevuto una telefonata: “Hai un avvocato?”, le hanno chiesto. “Vogliamo che tu venga qui a Los Angeles”. La giovane attrice ha risposto: “Ok, domani avrei un compito di matematica, ma vengo”.
L’indiano Mohan Kapur è nella serie il padre di Kamala. A proposito del tema di ciò che uno show rappresenta, quando parla di una cultura e delle sue tradizioni, l’attore ha risposto che non crede che lo scopo di Ms. Marvel come serie sia salire sui tetti e urlare “Guardatemi!”, richiamare semplicemente l’attenzione. Il punto è per lui la capacità di rappresentare una comunità diversa quanto culturalmente ricca. Una “fantastica opportunità” che Ms. Marvel sfrutta “in molte piccole scene, come per quella faccenda delle scarpe nella moschea”. Le persone coinvolte non vogliono, secondo lui, fare politica e lanciare messaggi, ma raccontare semplicemente la storia di una famiglia che si trova in una terra straniera che ha imparato a considerare casa sua.
La coppia di registi e sceneggiatori Adil El Arbi e Bilall Fallah viene invece dal Belgio ed è stata protagonista di uno scambio di battute sull’importanza (per loro) di lavorare per il pesce più grosso di tutto lo stagno, l’MCU, e lato Marvel Studios di avere a bordo i registi di uno dei maggiori incassi del 2020, Bad Boys for Life (“Se accettavano, per me potevano fare quello che volevano”, ha detto Feige). I due registi hanno spiegato che da tempo pensavano che se avessero mai lavorato a una produzione Marvel, sarebbe dovuta essere su un personaggio musulmano. Non sapevano che ne esistesse uno, come Kamala. Poi l’hanno scoperto e si sono trovati attratti da questa Ms. Marvel, riconoscendo in lei le insicurezze vissute in prima persona da ragazzi di origine marocchina, quando avevano la sua età.
Molti dei giovani interpreti di Ms. Marvel sono ragazzi molto giovani: buona parte della loro vita l’hanno vissuta dopo la nascita dell’MCU. Il che aiuta a comprendere quanto per loro sia un’occasione unica non solo apparire in una serie TV che verrà vista da milioni di persone, ma entrare a far parte di un immaginario che li accompagna da quando erano bambini o ragazzini. Il londinese di origini indiane Rish Shah ha raccontato di come il primo giocattolo mai ricevuto da suo padre era un’action figure dell’Incredibile Hulk. Per anni ha riempito la cucina di sua madre “di Funko Pop, per ricreare le scene di battaglia dei film dell’MCU”. E la passione per gli eroi in costume, crescendo, gli è rimasta appiccicata. “Quando ero all’università, a Londra, andavo in una fumetteria chiamata Forbidden Planet a vedere i fumetti usciti. Ho pregato di esser preso per questa parte, e quando ho scoperto che ero dentro, beh, sono scoppiato in lacrime”.
Cosa rende Kamala Khan diversa da tanti altri giovani eroi ed eroine? Perché dovrebbe spiccare, ha chiesto la moderatrice a Iman Vellani, quando “hai già un Tom Holland“? L’attrice ha risposto che sì, abbiamo già visto degli adolescenti con i super-poteri, ma Kamala è anche “una fan di ogni eroe dell’MCU. Il suo entusiasmo è lo stesso che provano i fan Marvel nel mondo reale, che perciò avranno un elemento in comune con lei”.
Tornando sulla religione e le radici di Kamala, Vellani ha aggiunto che “sono semplicemente parte della sua vita. Com’è stato per me: è così che mi svegliavo ogni mattina. Il tempo per andare a scuola, pregare e tutto il resto”. L’intento dello show non è quello di essere “una serie sui musulmani provenienti dal Pakistan, ma su una ragazzina innamorata degli Avengers, che fa la cosplayer e scrive le fanfiction, e che è anche una musulmana di origini pakistane.”
Già nel primo episodio di Ms. Marvel si nota come la serie abbia voluto adottare uno stile visivo fresco, frizzante, adatto a un pubblico giovane. La coppia Adil El Arbi/Bilall Fallah ha spiegato che l’inserimento di elementi animati è stato importante, perché volevano tradurre al meglio l’immaginazione della protagonista. Ma quando hanno proposto la cosa a Feige, temevano che i piani alti dei Marvel Studios avrebbero rifiutato, perché questo avrebbe reso Ms. Marvel visivamente troppo diversa dagli altri show. Perciò hanno preparato un intero dossier, condito da video di YouTube, per spiegare al meglio le sequenze che avevano in mente. Gli è stato risposto: “Ok, se serve per lo spirito della storia e del personaggio, fatelo. Ma non esagerate. Non usate l’animazione ogni cinque secondi…”
Ma il tono di Ms. Marvel sarà scanzonato per tutti e sei gli episodi? E sarà davvero la prima serie MCU senza degli antagonisti? Alcuni episodi, è stato precisato, saranno “un po’ più oscuri”. Nessuno è voluto comprensibilmente scendere nei dettagli, ma Kevin Feige è tornato sul punto della differenza di tono rispetto a serie come Moon Knight. Feige ha spiegato che il logo dei Marvel Studios non presuppone che “un particolare gruppo di personaggi si presenti sempre con lo stesso tono”. Quel logo rappresenta “uno spirito, uno stile e un tipo di emozioni, spero. Moon Knight e Ms. Marvel sono serie diverse esattamente come lo sono, tra loro, film come il nuovo Doctor Strange e Thor: Love and Thunder. Nei fumetti prima e ora nell’MCU, questo universo permette di vedere una grande differenza di mood, stili e personaggi. Spero che questo venga percepito dal pubblico, e che gli spettatori pensino ‘Oh, guarda, sono diversi’, perché è quello a cui puntiamo da sempre”.