Obi-Wan Kenobi: perché tanto noi nerd di Star Wars ci fissiamo sui dettagli (spoiler)

Obi-Wan Kenobi: perché tanto noi nerd di Star Wars ci fissiamo sui dettagli (spoiler)

Di DocManhattan

È un discorso che abbiamo affrontato mille volte, lo so. Ma il punto è che noi impallinati storici di Star Wars (cioè semi-anziani, ma non facciamo subito gli aggressivi laggiù, oh) ci fissiamo sui dettagli. Amiamo litigare sulle cose che amiamo, e odiamo amare delle cose che dovremmo odiare. Ci piace prendere in giro bonoriamente i momenti più impacciati della saga – ma solo tra di noi. Chi non è fan non può permettersi di farlo in nostra presenza – e fissarci sui dettagli.

Ed è probabilmente per questo che, subito dopo aver visto i primi due episodi di Obi-Wan Kenobi, quando mi hanno chiesto cosa ne pensassi ho risposto, sovrappensiero, “Di cosa?”

OBI-WAN KENOBI

D’ORA IN AVANTI, SPOILER

Succedono un po’ di cose nei primi due episodi di Obi-Wan Kenobi, la miniserie in sei parti che ha debuttato oggi su Disney+. Tornano innanzitutto in scena l’Obi-Wan di Ewan McGregor (evviva!) e, proprio dove si aspettava che saltasse fuori, alla fine della parte II, pure il Darth Vader di Hayden Christensen (eh). Ma ci sono anche nuovi personaggi e un paio di vecchie facce, dove invece proprio non mi aspettavo di vederle.

Ora, delle origini giapponesi di Obi-Wan ho scritto qui, e di quelle del Grande Inquisitore e della sua banda di darkettoni con le spade laser super-cool, invece, qui. Benarrivato, Grande Inquisitore. Ma pure addio, Grande Inquisitore.

Che la vera nemesi di Kenobi potesse essere nella serie la Terza Sorella, Reva, in effetti si intuiva un minimo dal trailer. Perché è un personaggio nuovo, creato appositamente, e su cui lo stesso trailer spendeva un bel po’ di secondi. Ora sappiamo perché. Molti dei suoi colleghi, come il Grande Inquisitore o il Quinto Fratello (l’inquisitore con il cappello), si sono già fatti invece i loro giri, tra i fumetti di Darth Vader e le serie animate, Star Wars Rebels e Clone Wars.

E ok. Ma Flea?

OBI-WAN KENOBI

RED HOT JEDI PEPPERS

Tutto immaginavo tranne che quella nuca davanti al Grande Inquisitore, nel teaser di Obi-Wan Kenobi, fosse del bassista dei Red Hot Chili Peppers. Non è la prima escursione di Flea nella recitazione, visto che è apparso in decine di film, tra cui Ritorno al Futuro: Parte II e III. Ma quel che è certo è che quando mi sono ritrovato davanti quella sua faccia da schiaffi, nel primo episodio, ho sorriso.

E ho sorriso pure quando quei due impediti dei suoi scagnozzi continuavano a inciampare, durante l’inseguimento di Leia. Ma quella è un’altra storia. Anche quello di Flea è (era) un personaggio nuovo: Vect Nokru. Pace all’anima sua affettata.

OBI-WAN KENOBI

LIGHTSABER RUNNER

Ci sono dei bei momenti, in questi due episodi. E per bei momenti intendo tutto quello che ha a che fare con Obi-Wan, perché a McGregor si è sempre voluto un gran bene. Ma mi è piaciuta anche la scena del clone veterano, soprattutto perché sotto la barba c’era Temuera Morrison. O nel complesso la figura del jedi ciarlatano di Kumail Nanjiani.

Ed ecco, a proposito dell’allargatissima famiglia Fett, ci sono anche diverse piccole cose che non funzionano al meglio. Alcune sembrano spuntare in determinati frangenti pericolosamente proprio verso The Book of Boba Fett, ormai il vero orlo esterno di tutta la saga. Non ci sono gli hackerz giuovini con le motorette appena lavate, grazie al cielo galattico, ma sembrano tutti totalmente incapaci di inseguire qualcuno (ok il parkour, Terza Sorella, bella capriola. Ma se ti dai una mossa, magari).

Allo stesso modo, il nuovo mondo, il pianeta Daiyu, ha il suo fascino, proprio perché, nel suo essere una Hong Kong dello spazio è diverso dagli altri pianeti-singola-location visti finora. Ma i costumi di tanti dei tizi umani di passaggio sembrano, boh, strani? Perché ci lamentiamo se vediamo sempre le stesse cose, basta Tatooine di qua e di là, ma poi le novità ci spiazzano. Il che ci porta dritti dritti al punto focale di tutta la faccenda. E cioè:

OBI-WAN KENOBI

NON RIUSCIAMO PROPRIO A LASCIARCI ALLE SPALLE GLI SKYWALKER? (NO)

Può esistere davvero la saga di Star Wars lontano da quella degli Skywalker? Prima di rispondere, pensateci bene. Ogni storia, anche quella più apparentemente collaterale, si riaggancia in qualche modo al mito dei jedi e alla sorte di Anakin, Luke e Leia. Rogue One parla d’altro, o meglio, d’altri, ma tutti ne ricordano con occhi a cuoricino il momento Chef Tony di Darth Vader. Una scena aggiunta al film in un secondo momento, peraltro. Vale lo stesso per The Mandalorian, dove ci hanno messo alla fine direttamente Luke. In una serie in cui il fichissimo protagonista fa da balia a una versione baby del mentore di Skywalker. Ditto per Fett.

Perché non si può sfuggire al mito di Vader, alle perle di saggezza di Yoda in qualsiasi campo, tranne l’analisi logica, eccetera eccetera. Semplificando molto, senza i jedi non hai le spade laser, senza le spade laser non è Star Wars.

Certo, in Obi-Wan Kenobi il problema non si pone, perché la serie deve parlare degli “anni perduti” di Obi-Wan, e c’è il giovane Luke, e il ritorno dell’ex allievo incazzato. Ma ora sappiamo anche che Obi-Wan è chiamato a proteggere e tenere a bada una linguacciutissima piccola Leia. Il che non solo ripropone il rapporto che Kenobi aveva con il suo padawan Anakin, prima che diventasse un supervillain dedito allo sterminio di massa, ma ti rimette in tavola, pur variando gli elementi in ballo, le dinamiche di The Mandalorian. L’adulto che deve proteggere un bambino che, in tante occasioni, dimostra di sapersela cavare da solo. È uno di quei canovacci che funzionano sempre, del resto, sul piccolo come sul grande schermo.

Tipo Un poliziotto alle elementari (di Alderaan).

OBI-WAN KENOBI

E I DETTAGLI?

Già, i dettagli. Ché la mente nerd divaga, dicevamo, e uno si fissa. Così, durante la visione, non mi domandavo come abbia fatto Obi-Wan Kenobi a passare, nei nove anni che separano gli eventi di questa serie da quelli di Episodio IV, dall’Ewan McGregor del 2022 all’Alec Guinness del 1977 (cavolo se invecchiano, due soli). Né mi sono posto il problema dell’identità segreta farlocchissima di Ben Kenobi. Roba vecchia.

Quello che mi sono domandato davvero è a) perché su ogni singolo neon di Daiyu c’è scritto VT 7, e soprattutto b) se riuscirò mai ad accettare quel logo di Star Wars che sembra scritto tutto attaccato.

Questi sono i veri quesiti su cui ci si dovrebbe fermare a riflettere, tutti.

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