Three Thousand Years Of Longing: la recensione del film di George Miller presentato a Cannes

Three Thousand Years Of Longing: la recensione del film di George Miller presentato a Cannes

Di Andrea D'Addio

La famiglia di Solimano il Magnifico, la regina di Saba, gli abissi del Mar Mediterraneo, il bazar di Istanbul, palazzi, corti, bazar… è il mondo dentro cui ci accompagna il djinn evocato accidentalmente, sfregando una piccola ampolla, da una famosa narratologa in viaggio a Istanbul per una conferenza su miti e mitologia popolare. Ci sono tre desideri da potere esaudire, ma lei dice di non averne bisogno, vive bene così. E poi sa bene, è il suo campo, che alla fine si rimane sempre con un pugno di mosche, che il “genio della lampada” in qualche modo cerca sempre di spingere il suo “padrone” a chiedere qualcosa che in qualche modo lo potrebbe portare a liberarsi del suo ruolo. E lui, il djinn in questione, è già da tremila anni che attende. Per convincerla che valga la pena lasciarsi andare e chiedere qualcosa che la renda ancora più felice, il genio comincia a raccontargli la sua storia e quella di chi l’ha evocato prima di lei…

George Miller aveva opzionato i diritti del libro The Djinn in the Nightingale’s Eye di A. S. Byatt già negli anni ‘90. Che solo ora sia riuscito a farne un film sembra la conseguenza del successo ottenuto con Mad Max: Fury Road. Ora che ha lo status di regista straordinario può fare tutto, o quasi. Ancor più perché il film successivo è Furiosa, un titolo destinato a ottimi incassi.

Un film di altri tempi

Three Thousand Years of Longing appare in tal senso una sorta di divertissement per il cineasta australiano, una pellicola ad episodi che solo alla fine raccoglie i pezzi e cerca di legarli assieme. Siamo lontani dai ritmi dei grandi blockbuster contemporanei. È spettacolare, ma anche molto verboso. È ricco di scene cruente, ma comunque dolce e romantico. Sembra, insomma, un film di altri tempi, con tutti i pro (la fantasia, la ricchezza delle scelte visive) e i contro (una certa banalità della storia) del caso. Tilda Swinton e Idris Elba sono una coppia che funziona, corpi, voci, sguardi, ci si mette poco a capire come andrà a finire, eppure si aspetta impazientemente che accada come nelle migliori favole che ascoltavamo da bambini…

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